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MEDITAZIONE: Jiddu Krishnamurti

Post n°15 pubblicato il 07 Marzo 2013 da giuisgrocattafi
 
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MEDITAZIONE

 Jiddu Krishnamurti

 

 

Per sfuggire ai propri conflitti 

l’uomo ha inventato molte forme dimeditazione, basate sul desiderio, sulla volontà e sull’avidità diconseguimenti, che implicano il conflitto e una lotta per raggiungere ilsuccesso. (in tale sforzo conscio e deliberato risente sempre dei limiti dellamente condizionata, e non c’è libertà in ciò. Ogni sforzo di meditare è lanegazione stessa della meditazione.

Lameditazione è la fine del pensiero. Solo allora si ha una dimensione diversa aldi là del tempo.

marzo 1979

 

Una mente meditativa

 è silenziosa. Non quel silenzio che può essere concepito dal pensiero; non il silenzio di una placida sera; ma quel silenzio che sorge quando il pensie­ro,con tutte le sue immagini, tutte le sue parole e tutte le sue percezioni, èinteramente cessato. Questa mente meditativa è la mente religiosa: la religionein cui non vi sono chie­se, templi, canti.

Lamente religiosa è l’esplosione dell’a­more: l’amore che non conosceseparazione. Per questo amore il lontano è vicino. Non è l’uno né i molti,bensì quello stato di amore in cui cessano tutte le divisioni. Come la bel­lezza,non è a misura delle parole. Solo a partire da questo silenzio agisce la mentemedi­tativa.

 

La meditazione è una delle più grandi ar­ti della vita, 

forse la più grande, e non la si può assolutamente imparare da nessuno, questa è la sua bellezza. Non c’è tecnica equindi non c’è autorità. Quando imparate qualcosa su di voi, osservatevi, osservate il modo in cui camminate, il modo in cui man­giate, ciò che dite, lechiacchiere, l’odio, la gelosia: se siete consapevoli di tutte queste cose dentro di voi, senza alternativa, ciò fa parte della meditazione.

Puòesserci meditazione, dunque, quando sedete in un autobus o passeggiate in un bo­scopieno di luce e di ombre, o ascoltate il canto degli uccelli o guardate il visodi vostra moglie o del vostro bambino.

 

È strano come la meditazione divenga to­talizzante;

non ha fine né principio. È come una gocciadi pioggia: in quella goccia ci sono tutti i corsi d’acqua, i grandi fiumi, imari e le cascate; la goccia nutre la terra e l’uomo: senza quella goccia laterra sarebbe un deser­to. Senza la meditazione il cuore diventa un deserto,una landa desolata.

 

Meditazione è scoprire 

seil cervello, con tutte le sue attività, le sue esperienze, può essere assolutamente acquietato. Non costret­to, perché quando c’è costrizione, c’èdualità. L’entità che dice: «Vorrei avere esperienze meravigliose, perciò devo costringere il mio cervello a essere quieto», non ci riuscirà mai. Ma secominciate a indagare, a osservare, ad ascoltare tutti i movimenti delpensiero, i suoi condizionamenti, i suoi slanci, le sue paure, i suoi piaceri,a guardare come fun­ziona, allora vedrete che il cervello diventeràestremamente quieto; una quiete che non è sonno ma è straordinariamente attivae quin­di è quiete. Una grossa dinamo che funzioni perfettamente, quasi non farumore; soltanto quando c’è attrito c’è rumore.

 

Il silenzio e la vastità si accompagnano. 

L’immensità del silenzio è l’immensità della mente in cui non esiste un centro.

 

Lameditazione è ardua.

Esige la più al­ta forma di disciplina: nonvuole conformi­smo, non vuole imitazione, non vuole obbe­dienza, ma vuole una disciplina che passi attraverso la costante consapevolezza delle cose fuori dite e delle cose dentro di te. La me­ditazione, quindi, non è attivitànell’isolamento, bensì azione nella vita quotidiana che esige cooperazione,sensibilità e intelligenza. Senza il fondamento di una vita retta la me­ditazionediventa una fuga e non ha più valore. Una vita retta non è obbedienza alla morale sociale, bensì libertà dall’invidia, dalla cupidigia e dalla ricerca delpotere, che ge­nerano l’inimicizia. La libertà da questi mali non passaattraverso l’attività della volontà, ma attraverso la consapevolezza che ne acquistiamo con l’autoconoscenza. Senza cono­scere le attività del sé lameditazione diventa esaltazione dei sensi e perde ogni significato.

 

La continua ricerca di esperienze più va­ste,

più profonde e trascendenti è una forma difuga dalla realtà effettiva di “ciò che è”, vale a dire da noi stessi, dallanostra mente con­dizionata. Perché una mente sveglia, intelli­gente, libera,dovrebbe aver bisogno di espe­rienze, perché dovrebbe avere “esperienze”? Laluce è luce; non richiede altra luce.

 

La meditazione è una cosa tra le più straordinarie.

Non conoscerla vuol dire essere come un cieco in un mondo di colori splendenti, di ombre e luci cangianti. Non èquestione di intelletto, ma, quando il cuore entra nella mente, la mente assumeuna qua­lità completamente diversa; diviene realmen­te illimitata, non soloquanto alla sua capa­cità di pensare, di agire in modo efficace, ma anche perla sensazione di vivere in un vasto spazio nel quale siamo parte di tutto.

La meditazione è il movimento dell’amore. Non l’amore del singolo o di molti. È come l’acqua che tutti possono bere da qualsia­si recipiente, che sia un vasod’oro o una brocca d’argilla: è inesauribile. E accade una cosa particolare,che né le droghe né l’autoi­pnosi possono dare: è come se la mente entrasse inse stessa, dapprima alla superficie, per poi penetrare sempre più profondamen­te, finché profondità e altezza non hanno più senso e ogni sistema di misura scompare. In questo stato vi è una pace totale, non la sod­disfazione chederiva dalla gratificazione, ma una pace che ha in sé ordine, bellezza e in­tensità. Può essere distrutta, così come si può distruggere un fiore, eppure, proprio acausa della sua vulnerabilità, è indistruttibile. Que­sta meditazione non la sipuò apprendere da un altro. Dovete cominciare senza saperne nulla e muovervi nell’innocenza.

Il terreno in cui può nascere la mente me­ditativa è quello della vita quotidiana,la lot­ta, il dolore e la gioia fugace. È lì che deve nascere, e recare ordine,e da lì muoversi all’infinito. Ma se vi interessa solo l’ordine, al­loral’ordine stesso porterà con sé il proprio limite, e la mente ne sarà prigioniera. In que­sto movimento dovete in qualche modo co­minciare dall’altroestremo, dalla sponda opposta, e non curarvi soltanto di questa spon­da e dicome attraverserete il fiume. Dovete gettarvi nel fiume senza saper nuotare. Eil bello della meditazione è che non sapete mai dove siete, dove andate e qualè la meta.

 

La meditazione non è qualcosa di diverso dalla vita quotidiana;

non rintanatevi in un angolo della stanza a meditare dieci minuti per poi andare a fare i macellai, e non solo in sens metaforico.

La meditazione è una delle cose più serie. Potete meditare tutto il giorno, in  ufficio, con la famiglia, quando dite a qualcuno: «Ti amo», mentre osservate ivostri figli. Ma poi gli insegnate a divenire soldati,  a identificarsi con la nazione, a venerare la bandiera, li educate a entrare in questa trap­pola del mondo moderno.

Osservare queste cose, rendersi conto del vostro ruolo in esse, fa parte della meditazio­ne. E quando meditate così vi scoprirete una bellezza straordinaria; agireterettamente in ogni momento; e se per una volta sbagliate non importa, lo faretedi nuovo senza perder tempo con i rimpianti. La meditazione è parte della vita, non è qualcosa di diverso.

 

Se hai intenzione di meditare,

non sarà me­ditazione. Se hai intenzione di essere buono, la bontà non fiorirà mai. Se coltivi l’umiltà, essa cessa diessere. La meditazione è come la brezza che entra quando lasci la finestra aperta; ma se di proposito la tieni aperta, di proposito la inviti a venire,non apparirà mai.

 

La meditazione non è un mezzo per un fine. 

È insieme e il mezzo e il fine.

 

Che cosa straordinaria è la meditazione!

Se è una qualsiasi costrizione, un qualsiasi sforzo per far sì che il pensiero si adatti, per spingerlo a imitare, allora la meditazione diviene un pesante fardello. Il silenzio che si desideracessa di essere illuminante; se è inteso a procurare visioni ed esperienze, allora porta all’illusione e all’autoipnosi. Solo nel fiorire del pensiero enella sua conseguente cessazione la meditazione ha senso; il pensie­ro puòfiorire solo nella libertà, non nell’al­largarsi dei modelli di conoscenza. La cono­scenza può dare esperienze sempre nuove, sempre più sensazionali, ma unamente sem­pre alla ricerca di esperienze di qualsiasi ge­nere è immatura. La maturità è la libertà da ogni esperienza; non è più sottoposta a nes­sunainfluenza sia a essere sia a non essere.

La maturità nella meditazione è la libera­zione della mente dalla conoscenza, poiché questa forma e controlla tutta l’esperienza. Una mente che è luce per se stessa non ha bi­sogno di esperienza. Immaturità è bramare una maggiore e piùvasta esperienza. Meditazione significa spaziare attraverso il mondo della conoscenza ed esserne liberi per entrare nell’ignoto.

 

Dovete scoprirlo da soli, 

senza l’aiuto di  nessuno. Abbiamo avuto l’autorità degliinsegnanti, dei redentori e dei maestri. Se volete davvero scoprire cosa sia lameditazione, do­vete mettere assolutamente, totalmente da parte ogni autorità.

 

Felicità e piacere 

possono essere acquistati in qualsiasi mercato per una data somma. Ma la beatitudine non ha prezzo: non potetecomperarla né per voi stessi né per un altro. La felicità e il piacere sonovincolati al tem­po. La beatitudine esiste solo nella libertà totale. Il piacere e la felicità possono essere cercati, e trovati, in molti modi. Ma vanno e vengono. La beatitudine, quella misteriosa sensazione di gioia, non ha motivo. Non po­tete cercarla. Quando c’è, a seconda della qualità della mente,rimane lì: eterna, incausata, non misurabile in termini di tempo. Meditazione non è inseguire il piacere o ri­cercare la felicità. Meditazione, al contrario, è uno stato mentale in cui non vi sono con­cetti né formule, e quindi c’èlibertà totale. La beatitudine viene, non cercata e non invi­tata, solo in unasimile mente. Una volta li, per quanto possiate vivere nel mondo con tutto ilsuo rumore, i suoi piaceri e la sua brutalità, questi non potranno toccare lamente. Una volta lì, il conflitto è cessato. Ma la fine del conflitto non equivale necessariamente alla libertà totale. Meditazione è la mente che simuove in questa libertà. In tale esplosione di beatitudine gli occhi diventanoinnocenti, e l’amore diviene benedizione.

 

Non so se avete mai notato

che quando prestate un’attenzione totalec’è un completo silenzio. E in quell’attenzione non ci sono confini, non c’è un centro, un “io” consapevole o attento. Quell’attenzione, quel silen­zio, sonouno stato di meditazione.

 


 
 
 
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