Creato da Templar_80 il 19/06/2009

MONDO ALTERNATIVO

Pensate differente, siate liberi

 

INDIVIDUATO MISTERIOSO CERCHIO

Post n°21 pubblicato il 15 Dicembre 2013 da Templar_80
 
Foto di Templar_80

In Irlanda, nei pressi di Athlone, si trova il Lago Ree.

Questo lago, oltre ad essere la dimora di un leggendario mostro acquatico, ospita alcuni isolotti, fra cui l'isola Inchmore (Tiernan, che in gaelico significa "Lord").

Nella parte meridionale di questa isoletta dalla forma vagamente circolare si può notare (grazie al servizio offerto da Google Earth) una antica struttura circolare. Con molta probabilità potrebbe trattarsi di un antico sito simile a quello di Stonehenge.

Ho provato a documentarmi cercando di capire se il sito in questione fosse già noto e se fosse stato studiato, ma non ho trovato nulla al riguardo. Ritengo sarebbe il caso di sollecitare un sopraluogo da parte delle autorità archeologiche irlandesi.

Se è vero che la curiosità è la madre della sapienza, forse oggi avremmo tutti bisogno di essere molto più curiosi.

Auguro a tutti, con leggero anticipo, di passare delle buone feste. 

Simone Corradini

 
 
 

LA TEORIA MMAACH

Post n°20 pubblicato il 29 Ottobre 2013 da Templar_80
 

 LA TEORIA MMΛΛCH 

(o TEORIA DEGLI ANTICHI NAVIGANTI)

 di Simone Corradini

La Teoria MMAACH o “Teoria degli Antichi Naviganti” è frutto di una ricerca alternativa rispetto all’archeologia tradizionale e che quindi potrebbe essere considerata da molti fantascientifica e priva di fondamento. 

Questa teoria deve il proprio nome alle iniziali dei toponomi coi quali oggigiorno sono comunemente a noi note alcune isole, arcipelaghi o mari, ovvero Mauritius e Maldive, Mediterraneo, Azzorre, Americhe, Canarie ed infine Hawaii.

Non nego si tratti di una teoria ancora allo stato grezzo e non priva di lacune ma proprio per questo probabilmente potrà nel tempo essere ripresa, modificata e corretta grazie all’aggiunta di nuovi elementi che ricerche, collaborazioni e nuove scoperte porteranno con sé.

Il fulcro cui tutta la teoria ruota attorno è prima di tutto l’ incredibile diffusione sul globo dell’affascinante tipologia costruttiva di luoghi di culto e tumuli rappresentata dalle piramidi a gradoni e di conseguenza l’innegabile analogia che lega fra loro alcune delle suddette isole suggerendone l’appartenenza ad un’ unica colonizzazione marittima del passato.

Basandomi sulle ricerche condotte da altri ricercatori come il famoso Thor Heyerdahl, Gordon Kennedy o il meno famoso Marcello Cosci, nonchè su mie ricerche condotte di persona sia nell’Oceano Indiano, sia sulle isole Azzorre ed anche grazie all’utilizzo di quel prezioso strumento rappresentato dal web e dalle immagini satellitari fornite da Google Earth, sono riuscito a creare un insieme di sottili collegamenti che dal mio punto di vista hanno l’aspetto di una certezza.  Si tratta di indizi e prove che mi hanno portato a pensare che varie ipotesi potessero sposarsi fra loro fondendosi agevolmente in una teoria sconvolgente per alcuni, ma del tutto plausibile per altri.

Mauritius, Maldive, alcune isole del Mediterraneo, Azzorre, Canarie ed Hawaii hanno tutte in comune il fatto di essere isole (in molti casi vulcaniche ma questo è solo un caso), e di ospitare o aver ospitato piramidi a gradoni costruite a secco con la medesima tecnica assieme a muri chilometrici e talvolta strade lastricate. Se per un momento ci dimenticassimo delle Americhe centro meridionali e delle isole Hawaii (peraltro importantissime per questa teoria) ci accorgeremmo di poter tracciare una precisa e reale rotta di circumnavigazione attorno a tutto il continente africano semplicemente congiungendo fra loro Mauritius, Canarie, Sardegna e Sicilia. Questa teoria affronta dunque un viaggio a ritroso nel tempo in cerca di una rotta marittima che possa collegare tutte queste costruzioni identiche o similari fra loro e non solo la trova ma fornisce anche una risposta certa, ovvero quella dell’esistenza in passato di una misteriosa “tribù del mare” capace di spingersi molto lontano. Le prove e gli indizi ci parlano di un antico “popolo di marinai” probabilmente più dedito alla pirateria che al commercio, ma al contempo capace di organizzarsi ed espandere il proprio “impero” navigando in principio a vista attorno alle coste africane per poi spingersi (grazie alla guida fornita loro dalle stelle o magari da meccanismi simili a quello rinvenuto ad Antikythera) fino alle isole Mascarene, le lontane Azzorre e forse persino alle Americhe e le lontanissime Hawaii.                   Atlantidei, Guanchi, Sherden, Shekelesh, Teresh, Denyen o chiunque essi fossero, qualunque fosse il loro nome, gli uomini che visitarono queste isole erano sicuramente veri maestri nella navigazione.

Se le recenti scoperte effettuate al largo delle Azzorre dovessero essere confermate questa teoria diverrebbe ancora più concreta e verosimile, infatti il mito del diluvio universale presente in ogni antica cultura potrebbe combaciare col mito di una Atlantide sommersa dalle acque, forse non a causa un megaterremoto ma più probabilmente per un graduale innalzamento del livello dei mari in tutto il globo. Infatti, la recente scoperta di una piramide a gradoni sommersa nel tratto di mare tra le isole di San Miguel e di Terceira e quella meno recente di un enorme “reticolo geometrico” disteso sul fondo dell’oceano a metà strada fra le Azzorre e le Canarie potrebbero essere la chiave di volta per dimostrare in modo definitivo che la tradizione di costruire piramidi a gradoni proveniva in origine dalla mitica Atlantide e che i superstiti di quel terribile mutamento climatico divennero un popolo in diaspora ancora abilissimo nella navigazione, ma destinato ad un terribile declino sociale ed ad un progressivo oblio, poiché disperso in più colonie troppo distanti fra loro. Non dimentichiamoci che gli Aztechi si consideravano profughi originari della lontana isola di Aztlan caratterizzata da piramidi a gradoni e che nella loro lingua (il nahuatl) “Aztlan” significava letteralmente “isola fra le acque” , mentre “Atl” significava “acqua” e lo stesso appellativo “Azteca” significava proprio “gente di Aztlan”. Aztlan o Atlantide a questo punto potrebbe essere esistita davvero ed il suo popolo in fuga potrebbe essersi riversato in vari luoghi del globo, colonizzando nuove isole, mescolandosi con nuove culture e perdendo probabilmente la propria identità socio-culturale, dando inizio ad un inarrestabile declino.

La presente teoria si basa quindi prevalentemente su analogie geografiche e costruttive ma non solo. Ad esempio, l’alfabeto utilizzato da Celti, Teresh (Etruschi), Shekelesh (Siculi) e Shardana (Sardi) traeva la propria origine da una comune lingua definita oggigiorno “tirsenica” , per questo motivo è legittimo pensare che essi discendessero da una medesima civiltà marittima che si disgregò frammentandosi in numerose sottoculture e mescolandosi geneticamente con altre etnie. Sempre a proposito di questo ricorrente alfabeto comune a vari “popoli del mare”, non dobbiamo dimenticare che incisioni nella medesima lingua facevano parte dei reperti rinvenuti nel 1969 a Cuenca, ove apparivano persino abbinati all’immagine di una piramide instile egizio. Infatti, non lontano dalla sopracitata Cuenca, in Ecuador, all’interno di una grotta chiamata “Cueva de Los Tayos” vennero rinvenuti (anche grazie allo speleologo Juan Moricz) numerosi artefatti fra cui alcune lamine d’oro finemente incise raffiguranti non solo il disegno di una piramide ma anche forme di scrittura proprie di altre civiltà del passato come quella sumera e quella egizia. Quello di Cuenca potrebbe essere in effetti un tesoro frutto di scorribande, nascosto da questa “tribù del mare” in viaggio attorno al globo in cerca di nuove isole da colonizzare. Qualche studioso ha tuttavia sospettato che il tesoro rinvenuto in quella grotta da Moricz e in parte consegnato anche dai nativi al padre salesiano Carlo Crespi fosse frutto di abili riproduzioni, ma nessuno è mai riuscito a dimostrarlo. Inoltre, per quanto possa sconcertare, il ritrovamento di tali artefatti suona quasi impossibile che alcuni campesinos semianalfabeti potessero acquistare svariati chilogrammi di oro per poi forgiarli e lavorarli con tale precisione e maestria, riproducendo alla perfezione forme di scrittura antichissime ed utilizzando tecniche artistiche e di lavorazione così differenti fra loro. Non si spiega nemmeno per quale motivo un mite padre salesiano già anziano e privo di qualsiasi tipo di interesse economico o di mania di protagonismo avesse dovuto architettare una simile costosa messa in scena. Del resto simili ritrovamenti vennero effettuati anche in altre due grotte, situate però in Nord America e più precisamente: nel 1925 da Orville Lowery nella Marion County e nel 1982 da Russel Burrows nei pressi di Olney, entrambe nello stato dell’ Illinois. Le grotte che Burrows scoprì per puro caso lungo una branca del Little Wabash River sono caratterizzate da un ampio sistema di cunicoli e grotte (come a Cuenca), all’interno dei quali erano però nascosti, oltre a manufatti in oro, statuette e tavole incise anche alcuni corpi mummificati e racchiusi in sarcofagi. Riguardo la scoperta di Lowery si hanno meno informazioni tuttavia anche qui è certa la presenza di manufatti riportanti una scrittura tirsenica. Credo sia bene ricordare che entrambe le grotte dell’Illinois si trovano in un’area considerata la culla della “Cultura del Mississippi”, non lontano dai Cahokia Mounds che (guarda caso) erano tumuli piramidali a gradoni. Vorrei ricordare inoltre che antiche piramidi a gradoni sono presenti anche in Ecuador, sempre nei dintorni di Cuenca a Pumapungo, poi più a Nord a Cochasqui, Rumicucho e Quitoloma. Dal mio punto di vista, questi tre incredibili ritrovamenti di grotte colme di artefatti simili fra loro e del tutto “fuori posto” (Ooparts) dovrebbero essere considerati come la dimostrazione che i famigerati “popoli del mare” tanto temuti da Egizi e Fenici fossero talmente abili nella navigazione da riuscire, sfruttando le correnti oceaniche, ad approdare in varie zone delle Americhe fra cui le coste di Messico ed Ecuador e la foce del Mississippi per poi avventurarsi nell’entroterra anche per centinaia di chilometri. Questo potrebbe non essere del tutto improbabile, del resto recenti ricerche hanno dimostrato che anche in epoche precolombiane alcuni contatti col “nuovo mondo” furono possibili per i Vichinghi, per i negroidi rappresentati nelle teste olmeche e forse anche per iCinesi.

Immaginiamo ora di prendere per buone le antiche cronache egizie, anche senza poter dare un nome preciso a questi popoli di pirati ed immaginiamoli capaci di raggiungere isole sempre più lontane e di attaccare senza alcun preavviso le coste per saccheggiare, depredare e rapire sempre nuovi schiavi.

 « Le nazioni straniere (Popoli del Mare) hanno messo a punto una cospirazione presso le loro isole. Improvvisamente essi hanno abbandonato le loro terre e si sono gettati nella mischia. Nessuno poteva resistere alle loro armi: da Hatti , a Qode , a Cherchemish, ad Arzawa e Alashiya , tutte furono distrutte allo stesso tempo. Un campo militare fu da loro insediato in Amurru ; qui essi fecero strage della gente del posto e la terra fu lasciata in uno stato di desolazione come se non fosse mai stata abitata.…… La loro confederazione era composta dai Pelaset ,dagli Tjeker , dagli Shekelesh, dai Denyen e dagli Weshesh»                                                                         Da una iscrizione presso il Tempio di Medinet Habu, 1150 AC circa

« I ribelli Shardana che nessuno ha mai saputo come combattere, arrivarono dal centro del mare navigando arditamente con le loro navi da guerra, nessuno è mai riuscito a resistergli »

Dalla Stele di Tanis, 1250 AC circa

Se questi naviganti fossero stati davvero dei così abili predoni come effettivamente viene riportato nelle lettere di Amarna, nella stele di Tanis o a Medinet Habu, quali tesori avrebbero potuto accumulare nei secoli? E se fossero approdati infine su di un continente sperduto come le Americhe? Fantascienza? Forse, oppure no, del resto non dobbiamo dimenticarci che quando nel XV secolo i primi europei giunsero in quelle che erroneamente pensavano fossero “le indie” quasi tutte le tribù di nativi americani li accolsero in principio come divinità, come quelle figure bianche e barbute che avevano insegnato loro a scrivere, coltivare e guarda caso a costruire piramidi. Viracocha (o KonTiki), Quetzalcoatl, Kukulkan a seconda delle tradizioni, delle zone e delle lingue rappresentava il dio principale delle Americhe centro-meridionali precolombiane e si narrava fosse alto, biondo, di carnagione chiara e con gliocchi azzurri. Giunse dal mare per condividere la sua sapienza e sembra che per mare fosse poi ripartito promettendo di fare un giorno il proprio ritorno. A quanto pare, i Vichinghi (seppur simili alle descrizioni fornite dai nativi) non si spinsero mai nelle Americhe centro-meridionali,  non sapevano costruire piramidi e comunque giunsero nel “nuovo mondo” solamente in epoche ben più recenti, ovvero intorno al 1.000 DC. Se ne deduce quindi che non furono loro a dare origine alle antiche leggende e divinità di Aztechi, Inca e Maya. Invece, nelle isole Canarie in età preistorica viveva il popolo dei cosidetti Guanchi, un mite popolo dalla carnagione chiara e capigliatura bionda che costruiva piramidi a gradoni a secco a scopo rituale e praticava l’imbalsamatura delle salme e che quindi potrebbe rappresentare un valida spiegazione al mistero dei miti amerindi. Stranamente però questo misterioso popolo sembrava temesse il mare ed in effetti quando furono “scoperti” nel 1400 dagli spagnoli vivevano del tutto isolati, senza saper navigare. Come può una popolazione dai tratti marcatamente europei giungere su di un arcipelago di isole al largo del continente Africano accerchiate dalle impetuose acque dell’ Oceano Atlantico senza saper padroneggiare l’arte della navigazione? La risposta è semplice: non è possibile. Quindi si deduce che vi siano stati abbandonati oppure abbiano subito un declino sociale e tecnologico tale da farli regredire nuovamente fino all’età della pietra. Personalmente ritengo che i Guanchi discendessero direttamente dalla stirpe dei grandi navigatori di cui stiamo parlando. Supponiamo per un momento di poter identificare i Guanchi con i primi atlantidei in fuga. Supponiamo che costruissero piramidi a gradoni e che fossero capaci di solcare ogni mare, raggiungere e colonizzare decine e decine di isole fra Mediterraneo, Atlantico e persino di approdare in America. Ipotizziamo poi che i Guanchi abbiano dato origine alle varie tribù dei “popoli del mare” ed abbiano insegnato loro a scrivere, navigare e costruire piramidi a gradoni. A questo punto risulterebbe verosimile ipotizzare un collegamento fra tutte le isole ricche di costruzioni piramidali. Sarebbe più che plausibile tutto ciò se si considerassero tutte queste isole come colonie fondate da una medesima popolazione originale. Di certo il modus operandi sembra essere sempre lo stesso. Questi antichi naviganti costruivano ovunque strutture piramidali a gradoni, originariamente a secco e che potevano avere base quadrata, rettangolare, ovale o circolare (come alle Azzorre e Pantelleria). Sembra fossero dediti alla pirateria e forse anche alla deportazione di schiavi e preferivano di gran lunga le isole ai continenti, forse per potersi occultare ai nemici e poterli attaccare lungo le loro rotte commerciali o direttamente nelle loro città costiere, per poi ritirarsi in alto mare. Erano esploratori abilissimi nella navigazione e nello sfruttare le correnti marine e certamente conoscevano l’astronomia al fine di potersi orientare in alto mare e forse non solo, visto che le 4 piramidi principali della piana di Plein Magnein sembrano riprodurrele stelle della “cintura” di Orione inclusa la Nebulosa di Orione o M42, al pari delle piramidi di Giza.

In definitiva si potrebbe sostenere che: 

1) Atlantide o Aztlan esisteva realmente e si trovava indicativamente nella zona fra Azzorre e Canarie, poi migliaia di anni fa venne sommersa dalle acque del famigerato “diluvio universale” a cui molti testi antichi fanno riferimento

2) I profughi atlantidei presero a disperdersi in tutte le direzioni navigando alla ricerca di nuove isole e nuove terre da occupare ed iniziarono a fondersi e mescolarsi con altre etnie e culture, perdendo parte della propria identità e dando origine ad alcuni nuovi “popoli del mare” sia isolani che costieri fra cui Guanchi, Shardana, Shekelesh e Teresh

3) Alcuni di questi “popoli del mare” continuarono ad utilizzare un alfabeto ed una fonetica di origine atlantidea ed a saper navigare con maestria, ma al contempo subirono un progressivo imbarbarimento tale da portarli a coalizzarsi per praticare la pirateria nei confronti delle grandi civiltà costiere

4) Verso il 1.500 AC circa la flotta eterogenea di questi “popoli di naviganti” (forse nel tentativo di tornare nella loro leggendaria terra d’origine) si spinse nuovamente dal Mediterraneo verso l’Atlantico ed oltre, visitando e colonizzando gran parte delle isole sulla propria rotta ed edificandovi piramidi a gradoni come quelle della loro perduta patria Atlantide/Aztlan

5) Durante questa espansione marittima alcune navi costeggiarono il continente africano giungendo facilmente nell’Oceano Indiano, mentre altre proseguirono ad Ovest oltre le Azzorre e raggiunsero le coste americane ove ebbero incontri coi nativi che li scambiarono per divinità e dove (all’interno di alcune grotte) nascosero alcuni tesori, frutto dei bottini trafugati nel Mediterraneo

6) In fine questi antichi marinai vennero inglobati e/o sottomessi da altre culture ed i rapporti fra le varie tribù e colonie iniziarono a deteriorarsi a tal punto che si perse ogni controllo sulle isole più lontane e i Guanchi delle Canarie subirono un vero collasso socio-culturale fino al punto di non essere nemmeno più in grado di navigare

Solo ipotizzando qualcosa di simile si potrebbe ragionevolmente spiegare la diffusissima tradizione di costruire piramidi a gradoni che va da Pantelleria alle Hawaii come dalle Azzorre a Mauritius ed anche il ritrovamento nelle Americhe di vari artefatti di origine euro-mediorientale.

Ad oggi, per quanto noto, si può affermare che esempi di piramidi a gradoni siano esistite o si possano tutt’ora osservare nelle seguenti zone:

  • Mauritius (Plaine Magnein e Grand Bois) e forse in passato anche su Reunion
  • Maldive (ove venivano chiamate Hawitta)
  • Sardegna (ad es. Monte d’Accoddi, Pozzo Maggiore, Quarto Sant’ Elena, Decimopozzu)
  • Sicilia (ad es. Pietraperzia, Catena, Francavilla, Randazzo)
  • Pantelleria (ove vengono chiamate Sesi)
  • Azzorre ( Madalena, isola di Pico, più una presunta in mare fra Terceira e Sao Miguel)
  • Americhe (un po’ ovunque inclusi Ecuador ed Illinois)
  • Canarie (ad es. Guimar, El paso, Los Cancajos)
  • Hawaii (ove vengono chiamate Heiau)
  • Australia (presunte, non ancora confermate)

 

In definitiva, è alquanto probabile che molte strutture a gradoni debbano ancora essere individuate in giro per il mondo e certamente molte altre sono state demolite per lasciare spazio a strade, ad abitazioni o a campi di coltivazioni intensive, tuttavia è probabile che in futuro si possano individuare nuovi elementi a favore di questa teoria e che si possa approdare a qualche conclusione definitiva.

Ovviamente non ci si deve aspettare che l’archeologia ufficiale riconosca l’esistenza di qualsivoglia legame fra isole e continenti così distanti fra loro o che scenda in campo per realizzare nuove campagne di scavo o tantomeno che intervenga per tutelare, restaurare, valorizzare o semplicemente fermare i trattori delle multinazionali che a Mauritius (per fare un esempio) continuano a demolire ogni singola piramide con ripetuti urti, vibrazioni e destabilizzazioni del terreno su cui esse sorgono.

Francamente mi stupirei del contrario.

  Simone Corradini

 

 http://blog.libero.it/vesallo/view.php

 

http://www.youtube.com/watch?v=mDF4Z5oJKIk

 

http://www.youtube.com/watch?v=mDPSXNLZGHo

 

http://www.youtube.com/watch?v=T4pAuv-u9fM

 

 
 
 

INDIVIDUATA PRESUNTA PIRAMIDE A REUNION

Post n°19 pubblicato il 28 Ottobre 2013 da Templar_80
Foto di Templar_80

Google Earth si conferma il principale strumento a disposizione delle nuove tecniche di esplorazione e ricerca archeologica.

Infatti credo di aver individuato una probabile piramide a gradoni sull'isola di Réunion, nella zona di La Plaine des Cafres.

Simone Corradini

 
 
 

UNA DANZA A TRE

Post n°18 pubblicato il 28 Ottobre 2013 da Templar_80
 

I misteriosi compagni di viaggio della cometa Ison.

http://xidt.wordpress.com/2013/10/28/cometa-ison-la-cina-conferma-due-ufo-la-scortano/

 
 
 

E' IN ARRIVO LA TEORIA MMAACH!!!

Post n°17 pubblicato il 10 Ottobre 2013 da Templar_80
 

 Prossimamente.... su questo blog.

 
 
 
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