utopia2006

22 marzo a Sirnak - Un po' di cultura


Mentre una parte di delegazione è partita presto questa mattina per raggiungere le alte montagne che sovrastano Sirnak, alcuni di noi sono rimasti in città per la consegna del materiale scolastico proveniente dall'italia e promesso ai sindacalisti dell'Egitim Sen (sindacato delgi insegnanti facente parte del Kesk). La consegna avviene presso il palazzo municipale dove incontriamo Ramazan, un ragazzo Kurdo che, dopo averci fatto da interprete durante l'incontro con le personalità che prendono in consegna il materiale, si offre per accompagnarci in giro per la città.Ovviamente accettiamo.Ramazan si dimostra disponibile ed entusiasta: riconosciamo la cordialità e l'affetto che questo popolo ci dimostra ogni giorno. E' quasi imbarazzato nel dirci che la città non offre alcun luogo ricreativo o iniziativa culturale: non ci sono cinema ne teatri. Ritrova entusiasmo nel parlarci di una biblioteca: saliamo le scale di un grande edificio adibito ad uffici ed entriamo in un corridoio scalcinato su cui si aprono le porte di alcune aule deserte e di una in cui 5 ragazzi stanno preparando un esame di matematica. In una stanza soltanto vediamo uno scaffale con dei libri: non più di 200 volumi per tutta la biblioteca, forse abbastanza per una città in cui il 70% delle persone non sa ne leggere ne scrivere.Riprendiamo la strada centrale che ci conduce nei pressi dell'unica scuola primaria della città, frequentata da studenti dai 6 ai 14 anni. Nel cortile una moltitudine di bambini ci accoglie gioiosa. Forse portiamo un po' di scompiglio mentre ci aggiriamo nei corridoi cupi e disadorni, ma le giovani insegnanti ci invitano ad entrare nelle classi. Cartelloni, disegni e addobbi colorano le pareti. I bambini sono pieni di entusiasmo per la nostra presenza e si divertono a dimostrarci la loro conoscenza dell'inglese: "What's your name?" "Where are you from?".Dalla classe dei più piccoli riceviamo in regalo dei fiori di carta fatti da loro: sono gialli,rossi e verdi...Conveniamo con Ramazan che si tratta di un bellissimo simbolo di speranza per la pace e la democrazia in questa terra.Per la nostra sicurezza il nostro amico ci accompagna fino all'albergo: come tutti i giovani è assetato di informazioni sull'Europa e sull'Italia, sulla possibilità che può avere un giovane kurdo di venire nel nostro paese: gli raccontiamo le storie difficili di quelli che ci stanno provando... sentiamo la sua commozione e solidarietà per i propri fratelli quando ci invita a salutarli...E' tempo del commiato davanti all'ennesimo çay.... con i fiori puntati sul petto ci diciamo un'altra volta "Biji Kurdistan"...