Vertigine

Letterina a Babbo Natale: "Vorrei tre giorni di sonno"

 Avevo tanto sonno ieri sera. Stranamente mi sono addormentata quasi subito. Giusto un'ora. Il tempo che quegli stronzi si organizzassero, sequestrassero tutti, li chiudessero in una stanza, li tenessero sotto il tiro di pistole e fucili e raccattassero fino all'ultimo euro e all'ultimo rolex. Cazzo, che sonno!

Tena men, occhio al pacco

 Dopo il Tena lady, ecco il Tena men. Praticamente la versione maschile del pannolino che serve a contenere piccole e meno piccole perdite urinarie. Stamattina, sfogliando i quotidiani, sono incappata più di una volta nella pubblicità che mostra il “taglio” centrale di un uomo in slip bianchi, discretamente dotato. Poi, a buttarci l'occhio un po' meglio e a leggere la pubblicità (“Solo tu sai che lo indossi”), si capisce che il pacco è in realtà un pacco. Come il pacco del fratello di Giorgio. Una domenica, al mare, conosco Alessandro. Giorgio me lo presenta e lo invita a rimanere sotto l'ombrellone con noi. Lui si toglie i bermuda e... sorpresone. Inutile far finta di niente, anche le due vicine di sdraio osservano con molto interesse. Giorgio sta sulle sue e che è infastidito lo capisce anche un cretino. Poi sbotta e mi fa: “Via, sembra che abbia il pacco ma si tratta di un pacco. E' tutta ernia, a settembre lo operano”.

Bocche larghe a pranzo

 Mi sono alzata di buon'ora ieri mattina. Avevo voglia di cucinare. Finalmente sono riuscita a passare una mattinata in cucina. Telefono spento, per una volta. Ospiti a pranzo i miei amici. Menù: risotto con pere e taleggio, bocconcini di pollo al curry. La cucina profuma ancora. Complimenti alla cuoca. E a quelle bocche larghe che quasi quasi avrebbero leccato anche il piatto. Prossima volta, pappa al pomodoro.  

Anche palle vintage per il mio albero di Natale

Ultimi acquisti per il mio albero di Natale. Non ho resistito e in un mercatino vintage ho comprato quattro meravigliose palle artigianali. Su una è impressa una data: 1934. Le ho viste e ho deciso che dovevano essere mie. Un colpo di fulmine. Sono bellissime. Per metà color oro e per metà in vetro trasparente con all'interno tipici disegni natalizi. Quattro ce n'erano e quattro ne ho comprate. Il signore che me le ha vendute mi ha detto che per almeno dieci anni le ha puntualmente esposte e puntualmente riportate indietro. "Non sono mai piaciute a nessuno", mi ha detto. Io le trovo deliziose, anzi meravigliose. Saranno il pezzo forte del mio albero. Non vedo l'ora che sia domani.  

A pranzo con il vescovo

 Non mi era mai successo di pranzare con un vescovo. C'è sempre una prima volta. Un pranzo di lavoro durante il quale ho confermato molte sfaccettature che mi appartengono e che molto spesso nascondo senza ricordarmi dove. E quando le cerco perché mi servono, sistematicamente non le trovo. Oggi sono stata fortunata. Ci ho messo un po', ma poi la ricerca ha dato i risultati sperati. E soprattutto attesi dal mio direttore. Sarei una persona duttile, di fatto non lo sono mai. Mi adatto, quando ho voglia, a luogo, cose, persona, argomento. Sarei anche comunicativa, di fatto lo sono a volte. Sarei anche capace di ascoltare, di fatto lo faccio poche volte (ma non è colpa mia se solo poche volte mi capita di incontrare gente che valga la pena ascoltare). Sarei anche disponibile, di fatto lo sono raramente perché raramente conviene. Oggi, sono stata, nell'ordine: comunicativa, duttile, capace di ascoltare e disponibile. Una somma di condizioni che mi ha stupito. Per un fatto in particolare: sono stata sincera. Si vede che questo vescovo così ruspante che impreca contro il telefonino che squilla ("c'è sempre qualcuno che rompe quando non deve!!") e contro chi parla male di lui ("che me ne frega!!) mi ha fatto sembrare tutto più a portata di mano.