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Ancora con il sindaco di Nusaybin

Post n°69 pubblicato il 27 Marzo 2006 da gaibo

L'incontro con il sindaco di Nusaybin, Mehmet Tanhan, è stato davvero molto emozionante e denso di significato: si è svolto sulle colline che circondano Nusaybin. Si tratta di un luogo di proprietà della municipalità dove ci sono due piccoli stabilimineti per la produzione di sabbia e asfalto, per la costruzione delle strade, e poi l'abitazione nella quale abbiamo cenato. Ma soprattutto c'è un'intera collina sulla quale sono stati piantati migliaia di alberi. Qui prima c'era un bosco, poi bruciato completamente durante la seconda guerra mondiale. Ora la municipalità sta tentando di riportare in vita questo bosco, come simbolo dell'orgoglio del popolo kurdo che riconquista la sua storia e la sua identità. Anche noi diamo il nostro contributo piantando un albero, simbolo della nostra amicizia. Ma non posso fare a meno di pensare che quest'albero sia anche un grido: "Serhildan" ovvero "Alzati in piedi".
Sia prima che dopo cena abbiamo incontrato il sindaco, che si è rivelato una persona molto carismatica, incarnando alla perfezione l'orgoglio del popolo kurdo:una persona rflessiva e pacata che al contempo tiene alta la testa.
Tra le altre cose ci ha parlato del rapporto speciale che lega il popolo kurdo a quello italiano, usando parole e immagini davvero belle:
"Noi siamo amici da 2.000 anni - dice Memhet Tenhan- da 2.000 anni voi ci conoscete e noi vi conosciamo. Allora siete venuti qui con la guerra, ma ora siete qui per costrire pace, amicizia e fratellanza. Le porte della nostra città sono sempre aperte per persone come voi. Non vogliamo altro che che costruire amicizia e relazioni. Da 2.000 anni il popolo kurdo non ha libertà. In questa terra sono passati molti imperatori e molti re e abbiamo avuto migliaia di persone uccise da eserciti diversi. Ma noi andiamo avanti per ottenere la libertà. Il fatto che voi siate qui ci da una grande forza e una grande carica per la nostra lotta pacifica."
Queste parole del sindaco, secondo me, rappresentano perfettamante il significato della nostra presenza qui come osservatori di pace. Noi stiamo lanciando un messaggio semplice ma anche importante a tutte le persone, organizzazioni e partiti che stiamo incontrando: "Non siete soli". E queste semplici parole diventano una fonte di foza e orgoglio per chi le ascolta.

 
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