Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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HABITAT

Post n°116 pubblicato il 04 Febbraio 2012 da veuve_cliquot

A. Ligabue: Leopardo nella foresta

Ho scoperto in questi giorni che esiste una nuova specie animale cui necessitano leggi speciali affinché possa continuare a vivere: il genere femminile della specie uomo. Anche il nuovo governo non si è tirato indietro in questa campagna salvagenere promulgando leggi che danno  sgravi fiscali a chi assume donne. Come donna mi sento anch’io protetta da questo WWF politico, dopo essermi sentita protetta dalle leggi sulle quote rosa… e per fortuna sono una donna, come uomo mi sentirei piuttosto discriminato! Ma pensare di avere un avanzamento di carriera solo perché appartengo a un certo genere o pensare di essere assunta perché chi mi assume pensa agli sgravi fiscali, e non perché ritiene che io sia brava, che merito, che è giusto che avanzo nel mio lavoro, che non ha importanza il genere a cui appartengo, sinceramente mi offenderebbe!

Ma ritorniamo agli animali in via di estinzione. L’estinzione è dovuta principalmente a due cause: o perché questi animali vengono uccisi per qualche loro peculiarità (per esempio la pelliccia), o perché si sta distruggendo il loro habitat. Penso che il genere femminile possa appartenere al secondo caso (credo che nessuno ci spari addosso per farci estinguere). Ma qualcuno dei politici che si fa bello proponendo queste leggi, ha mai pensato perché la donna viene discriminata nel lavoro? Pensano che un padrone non ci assume perché pensa che non siamo abbastanza intelligenti o buone lavoratrici? No, le donne non vengono assunte perché il “padrone” teme le assenze per gravidanze o per la cura dei figli. Allora, invece di fare leggi che io trovo discriminatorie, perché non puntare sull’habitat? Aumentare per esempio i posti negli asili nido, imporre nelle grosse aziende di fare dei nidi per i figli delle dipendenti, aiutare finanziariamente chi è costretto ad assumere baby sitter per badare ai figli, un orario magari leggermente più flessibile (non ridotto) per poter accompagnare i figli a scuola, avere a disposizione persone che in caso di malattia dei bambini o vacanze improvvise, possano “tamponare” la situazione. Se quello di cui si lamentano le donne è la discriminazione, queste leggi, secondo me, le discriminano ancora di più. Le donne sono intelligenti e lavorano tanto quanto gli uomini, ma sono sempre le incombenze familiari che bloccano le carriere. E mentre fino a qualche anno fa dopo una certa età, con i figli cresciuti si poteva pensare di far vedere quanto si valeva, adesso con l’allungamento sia dell’età pensionabile che della vita, spesso queste donne, dopo aver cresciuto i figli, si ritrovano a dover badare ai propri vecchi.

Le donne dovrebbero lottare per ottenere queste cose, essere solo assunte non basta, alla fine, se la situazione non cambia, si ritroveranno sempre dietro agli uomini perché dovranno badare alla famiglia e saranno sempre discriminate sul posto di lavoro perché saranno spesso assenti o perché devono "scappare" per badare ai figli.

E non credo nemmeno che la soluzione sia quella di spingere i padri a prendere congedi per i figli. Alla fine il problema dell’assenza dal lavoro sarebbe sempre lo stesso e magari fra qualche anno avremo qualche parlamentare che farà una legge per promuovere le assunzioni dei padri!

 

Commenti al Post:
lorifu
lorifu il 04/02/12 alle 18:24 via WEB
Parli di un annoso problema mai tanto dibattuto ai fini di una soluzione onorevole per la donna. Tu parli e fai giustamente proposte da Paese evoluto e democratico con la D maiuscola e a questo proposito mi vien da pensare ai Paesi nord-europei dove le donne non solo sono tutelate ma addirittura hanno un potere contrattuale al pari degli uomini. In quei Paesi non c’è il problema della denatalità perché fare figli è considerata una risorsa non un ostacolo e tutto concorre a facilitare il ruolo della donna lavoratrice e madre, dagli asili nido ai vari servizi tutti funzionanti, dai trasporti, alle mense ecc. che favoriscono attraverso gli appoggi alle famiglie sviluppo e crescita professionale per entrambi i sessi. Ma stiamo parlando di un altro mondo: :-))
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 05/02/12 alle 18:32 via WEB
Quando poi senti cosa sta succedendo con il finanziamento ai partiti, viene quasi da piangere! Quanti asili si farebbero con quei miliardi? Ma ci rendiamo conto quanto queste persone ci rubano? Sì, è proprio un furto, non c'è altra parola per qualificarlo. Ci rubano i nostri soldi, quelli che diamo tramite le tasse per fare i loro porci comodi mentre le donne si devono sbattere o rinunciare alla maternità perché non sanno come fare con i figli. E loro fanno la bella vita alle nostre spalle. Ma una coscienza ce l'hanno? :))
 
roseilmare
roseilmare il 04/02/12 alle 19:38 via WEB
Su questo tema sto leggendo un libro della Gruber "Streghe" che parla proprio della condizione delle donne in Italia. In Europa siamo all'ultimo posto in tema di occupazione femminile. Nessuna donna poi in posti di vertice, di potere, nonostante le donne siano, e da sempre, più preparate degli uomini. Il fattore negativo è dato dalla famiglia. Mancano infatti le strutture, come hai scritto, in loro aiuto, come per esempio gli asili nido. In Norvegia invece non è così. E poi, ancora, le donne guadagnano sempre meno degli uomini a parità di mansioni. Mi indignano le quote rosa e tutto quello che sa di discriminazione. Un'invenzione degli uomini e della loro mentalità maschilista per penalizzare le donne. Il vero progresso è nelle mani delle donne.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 05/02/12 alle 18:44 via WEB
Sai che in Francia la maternità è solo di quattro mesi? Sì, le donne tornano a lavorare il terzo mese dopo il parto, ma sanno già chi tiene loro i bimbi. Nell'azienda dove io lavoravo, c'era il nido dove le donne lasciavano il bimbo arrivando e lo riprendevano quando finivano di lavorare e tutto gratis, compreso il pasto. Oppure i bimbi più grandicelli venivano affidati a signore, nelle loro case, dove l'assistente sociale andava una volta alla settimana per controllare...e sempre tutto gratis per la mamma, la signora veniva pagata dallo stato. E nei periodi di vacanza la scuola continuava a occuparsi dei bambini se i genitori dovevano lavorare, facendo delle attività alternative allo studio (teatro, gite, attività manuali, sport). Eppure la Francia non è sull'orlo del fallimento come noi e le donne francesi fanno molti più figli delle italiane. Per lo stato francese i bimbi sono risorse, non inutili ingombri. In Italia i nidi costano cifre spropositate ( è ben difficile entrare, soprattutto nelle città, in quelli comunali che sono molto pochi) e anche pagarsi una baby sitter a volte non è semplice. E tutto è sempre a carico dei genitori. Eppure le nostre tasse non sono inferiori a quelle dei francesi. Un giorno lessi una frase di Biagi: "In Italia paghiamo le tasse come in Svezia e abbiamo i servizi come in Burundi"...come aveva ragione! :))
 
   
roseilmare
roseilmare il 05/02/12 alle 20:55 via WEB
Mario, mio figlio, come tutti i maschi, cresceva a fatica, sempre malato. Più di metà del mio stipendio se ne andava per pagare la baby sitter e ho fatto di assenza tutto quello che la legge mi permetteva di fare. Un disastro. Mai avrei potuto tornare dopo il terzo mese del bambino. Impensabile. Sì, peggio del Burundi.
 
bluewillow
bluewillow il 05/02/12 alle 09:08 via WEB
Le soluzioni da te proposte non vengono attuate perchè secondo me la politica non vuole affatto incoraggiare il lavoro femminile, ma anzi proprio il contrario. Penso che la "casta" badi solo a sé stessa e limiti al massimo la concorrenza di chi non ne fa parte. Basta vedere anche solo il sistema delle tasse: è pensato per punire chiunque non sia un "libero professionista" (avvocati, notai, medici, etc), una grande impresa o una banca. Tutti gli altri possono pure affogare. Abbiamo una politica non rappresentiva, perché il nostro sistema elettorale non ci permette di eleggere davvero i parlamentari, quindi la politica lavora solo per se stessa.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 05/02/12 alle 18:55 via WEB
Tanto i soldi per loro, questi signori, se li tirano fuori sempre: oltre che i loro magnifici stipendi ora sappiamo pure cosa prendono di rimborsi elettorali...una vergogna incredibile, dopo che avevamo fatto pure un referendum. Ma a loro è bastato cambiare una parola per prenderci per i fondelli: da finanziamento a rimborso. Ma delle facce di bronzo come questi, dove li abbiamo trovati? E poi è molto più semplice prendere i soldi da chi ha una busta paga, a loro quelli bastano, perché affannarsi e mettersi contro le lobby che poi li eleggeranno? Avere più soldi per il welfare, ma chi se ne frega? E' a noi che non ritorna nulla come servizi, tanto siamo così beoti da star sempre zitti e accettare tutto. E la legge elettorale, come tutte le leggi, è fatta solo a loro uso e consumo: perché rischiare di mettere in parlamento delle persone oneste che potrebbero dare noia? Meglio mettere in lista i propri complici, così tutti stanno zitti e il "sacco" dell'Italia può continuare! Credo che della questione femminile non gliene importi nulla, basta che al parlamento ci siano donne che stanno zitte. :))
 
trixty
trixty il 05/02/12 alle 20:04 via WEB
Penso che le imprese che hanno bisogno di persone preparate per determinati posti di responsabilità non badino a spese e assumano chi merita quella posizione, sia esso uomo o donna, purché lo meriti. Certo a parità di bravura, se proprio sono "a corto" prenderanno una donna. In ogni caso ci sono delle discriminazioni anche tra donna carine e donne meno carino visto che nove volte su dieci assumono quella carine. Da meditare... Condivido la tua osservazione sull'habitat femminile. Giustissimo il discorso sugli asili nido. La società si muove nella stessa misura in cui cambia l'economia. Se questa si involve così l'altra, se questa è buona così la società. E se, come fanno in Francia, si scaricassero dalle tasse le spese per baby-sitter e simili o per il nido? No, in Italia ci sono le nonne, non serve, e poi c'è l'esercito in nero di studentesse o, adesso, delle disoccupate che per quattro soldi sopperiscono alle carenze dello Stato. Sì lottare, in quante però? Oppure continuiamo così: facciamoci del male.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 08/02/12 alle 17:37 via WEB
Credo che a parità di bravura preferiscano prendere un uomo! Con l'allungamento dell'età pensionabile per le donne, anche le nonne cominciano a scarseggiare: le mi giovani colleghe hanno mamme della mia età che lavorano, è per questo che conosco così bene questi problemi. Credo che le donne, invece di lottare per principi astratti, come la parità, dovrebbero lottare per cose concrete come gli asili nido. Quando non avranno più problemi contingenti, allora sarà più facile dimostrare che non siamo inferiori agli uomini. E' da qui che bisognerebbe iniziare, non da presupposti astratti. Quelli lasciamoli all'educazione dei figli: tutti gli uomini che considerano le donne inferiori hanno pur avuto una madre ed è dalla madre che dovrebbe partire l'insegnamento del rispetto verso le donne. Invece vedo ancora tantissime madri che fanno letteralmente da serve ai figli maschi, innescando in questi l'idea che la donna è la loro serva. :))
 
coccoildrillo
coccoildrillo il 06/02/12 alle 08:40 via WEB
capacita' professionali ,preparazione e cultura sono ormai "secondari" . Quello che dici è sacrosanto :mai ci fu imbecillità piu' grande delle quote rosa ! Ma ora seguiranno le quote gay, poi le quote rom,poi le quote islam....e le aziende andranno in Cina!
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 08/02/12 alle 17:42 via WEB
Anch'io trovo assurde le quote, la scelta dovrebbe basarsi sul merito, non sul genere. Chi porta avanti queste idee avvalendosi ora anche della legge, non si rende conto che discrimina la proprio tanto decantata meritocrazia? Se le donne non fanno carriera perché hanno sulle spalle anche la famiglia e la loro giornata è di 24 ore come per tutti, bisognerebbe ridurre al minimo questi carichi, non imporre il numero. :))
 
Vince198
Vince198 il 06/02/12 alle 11:46 via WEB
Posto condivisibile! Certe volte vado a curiosare - circa l'argomento da te trattato - in stati medioierientali, la condizione "in loco" della donna, poi penso a certi "emeriti" che parlano, riempeindosi la bocca, di fratelli musulmani, rom, giusto per rifiatare etc. senza pensare minimamente agli usi e costumi di quella gente e allora.. Beh, taccio, il tuo blog è pulito e tale deve rimanere. Ciao, Vince
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 08/02/12 alle 17:59 via WEB
In quelle società la condizione della donna non è certo quella della donna occidentale. Lì sì che ci sono le vere discriminazioni, non tanto sul lavoro, ma discriminazioni come essere umano. Io ringrazio sempre il cielo di non essere nata in uno di quei paesi. Lì sì che la donna che porta avanti un discorso di parità con l'uomo rischia letteralmente la vita. In Italia se non c'è parità fra uomo e donna è perché alla donna non vengono date le agevolazioni familiari che le permetterebbero di avere più tempo per farsi una carriera. Se ti dovessi dire che personalmente non mi sono MAI sentita discriminata sul mio lavoro per il fatto di essere una donna? Sinceramente di far carriera non mi è mia interessato molto, eppure facendo bene il mio lavoro, la carriera l'ho fatta. :))
 
Lolablu7
Lolablu7 il 06/02/12 alle 17:53 via WEB
Sai qual è il paradosso? Che la donna,pur vivendo una manifesta e conclamata condizione di inferiorità, gestisce le decisioni degli uomini. Quella della donna è una figura scomoda per l'universo maschile.Determinata,capace, in condizione di gestire più compiti contemporaneamente, esigente,portatrice di valori forti va tenuta alla larga dai luoghi di potere e relegata nei suoi ruoli di oggetto di appetiti, di conduttrice familiare,di moglie, di amante, di scocciatrice,di suocera; tutti sciocchi stereotipi. Ho riflettuto spesso e a lungo su tutto ciò e ho concluso che molte responsabilità per tutto questo ricadono su noi donne,pronte a farci la guerra, a piangerci addosso, ad usare,tavolta,le arti femminili più che a far apprezzare le nostre doti intellettive.Il rispetto va guadagnato e poi preteso; i ruoli codificati, pilastri della società, mantenuti;i compiti equamente distribuiti senza pretendere di indossare i pantaloni,perchè noi donne dobbiamo essere orgogliose di appartenere al nostro genere. Splendido argomento che sarebbe bello poter trattare da diverse angolature!C'è tanto da dire!:-)))
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 08/02/12 alle 17:51 via WEB
Gestisce le decisioni degli uomini ma tra le mura di casa. E io credo che la colpa dipenda molto dalle donne che hanno sommato alla famiglia anche il lavoro: non è possibile fare tutto e bene. L'uomo in genere fa bene solo una cosa, perché la donna dovrebbe farne due? I modelli attuali che abbiamo davanti agli occhi sono modelli maschili, non femminili. La donna vuol far carriera come gli uomini, ma nessun uomo che ha fatto carriera ha mai pensato molto alla famiglia. E le donne invece di allearsi per aiutarsi sono spesso le prime a farsi la guerra per poter primeggiare agli occhi maschili. Io sono veramente convinta che non sia colpa degli uomini se la donna è relegata ai ruoli tradizionali, almeno nella nostra società occidentale e a certi livelli culturali. E' la donna che ancora si sente in colpa se non riesce ad essere ottima madre, splendida moglie, donna in carriera e magari amante perfetta. Ma il tempo e le energie non sono illimitati, alla fine si rischia di far male tutto. :))
 
asettica2011
asettica2011 il 17/02/12 alle 17:52 via WEB
Bella mi piace questa definizione di habitat è un modo diverso per vedere le cose, che gira che ti rigira sono sempre le stesse e anche abbastanza banali per un cervello femminle...chissà perchè non passano in quello maschile
 
oneprowler
oneprowler il 20/02/14 alle 19:15 via WEB
condivido pienamente.
 
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