Creato da vera_a.v il 25/05/2008

Welcome To My Life!

.. Non si è mai abbastanza lontani per non trovarsi..

AREA PERSONALE

 

...

Il mio Cuore
non ti è mai stato infedele
anche se la lontananza
sembrava attenuare
la mia fiamma
potrei forse allontanarmi
da me stesso? No!
Come potrei abbandonare
la mia anima che è chiusa
nel tuo petto?!?

 


‘E femmene so’ comme è stelle
Si te pierde l’he ‘a guardà
Ce ne stanno a mille a mille
Peccerelle, so’ scintille
Ca pazzeano mmiezo ‘o ffuoco

E pircio’ n’ ‘e ppuo’ acchiappa’
Si ll’affierre ‘e ffaie stutà
Lass’ è stà lass è vula
Pò te cuoce, te faje male
E cù cchi t’à vuò piglià ?

Si sapisse comme é bello
A vedè sti lampetelle
Ca se specchiano int’all’uocchie
è chi è ssape accarezzà

una è lloro é ‘a stella mia
pecché quanno ‘a notte è scura
e stu core s’appaura
pare comme si ‘a sentesse
che me dice;” Aize ‘a capa, siente addore ?
Guarda ‘ncielo e staje sicuro,
tanto io stongo sempe ccà !

 

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.. FRASI CELEBRI..

"Ho superato quelle mura con l'ali leggere dell'amore, poichè non v'è ostacolo di pietra che possa arrestare il passo dell'amore"

    "Non mi stupiva il candore del giglio né il rosso della rosa. Solo immagini per me, solo figure a somiglianza tua, tu il modello di tutto. Ma tu lontana a me. Sembrava inverno, e di giocare cercando la tua ombra fra essi"                                                                                     

                                                                                               - William Shakespeare -

 

FRASI DAI FILM....

Da Harry ti presento Sally:

"Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi, ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich, amo la ruga che ti viene sul naso quando mi guardi come se fossi pazzo, mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf e sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perché mi sento solo. E non è perché è la notte di capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile!"

Da Hitch:

"Non è importante quanti respiri fai nel corso di una vita, ciò che è importante sono i momenti che i respiri te lo tolgono..."

Da I segreti di Brokeback Mountain:

"Il fatto è che certe volte mi manchi così tanto che ho paura di non farcela..."

Da Romeo & Giulietta:

"Ho il mantello della notte che mi nasconde, però se non mi ami fai pure che mi trovino, sarebbe meglio morire per mani loro che continuare a vivere senza il tuo amore..."

Da City of Angels:

"Avrei preferito un solo respiro dei suoi capelli. Avrei preferito un solo bacio della sua bocca. Avrei preferito un solo tocco della sua mano, che vivere un'eternità senza. Uno solo."

Da Moulin rouge:

"La cosa più grande che tu possa imparare, è amare e lasciarti amare."

 

E QUI.. UN Pò DI MUSICA ^.^

 Qui di seguito pian piano metterò tutte le canzoni che in un modo o nerll'altro hanno segnato e segneranno la mia vita.. la musica, colonna sonora dei miei passi..

 I'm Yours - Jason Mraz

Alla mia età - Tiziano Ferro

Se bruciasse la città - Massimo Ranieri

Da Moulin Rouge
Your Song di Ewan McGregor

 

Quello che sento - Carmen Consoli

 

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Io Ci STO!

Post n°37 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da vera_a.v

Vi lancio una sfida! Nel mondo dei blog siamo numerosi, pero', possiamo riuscirci a far girare un messaggio a tutti ed è  per una causa buonissima ANTIPEDOFILIA! Perche' episodi su tanti bambini siano solo un brutto ricordo per tutti. Daremo un segnale... CREDIAMOCI INSIEME!! Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e,dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma... come dire  IO CI STO!!

Combattiamo insieme:
Goldrake - Actarus - Neruda74s - Antonio - missfiore - ladyviolet991 - navyseal2006 - sersir82- lamollysonoio- sto_come_i_pazzi- frankd8-MADE-IN-SICILIA-Comandantenico-aira1975 gulp2003-stefy71sl -BABYFARFALLABLU-Vera_a.v

 
 
 

In piazza per Saviano

Post n°36 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da vera_a.v
 

Una manifestazione studentesca pro Saviano è in programma il 27 Ottobre presso l'istituto Universitario "Orientale" di Napoli, dalle ore 18 alle 23.

L’Associazione Studenti Napoletani Contro La Camorra e la NACO – Nuova Anticamorra Organizzata, invitano le associazioni giovanili, le associazioni studentesche e i giovani tutti, a compiere un gesto semplice e simbolico come quello di indossare nei prossimi giorni un nastrino, un indumento, un accessorio o qualsiasi altra cosa, di colore Fucsia.
Fucsia come i coltelli di Gomorra.

Quei coltelli che simboleggiano insieme la malvagità e la prepotenza dei clan camorristici che da anni tengono in pugno il territorio campano, ma che sono anche una lama di speranza.

Una lama capace di tagliare il velo d’ombra che per troppo tempo ha coperto questo territorio.

 
 
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da vera_a.v

 
 
 

Ringraziamenti di Roberto Saviano..

Post n°34 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da vera_a.v
 

Di seguito posterò la lettera di ringraziamento di Roberto Saviano,
pubblicata sul quotidiano "La Repubblica", rivolta ad ognuna delle
persone che glui sono vicino, che lo aiutano a non sentirsi solo,
perchè Roberto è uno di noi..
.. perchè ognuno di noi dovrebbe sentirsi ROBERTO SAVIANO!

"GRAZIE per tutto quanto state facendo. È difficile dimostrare
quanto sia importante per me quello che è successo in questi giorni.
Quanto mi abbia colpito e rincuorato, commosso e sbalordito sino a
lasciarmi quasi senza parole. Non avrei mai immaginato che potesse
accadere niente di simile, mai mi sarei sognato una tale reazione a
catena di affetto e solidarietà.

Grazie al Presidente della Repubblica, che, come già in passato, mi ha
espresso una vicinanza in cui non ho sentito solo l'appoggio della più
alta carica di questo paese, ma la sincera partecipazione di un uomo
che viene dalla mia terra.

Grazie al presidente del Consiglio e a quei ministri che hanno voluto
dimostrarmi la loro solidarietà sottolineando che la mia lotta non
dev'essere vista disgiunta dall'operato delle forze che
rappresentano lo Stato e anche dall'impegno di tutti coloro che
hanno il coraggio di non piegarsi al predominio della criminalità
organizzata.
Grazie allo sforzo intensificato nel territorio del clan dei Casalesi,
con la speranza che si vada avanti sino a quando i due latitanti
Michele Zagaria e Antonio Iovine - i boss-manager che investono
a Roma come a
Parma e Milano - possano essere finalmente arrestati.

Grazie all'opposizione e ai ministri ombra che hanno appoggiato il mio
impegno e quanto il governo ha fatto per la mia sicurezza.
Scorgendo nella mia lotta una lotta al di là di ogni parte.

Le letture delle mie parole che sono state fatte in questi giorni nelle
piazze mi hanno fatto un piacere immenso.
Come avrei voluto essere lì, in ogni piazza, ad ascoltare.
A vedere ogni viso. A ringraziare ogni persona,
a dirgli quanto era importante per me il suo gesto.

Perché ora quelle parole non sono più le mie parole. Hanno smesso di
avere un autore, sono divenute la voce di tutti. Un grande, infinito
coro che risuona da ogni parte d'Italia. Un libro che ha smesso di
essere fatto di carta e di simboli stampati nero su bianco ed è
divenuto voce e carne.
Grazie a chi ha sentito che il mio dolore era il suo dolore e ha provato
a immaginare i morsi della solitudine.

Grazie a tutti coloro che hanno ricordato le persone che vivono
nella mia stessa condizione rendendole così un po' meno sole,
un po' meno invisibili e dimenticate.
Grazie a tutti coloro che mi hanno difeso dalle accuse di aver offeso e
diffamato la mia terra e a tutti coloro che mi hanno offerto una casa
non facendomi sentire come uno che si è messo nei guai da solo e ora
è giusto che si arrangi.

Grazie a chi mi ha difeso dall'accusa di essere un fenomeno mediatico,
mostrando che i media possono essere utilizzati come strumento per
mutare la consapevolezza delle persone e non solo per intrattenere
telespettatori.

Grazie alle trasmissioni televisive che hanno dato spazio alla mia
vicenda, che hanno fatto luce su quel che accade, grazie ai
telegiornali che hanno seguito momento per momento mutando
spesso la scaletta solita dando attenzione a storie prima ignorate.

Grazie alle radio che hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e
commenti, grazie specialmente a Fahrenheit (Radio 3) che ha
organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono
alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo
e della società civile.
Voci che si suturano ad altre voci.

Grazie a chi, in questi giorni, dai quotidiani, alle agenzie stampa,
alle testate online, ai blog, ha diffuso notizie e dato spazio a
riflessioni e approfondimenti.
Da questo Sud spesso dimenticato si può vedere meglio che altrove
quanto i media possano avere talora un ruolo davvero determinante.
Grazie per aver permesso, nonostante il solito cinismo degli scettici,
che si formasse una nuova sensibilità verso tematiche per troppo
tempo relegate ai margini. Perché raccontare significa resistere e
resistere significa preparare le condizioni per un cambiamento.

Grazie ai social network Facebook e Myspace, da cui ho ricevuto
migliaia di messaggi e gesti di vicinanza, che hanno creato una
comunity dove la virtualità era il preludio più immediato per le
iniziative poi organizzate in
piazza da persone in carne e ossa.

Grazie ai professori delle scuole che hanno parlato con i ragazzi,
grazie a tutti coloro che hanno fatto leggere e commentare brani del
mio libro in classe.
Grazie alle scuole che hanno sentito queste storie le loro storie.
Grazie a tutte le città che mi hanno offerto la cittadinanza onoraria,
a queste chiedo di avere altrettanta attenzione a chi concedono gli
appalti e a non considerare estranei i loro imprenditori e i loro affari
dagli intrecci della criminalità organizzata.

E grazie al mio quotidiano e ai premi Nobel e ai colleghi scrittori di
tante nazionalità che hanno scritto e firmato un appello in mio
appoggio, scorgendo nella vicenda che mi ha riguardato
qualcosa che travalica le problematiche di questo paese e facendomi
sentire a pieno titolo un cittadino del mondo.

Eppure Cesare Pavese scrive che 'un paese ci vuole, non fosse che
per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli,
sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo,
che anche quando non ci sei resta ad aspettarti'.

Io spesso in questi anni ho pensato che la cosa più dura era che
nessuno fosse lì ad aspettarmi. Ora so, grazie alle firme di migliaia di
cittadini, che non è più così, che qualcosa di mio è diventato qualcosa
di nostro. E che paese non è più - dopo questa esperienza - un'entità
geografica, ma che il mio paese è quell'insieme di donne e uomini che
hanno deciso di resistere, di mutare e di partecipare, ciascuno facendo
bene le cose che sa fare.
Grazie".


Hai aiutato tutti noi a vedere e comprendere il marcio che ci circonda...
... GRAZIE A TE!!!

 
 
 

Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da vera_a.v

Si pente killer dei Casalesi
Si tratta di Emilio Di Caterino, arrestato il 16 ottobre
 
Ancora un pentito tra i Casalesi, riferisce Il Mattino:
Emilio Di Caterino, detto "Capa Grossa",
arrestato il 16 ottobre a Terni,
collabora con la giustizia. La sua famiglia e'
gia' sotto protezione e la sua collaborazione
- secondo il giornale - arriva dopo quella di
Oreste Spagnuolo, altro elemento di spicco
dell'ala stragista del clan che fa capo al
latitante Giuseppe Setola. Di Caterino, una moglie
e tre figli di 4, sei e 9 anni, aveva gia' lasciato il
Casertano per trasferirsi a Terni.

 
 
 

Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da vera_a.v
 

 Sei Nobel a difendere Saviano

Fo, Gorbaciov, Grass, Montalcini, Pamuk e Tutu:
sei Nobel lanciano un appello allo Stato:
"La sua libertà riguarda tutti noi".
E pensare che Emilio Fede si permetteva il lusso di
parlare dei guadagni dello scrittore dalla vita blindata...

Che Roberto Saviano avesse un ampio seguito è cosa nota.
E non solo per il successo del suo libro Gomorra.
Ormai il giovane
scrittore è diventato il simbolo di quegli italiani - e sono in tanti - che
si riconoscono nella lotta e denuncia alla criminilità organizzata
intrapresa dal giovane scrittore nel suo libro. Ora Saviano vive
una vita blindata, perennemente scortato.
A rendere
ancora più evidente il pericolo di cui
è permeata ormai la sua vita
è la recente rivelazione di una relazione
dell'Antimafia scritta da un agente di polizia giudiziaria di un imminente
attentato pianificato dai Casalesi che volevano eliminare fisicamente
il giovane scrittore
.
Da anni ormai Saviano vive sotto scorta
lontano dalla sua Napoli
.
La società civile è tutta dalla sua parte ma la storia
ci insegna che la cosa peggiore che possa succedere a un cittadino che
da solo ha deciso di lanciare una battaglia ambiziosa contro la
criminalità organizzata è la solitudine.

Non basta la mobilitazione dell'opinione pubblica per proteggere
una persona, ci vuole di più. Ed è proprio per
questa ragione che vari
premi Nobel hanno lanciato un appello allo Stato
affinché si prenda cura della sicurezza di Saviano
.
"Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra - si può leggere
nell'appello pubblicato sulle pagine di Repubblica  -
per aver
denunciato le sue azioni criminali in Gomorra, un libro tradotto e
letto in tutto il mondo.
E' minacciata la sua libertà, la sua autonomia
di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una
vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo
Paese"
.
A firmare l'appello sono vari premi Nobel: da Dario Fo, dallo
scrittore tedesco Guenter Grass e dal turco Orhan Pamuk,
Nobel per la letteratura; da Mikhail Gorbaciov e
dall'arcivescovo sudafricano
Desmond Tutu, Nobel per la pace; da Rita Levi Montalcini,
Nobel per la medicina.

"Un giovane scrittore - prosegue l'appello -, colpevole di aver indagato
il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura,
è
costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra
dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non
scrivere sul suo giornale, Repubblica, e di tacere
.
Lo Stato deve fare
ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra
. Ma il caso
Saviano non è soltanto un problema di polizia. E' un problema di
democrazia.
La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti,
come cittadini.
Con  questa firma - concludono i sei premi
Nobel - vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre
chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che
tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008". E pensare che
Emilio Fede si era permesso il lusso di esprimere durante il Tg4 giudizi
sarcastici nei confronti del giovane scrittore, dicendo che Saviano aveva
cavalcato l'onda del successo e che i diritti del libro prima e del film dopo
gli avrebbero fruttato non pochi soldi.

Ma siamo sicuri che lo Stato farà di tutto per proteggerlo?
Anche Falcone e Borsellino vivevano sotto scorta. 
Eppure sappiamo tutti com'è andata a finire...

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 19 Ottobre 2008 da vera_a.v
 

La denuncia dell'autore di "Gomorra":
"Circondato dall'odio per le mie parole"
 

"Andrò via dall'Italia, almeno per un periodo e poi si vedrà...",
dice Roberto Saviano. "Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato,
in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non
fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente.
Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare
a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi
per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è
nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna
ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero
di me stesso, del mio libro, del mio successo.
"Fanculo il successo.
Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi,
bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un
libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare,
prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza
paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei
amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come
se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita
noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni!

E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia
passione e la mia resistenza e io,
per scrivere, ho bisogno di affondare
le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore

e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una
caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento
chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è
successo o può succedere.
In uno stato di smarrimento e precarietà
perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi,
quale che sia la cosa da fare.
A volte mi sorprendo a pensare
queste parole: rivoglio indietro la mia vita.
Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me".....
"Sai, questa bolla di solitudine inespugnabile che mi stringe fa di
me un uomo peggiore. Nessuno ci pensa e nemmeno io fino all'anno
scorso ci ho mai pensato. In privato sono diventato
una persona non bella: sospettoso, guardingo.
Sì, diffidente al di là di ogni ragionevolezza. Mi capita di pensare
che ognuno voglia rubarmi qualcosa, in ogni caso raggirarmi,
"usarmi". E' come se la mia umanità si fosse impoverita, si stesse
immeschinendo. Come se prevalesse con costanza un lato oscuro
di me stesso. Non è piacevole accorgersene e soprattutto io non
sono così, non voglio essere così. Fino a un anno fa potevo ancora
chiudere gli occhi, fingere di non sapere. [...]
Oggi, se mi guardo alle spalle, vedo macerie e un tempo
irrimediabilmente perduto che non posso più afferrare ma ricostruire
soltanto se non vivrò più, come faccio ora, come un latitante in fuga.
In cattività, guardato a vista dai carabinieri, rinchiuso in una cella,
deve vivere Sandokan, Francesco Schiavone, il boss dei Casalesi.
Se lo è meritato per la violenza, i veleni e la morte con cui ha
innaffiato la Campania, ma
qual è il mio delitto?
Perché io devo vivere come un recluso, un lebbroso, nascosto alla vita,
al mondo, agli uomini? Qual è la mia malattia, la mia infezione?
Qual è la mia colpa?
Ho voluto soltanto raccontare una storia,
la storia della mia gente, della mia terra, le storie della sua umiliazione". [...]
"Sono solo uno scrittore, mi dico, e ho usato soltanto le parole.
Loro, di questo, hanno paura: delle parole.
Non è meraviglioso?
Le parole sono sufficienti a disarmarli, a sconfiggerli, a vederli in
ginocchio. E allora ben vengano le parole e che siano tante.
Sia benedetto il mercato, se chiede altre parole, altri racconti,
altre rappresentazioni dei Casalesi e delle mafie. Ogni nuovo libro
che si pubblica e si vende sarà per loro una sconfitta.
E' il peso delle
parole che ha messo in movimento le coscienze, la pubblica opinione, l'informazione".

"SE PERDE SAVIANO, PERDEREMO IRRIMEDIABILMENTE OGNUNO DI NOI"

Dal Quotidiano "La Repubblica"

Solidarietà va anche alla giornalista de "Il Mattino" ,
Rosaria Capacchione, che dal 1985 si occupa di casi
giudiziari e delitti del clan dei Casalesi, sotto scorta da un paio
d’anni, dopo aver ricevuto esplicite minacce

e al pm
Cantone,
titolare di indagini contro i boss casertani, e a tutti coloro che si battono
in prima persona per debellare questto "impero del male"
.


 
 
 

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da vera_a.v

.. Dolce Notte!

 
 
 

Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 04 Ottobre 2008 da vera_a.v

Le donne sono come le mele su un albero: le migliori sono in cima…
La maggior parte degli uomini non vogliono arrivare alle migliori perchè
hanno paura di cadere e farsi male, così preferiscono prendere quelle
che sono cadute a terra e che, pur non essendo così buone, sono
facili da raggiungere…
A volte le mele che stanno sulla cima dell'albero
pensano che ci sia qualcosa che non va in loro,
quando in realtà sono
semplicemente "Meravigliose", devono solo essere pazienti e
aspettare
che l'uomo giusto arrivi, colui che sia così coraggioso da arrampicarsi
fino alla cima dell'albero…
Non devono cadere per essere raggiunte: chi avrà
bisogno di loro, e le amerà, farà di TUTTO per raggiungerle…
La donna è uscita dalla costola dell'uomo…
Non dai piedi perché dovesse essere pestata…
Né dalla testa per essere superiore…
Ma dal fianco per essere uguale…
Un pò più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del
cuore per essere AMATA…

 
 
 

Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 30 Settembre 2008 da vera_a.v

PERCHÈ GESÙ MORÌ ?

Perché Gesù s'è lasciato crocifiggere, quando aveva in Sé tutta la potenza
per liberarsi dai nemici?
Parecchie volte Gesù sfuggì alle mani di quelli che cercavano di farlo morire.
In Getsemani, quando Giuda venne per tradirlo, bastò che Gesù dicesse:
"Sono io", perché tutti i soldati cadessero a terra. Nessuno avrebbe potuto
mettere le mani su Gesù, se Egli non l'avesse permesso.
Perché dunque s'è lasciato condurre «come un agnello allo scannatoio,
come una pecora muta dinanzi a chi la tosa»? perché non ha aperto la
bocca? (Matteo 26:62; 27:12-14). Perché ha dato se stesso alla morte?
(Isaia 53:12).
Perché? Per amore per Dio suo Padre, di cui stava compiendo l'opera della
salvezza alla croce. Per amore per me peccatore, per voi, cari lettori,
ch'Egli voleva liberare per sempre dalla condanna eterna.

«Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita,
per ripigliarla poi.
Nessuno me la toglie, ma la depongo da me»
(Giovanni 10:17).
«Io sono il buon Pastore; il buon Pastore dà la sua vita per le pecore»
(Giovanni 10:11).
«Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine»
(Giovanni 13:1).
«Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo,
ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui. Chi crede in lui non è
giudicato; chi non crede è già giudicato» (Giovanni 3:17,18).
«Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi» (Efesini 5:2), «diede
se stesso come prezzo di riscatto per tutti» (1 Timoteo 2:6).

dal sito "il cammino cristiano"

 
 
 

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