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Post n°59 pubblicato il 20 Dicembre 2005 da ussanmartino

Succede che molto spesso si cerca di dare tutto quello che si può essendo convinti che questo sia la cosa migliore da fare. Si insiste su comportamenti e atteggiamenti che si reputa corretti, si portano avanti idee che si reputano inattaccabili senza molto spesso accorgersi che esistono altre verità. Esistono altre facce della medaglia. Esistono altre teste che pensano e che lo fanno, spesso e volentieri, in modo diverso da te.
Capire che una pluralità di individui genera ovviamente anche una moltitudine di pensieri e idee differenti è una conseguenza dell’ammettere che non sempre le proprie idee sono esatte. Allora dopo un bagno di umiltà ci si rimette in discussione pensando che forse si amplificano situazioni e atteggiamenti che effettivamente non sono come di primo acchito si credeva. Si chiedono conferme e puntualmente si ottengono smentite che comportano un conseguenziale cambio di rotta…e si riparte.
Poi però di punto in bianco ti vengono sbattute in faccia e confermate tutte le perplessità e i dubbi che determinati atteggiamenti avevano acceso. Ripassando in rassegna il lasso di tempo passato ti sale piano piano dal profondo una rabbia mista a delusione e a un senso di resa e umiliazione che ti portano ad esternare, con parole poco ortodosse, sentimenti che avresti preferito tenere per te. Ti senti a disagio e fuori luogo. Ripassi in rassegna tutte le volte che certe persone si sono rivolte a te chiedendoti questo o quello e il modo in cui lo hanno fatto. Ti senti usato. Usato come capro espiatorio di altre situazioni. Purtroppo per molti è considerato un limite il pensiero individuale. Avere una posizione fuori dal coro è controproducente. Si chiede di parlare e poi a pensieri contrapposti si reagisce nel modo peggiore: si usano le persone. Si perché adesso come adesso mi sento usato. Per fare numero; per tappare i buchi; per essere di complemento a persone che devono essere invogliate a giocare in una realtà che per loro vale un’altra…servi solo se non ci sono altri…servi…..o forse sarebbe meglio ci sei e ti uso quando mi fa comodo.
Ho fatto una scelta a metà dell’anno scorso: smettere di avere dei pregiudizi nei confronti di una persona che non ha fatto comunque niente per smentirli…almeno con i fatti a parole ha sempre sostenuto il contrario. Puntualmente si sono verificate altre situazioni che mi hanno fatto pensare…ma si, in fin dei conti lo si fa per tenere in piedi una realtà a cui do quello che posso e che ho contribuito a far nascere. Quindi sorvoliamo. Tento anche di medicare alcune falle che si vedono sulla nostra nave che attualmente naviga in cattive acque. Mando giù l’ennesimo affronto (per me, per altri sarà diverso…ovvio).
Poi però quando vengo accusato di essere una delle cause di questa situazione e di far di tutto per creare piccole fazioni che si schierano contro Tizio o Caio, a questa proprio non ci stò. Non ci stò perché non accetto, da uno che pretende di trovarsi tutto pronto e di non muovere nemmeno un dito per cercare di capire una situazione che lui doveva gestire, accuse che si basano solo probabilmente su una sua difficoltà di confronto con me; non ci stò perché se qualcuno ancora ieri mattina cercava di tenere unito un gruppo che tale non è mai stato, quello non era lui; non ci stò perché per tre anni ho chiesto sincerità e non l’ho mai avuta fino a ieri sera quando d’incanto e sotto pressione mi è stato fatto capire tra le righe quello che pensavo da molto. Non ci stò per di più perché questo mi è stato detto da uno che si è trincerato dietro a non so quanti "A me non me ne frega niente di questo…di quello…etc", da uno che pretende di fare qualcosa in un modo che non funziona e che non ha neppure l’umiltà di capire che forse così non si può andare avanti, e che pretende che per l’ennesima volta siano altri a decidere per lui. Non ci stò perché detta da uno che non ha fatto altro che dare colpe a destra e a manca senza prima guardarsi dentro.
A questo punto ho un forte senso di vuoto, di apatia. Ho sempre urlato e sbraitato quando le cose non mi andavano bene. E per questo sono stato additato come rompiballe e persona scomoda. Ora sono convinto che il silenzio sia la soluzione migliore……..molto spesso può essere molto più assordante un silenzio che mille grida di rabbia……..
il capitano

 
 
 
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Un blog di: ussanmartino
Data di creazione: 02/09/2005
 

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