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« Brutte pagine di storia italianaAutoincoraggiamento »

La pochezza della politica

Post n°786 pubblicato il 19 Maggio 2011 da vertiginek

 L’inferno di Misurata deve essere fuori da ogni possibile, umana immaginazione. Un conto è leggere le cronache della guerra, un altro è ascoltare il racconto di chi in mezzo a bombe e granate ci si è trovato. Un conto è guardare in tv le immagini dei barconi della speranza che arrivano a Lampedusa, un altro è ascoltare il racconto di un viaggio in mezzo al mare in tempesta, al buio e con il terrore che gli scafisti pronti a tutto, pure a buttare in acqua i bambini, se serve a tenere lontano i guai. Ieri ho conosciuto Jessica. Sette mesi appena, bellissima, con un visino triste e sofferto e due occhi da paura. Mi ha subito buttato le braccia al collo, ho pensato che a colpirla potevano essere stati i miei occhiali da vista con gli strass, invece ha cominciato, e continuato, ad accarezzare il mio tatuaggio. E’ difficile spiegare perché i bambini vengano attratti da particolari che molti di noi a volte neppure vedono. L’ho tenuta in braccio per quasi dieci minuti, poi l’ho lasciata e sono tornata al mio lavoro. Ho guardato i suoi genitori, giovanissimi, del Burkina Faso: chissà se avranno creduto davvero di aver trovato un goccio di felicità in Libia quando si sono trasferiti due anni fa. Poi la guerra. La miseria. Morti e terrore. Esplosioni e incendi. La fuga. Disperata e non scontata. Per tutta la mattina ho seguito con interesse e passione le schermaglie politiche su centrodestra e centrosinistra che sul tema dell’accoglienza non risparmiano attacchi reciproci. Poi, dopo alcune ore, è arrivata Jessica: non mangiava dalla mattina ma non piangeva; aveva bisogno di un pannolino pulito ma non si lamentava. Che può saperne lei di quegli adulti che hanno litigato ferocemente tutto il giorno in attesa che lei, i suoi genitori e gli altri arrivassero in città. Litighino ancora i signori delle poltrone: ma lo facciano davanti a Jessica. Per favore.  

 
 
 
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