donna.......

sbagliare è umano perseverare è diabolico


 La forma della lingua italiana è estremamente complessa: aggettivi, avverbi, subordinate, pronomi, nominalizzazioni, forme impersonali e forme passive,se non ben colti nel loro significato ,fanno si che si capisca in modo superficiale i significati della comunicazione. l'italiano utilizza metafore e modi di dire strettamente legati alla sua personale interpretazione del mondo e della realtà. Le parole ,per formare una frase di senso compiuto si uniscono tra loro da legami logici e concettuali: relazioni logiche, temporali, causali, spaziali, seriali, .... Per comprendere,un testo bisogna essere in grado di cogliere tali relazioni. Spesso due frasi simili ma costruiti o con i tempi del condizionale,o congiuntivo,o condizionale,danno vita a un significato diverso; troppe regole che nessuno conosce alle perfezione.Tutti sbagliamo,tutti abbiamo pecche e lacune . Quanti di noi  sbaglia l'accento? ecco alcune regole .L'accento,.Scritto da Marika PiscitelliNaturalmente, parliamo di accento "grafico".Quello "tonico" è una questione di fonologia. Non riguarda, cioè, il modo di scrivere, ma individua la vocale della sillaba sulla quale occorre elevare il tono, e la sua funzione è di garantire un'esatta pronuncia.L'accento che viene segnato sulle parole, invece, si chiama accento grafico.La sua posizione coincide con l'accento tonico, ma l'accento grafico svolge anche un'altra importante funzione, ossia chiarisce se abbiamo a che fare con una vocale aperta o con una vocale chiusa: l'accento "grave" (') indica la vocale aperta; l'accento acuto (΄), quella chiusa. L'accento grafico è obbligatorio solo per talune parole e talvolta tracciarlo è addirittura scorretto. Perciò, ho pensato di segnalarvi alcuni casi "critici", di quelli che talvolta generano dubbi anche nei conoscitori della lingua.Ovviamente, non mi impegolerò con la classificazione delle parole (tronche, piane, polisillabiche... e chi più ne ha più ne metta) né troverete una tabella con tutti i casi di scuola, pronti per ogni evenienza: il mio vuole essere solo un semplice promemoria, uno schema utile ad evitare gli errori più comuni. Vogliono l'accento:affinché, cosicché, finché, giacché, poiché, purché, più,  giù,  già , ciò, puòché, inteso come "poiché"dà, verbo "dare" (per distinguerlo dalla preposizione)dì, sostantivo (per distinguerlo dalla preposizione)lì e là, avverbi di luogosé, pronome (per distinguerlo dalla congiunzione)sì, affermazione (per distinguerlo dal pronome)tè, bevanda Non vogliono l'accento:do, prima persona singolare del verbo "dare"qui e quasta, terza persona singolare del verbo "stare"va, terza persona singolare del verbo "andare"fa, terza persona singolare del verbo "fare"futremeso e sa Ancora:la parola "su" è preferibile non accentarlaquanto al dilemma "se stesso" o "sé stesso", non potendo in questo caso il pronome confondersi con la congiunzione, molti tralasciano di indicare l'accento, senza che ciò costituisca un errore. Per i più, comunque, anche quando il "se" pronome è seguito da "stesso" o "medesimo", andrebbe accentato Alcune regole per le doppie:- la lettera q raddoppia solo nella parola "soqquadro" (che vuol dire "confusione").- non si ha raddoppiamento con il prefisso -contro- es.: controcorrente- la lettera b non raddoppia nella parte terminale di -bile, per esempio: agibile, preferibile, amabile.  - le lettere z e g non raddoppiano mai davanti a parole che finiscono in -ione, per esempio: ragione, stagione, azione, emozione.