«Bentornato a casa, Tįį' Hastiin »
Jim sorrise sentendo il suo nome indiano pronunciato dal vecchio con il suono gutturale e aspirato della parlata Navajo. In realtą da tempo tra i Diné, come i Navajos chiamavano se stessi, era scomparsa da tempo l'abitudine di avere un nome indiano come in passato.
Ora non c'erano pił falchi o aquile oppure orsi da chiamare in causa. Appellativi come Acqua-che-scorre o Pioggia-in-faccia o Cavallo Pazzo appartenevano ormai alla letteratura, alla cinematografia, alla fantasia di qualche bambino o alla curiositą invadente di qualche turista.
Nel suo caso le cose erano andate in modo un po' diverso.
Il giorno in cui era nato, suo nonno lo aveva levato dalle braccia della madre e lo aveva osservato a lungo.
Poi lo aveva tenuto per un istante sospeso davanti a sé come per un'offerta a chissą quale degli antichi dči e aveva predetto che in quel bambino ci sarebbero stati tre uomini.
Un uomo buono, un uomo forte e un uomo coraggioso.
Jim si chiedeva spesso se il vecchio capo non fosse rimasto deluso.
In ogni caso, la profezia forse non si era avverata ma il nome era rimasto.
Tįį' Hastiin
Tre Uomini
Inviato da: pauline6
il 26/04/2007 alle 09:57
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