Ruggine E Salsedine

s


Giorni fa una persona a cui voglio un gran bene mi ha detto che bisognerebbe prendersi meno sul serio.Io ero lì che mangiavo un gelato e mi facevo seimila paranoie su una quantità infinita di questioni, dal peso specifico dei miei polpacci all’inclinazione dell’asse terrestre. facevo dei segni per aria con le dita tracciando disegni immaginari, “old fingertip made tales of people”, e anche se parlavo a me stessa la voce era alta.Lui invece se ne stava seduto su una panchina di legno e leccava il verde del pistacchio che sbrodolava a lato del cono. dal suo sguardo si capiva che non fare arrivare quella riga liquida sulla maglietta, in quel momento, era l’unico problema che avesse al mondo. in una giornata di sole, con gli alberi frondosi verde pisello che si muovevano nel vento, arginare un verde pistacchio era la sola cosa che avesse una certa priorità.In condizioni normali mi sarei inkazzata. l’ho fatto parecchie volte. abbiamo due modi di vivere del tutto diversi, due modi di essere agli antipodi. ci separano tropici del capricorno, del cancro, duemila costellazioni zodiacali ed emotive e quintali di corredo genetico. lui vive bene e tanto, io vivo malissimo e a tratti. lui “carpe diem”, io “mi ritrovai in una selva oscura”. lui si sveglia la mattina con la musica dei simpson nel cervello, io con la quinta di beethoven, ma col distorsore.Quel pomeriggio uno strano polline giallino doveva essere arrivato dalle campagne dritto alle mie narici, perchè reagii in modo diverso. anzichè salire sulla fontana di mezzo, quella con gli zampilli mosci del parco sotto casa, e fargli due palle così sul fatto che IO avevo le vere ambizioni e LUI era un’ameba, l’ho ascoltato.e l’unica espressione che ho fatto è stata questa : :-0lui manco se n’è accorto. aveva la luce su tutta la faccia al punto che gli erano scomparse le sopracciglia, e vi ho detto che la tenuta del gelato era la sola cosa di cui gli importasse.Però la sua minuscola lezioncina, lanciata lì come un sassolino nello stagno senza nemmeno l’intenzione di galleggiare, mi colpì.“in che senso?”, gli chiesi.“siamo solo esseri umani. esserini umani del cazzo che stanno su questa terra uno sputo di tempo e devono cercare di goderselo il più possibile. basta.”salto spazio temporale da lui al sesto livello del dodicesimo anfratto del quinto cerchio del mio cervello.“E’ VERO CAZZO!”va bene tutto, va bene l’arte, la poesia, l’intelligenza e l’ambizione, va bene il “sui generis”, va bene il “siamo speciali”, va bene l’io e le egocertezze, va bene la filosofia e la morale, va bene la lotta, gli ideali, vanno bene i geni e i brillanti, vanno bene le Idee, la Musica, va bene un Progetto e i suoi Guai, va bene l’elucubrazione e lo struggimento, bene la malinconia, bene l’esaltazione, va bene ogni forma di autoaffermazione della propria diversità.Ma va bene soprattutto la vita, le gite fuori porta, una telefonata al momento giusto, un bacio vero, un film del cazzo con un mare di schifezze, un po’ di sole al mare, una spaghettata col pesce, una partita a ping pong, una bella canzone in macchina, un massaggio al posto giusto, un nuovo gattino, il coraggio di dire “ho bisogno di te” e di venirsi a prendere quello che si vuole al momento esatto.la vita non è sempre “tutto un equilibrio sopra la follia”.la vita è anche un “elementare Watson”, e molto più spesso un live it in time.E qui Raffa, te lo devo, avevi ragione...e fatti una risata di tanto in tanto... grazie.