Post n°107 pubblicato il 27 Agosto 2022 da valastro
Gruppo Iarba | Gria Teatro | Diario di un disertore Giovedì 1 settembre 2022 alle ore 21, presso il Giardino Fava di Fabbricateatro (via Caronda 82 – Catania) il Gruppo Iarba presenterà, in prima assoluta, lo spettacolo teatrale CON ANIMO IMPRESCRITTIBILE: DIARIO DI UN DISERTORE di Orazio Maria Valastro drammaturgia e regia Nino Romeo interprete Graziana Maniscalco musiche Giuseppe Romeo ingresso: euro 5,00 - info e prenotazioni: 347 3637379 “Finito di leggere Diario di un disertore di Orazio Maria Valastro – scrive Nino Romeo – ho avvertito l’urgenza della sua trasposizione scenica. Ho seguito le vicende narrate da Orazio; ho partecipato attivamente, insieme agli anarchici siciliani e agli antimilitaristi di tutta Europa, alle mobilitazioni che reclamavano la sua liberazione dalle carceri militari. Con Orazio, pur se a distanza, pur se ci siamo frequentati poco, c’è stata e c’è tutt’ora condivisione di ideali e di dissidenze, alla ricerca di quel valore che riteniamo inalienabile: la libertà: libertà dell’individuo in una società di liberi e uguali. Ma l’affratellamento in questi ideali, pur se è precondizione, non provoca l’urgenza scenica che ho avvertita. Ciò che ha spinto Graziana Maniscalco e me ad attribuire corpo scenico a questo diario/non diario è l’andamento e la partitura della narrazione. Forte della sua pluriennale esperienza nella conduzione di laboratori di scrittura dell’immaginario autobiografico, Orazio Maria Valastro applica alla sua narrazione il metodo di indagine psicologica e sociologica più volte adottato nel suo Atelier; e allinea costantemente il metodo alla necessità. Innanzitutto, la necessità di gettare un ponte temporale tra l’Orazio di oggi e il giovane disertore che lui è stato: perché le violenze e gli oltraggi istituzionali subiti hanno determinato una frattura e non hanno consentito ai due Orazio di vivere in continuità cronologica tra loro. La trama fitta della narrazione di sé di questo Diario, consente ai due Orazio di raggiungersi e di osservarsi: non ricerca di ricongiungimento, quanto necessità di incontro tra due individui che come tali si riconoscono: per domandare l’uno all’altro quanto sia presente dell’uno nell’altro. E nel dialogo, ormai ravvicinato, tra i due sé, il giovane disertore propone all’Orazio attuale le due parole cardine della sua ricerca: animo e amore: parole sdrucciolevoli, incrostate di significati ordinari spesso friabili. Ma l’Orazio di oggi, con tenacia, senza infingimenti e reticenze, riesce a trovare per queste due parole il significato che a lui appartiene: lo fa attraverso il riallineamento di pensieri e riflessioni, sparse nel tempo, che così diventano dense e tenaci; attraverso i dolori e le sofferenze patiti dal giovane che nell’adulto si risolvono in consapevolezze; attraverso le relazioni, poche ma intense, del tempo del carcere e dell’esilio in Francia che all’adulto serviranno da training per le relazioni a venire; attraverso il recupero, in termini di contemporaneità esistenziale, dei valori antiautoritari del giovane uomo dichiarato d’autorità disertore. Le parole animo e amore acquistano materia e corpo: amore per se stesso, innanzitutto, ripescato negli affanni del giovane disertore; amore per gli altri; amore per la vita; amore per il futuro. E nell’animo imprescrittibile, l’Orazio di oggi racchiude la continuità con il se stesso giovane e disertore. Graziana ed io abbiamo voluto rendere sulla scena la necessità del dire ad altri il percorso narrativo che Orazio Valastro ha compiuto quasi in solitario, con la poetessa Maria Gemma Bonanno, sua madre, a fargli da specchio poetico: abbiamo soltanto colto una necessità da una sua necessità.” |
Post n°106 pubblicato il 20 Agosto 2022 da valastro
Orazio Maria ci conduce, attraverso una narrazione fine, colta, senza un rigoroso senso cronologico, a riflettere di volta in volta sull’assurdità delle convenzioni, delle regole, che hanno inizialmente quasi tutte un senso, ma che presto diventano più o meno stravaganti, anacronistiche, senza alcuna ragione d’essere. Più volte ci narra di affetti, del rifugio che l’abbraccio dell’amicizia concede nei momenti più difficili, la forza interiore a cui rimanda il ricordo delle virtù, la tristezza felice di custodire tali ricordi, l’amarezza di un amore spezzato, una donna amata per sempre al di sopra delle emergenze del desiderio, dell’umore, della coscienza. E così camminiamo con lui, mano nella mano, lungo questi sentieri dove l’amore costruisce ponti sulle più grandi difficoltà, ci accompagna anche attraverso i tormenti della solitudine, il dolore fisico, le numerose privazioni della libertà, la cupezza dell’essere umano quando dà libero sfogo all’infimo della condizione umana, ci rivela il viaggio del pensiero tra una dimensione e l’altra, nel modo in cui il Sé cerca permanentemente un equilibrio tra gli estremi a cui è esposto dalle sue paure o dai suoi desideri, tra le pareti in cui si trova per poter intraprendere una vita convenzionale, in cui delle voci emergono sempre più e più volte dai confini dell’amore, delle paure e delle fobie. Qui troviamo fondamentalmente la storia di una sequenza d’ingiustizie, sulla stessa persona. Leggeremo in chiave autobiografica come tutto il peso di secoli di pregiudizi anacronistici, di leggi, di costrutti morali, ricada come una cascata su una persona che osa sfidarli, aprendo una serratura dopo l’altra per raggiungere la porta che finalmente conduce al campo aperto della coscienza. Percorreremo una storia di prigionia, di abusi, di esilio, di detenzioni arbitrarie, della perdita irreparabile di un padre, di un figlio e del coraggio, e tutto questo lo vedremo scritto con una penna raffinata, che fa danzare le parole al ritmo degli eventi o con la delicatezza di uno scultore che crea la sua opera migliore, come quella che Michelangelo impiegò nella sua ultima Pietà, quella che lasciò incompiuta per il suo amico Rondanini. Riassumendo, il libro è più che un resoconto di avventure, fatiche, gioie e dolori vissuti come un poema epico omerico, o come una tragedia shakespeariana, e in balia della qualità delle esperienze e della conoscenza empirica delle situazioni limite vissute da un disertore dal servizio militare, è un richiamo, un memorandum all’umanità, attraverso un appello testimoniale, dei valori più importanti della vita, delle ragioni che danno senso allo sforzo e al sacrificio, anche quando il dubbio, perenne, eterno e benedetto, minaccia talvolta di disintegrare il forziere delle convinzioni. Martín Guevara Duarte Leggi la prefazione completa di Martín Guevara Duarte |
Post n°105 pubblicato il 12 Agosto 2022 da valastro
Con animo imprescrittibile: diario di un disertore |
Post n°104 pubblicato il 20 Giugno 2022 da valastro
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Post n°103 pubblicato il 25 Maggio 2022 da valastro
Cerimonia di premiazione Sabato ore 15:00 19:00 Progetto visivo: Thrinakìa di Daniel D’Agostino Con il patrocinio di In collaborazione con
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