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Sono passati 30 anni
Post n°1130 pubblicato il 23 Novembre 2010 da vi_di
Domenica 23 novembre 1980, ore 19,35. Alberto Moravia - HO VISTO MORIRE IL SUD IRPINIA. L’elicottero è un mezzo noioso, si sta sospesi sul paesaggio come da un balcone semovente; ma è certamente un mezzo istruttivo. Dall’elicottero mentre voliamo verso l’Irpinia sconvolta dal terremoto, si può vedere quanto fitto e quanto delicato, appunto perché fitto, sia il tessuto di rapporti umani, sociali, economici e ................... In cima alla montagna, però, in luogo del solito giuoco di domino ordinato e intatto delle case di un paese, vedo come un’accozzaglia di nidi di vespa sfranti e sfondati, un grigio di polvere disciolta tra il quale emergono intelaiature in disordine dello stesso colore grigio polveroso. Guardo e cerco di capire, di riflettere; e ad un tratto la verità brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano; adesso sono macerie e sotto quelle macerie stanno sepolti gli abitanti, altrettanto invisibili che i morti di quel cimitero che vedo laggiù, con il suo recinto, e le sue file di tombe, i suoi cipressi. ................... “Qui nessuno ci aiuta, siamo abbandonati da Dio e dagli uomini, i Tedeschi, che sono Tedeschi, sono arrivati prima dei Salernitani; sulle strade fermano le ruspe per far passare le macchine delle autorità; ci vogliono delle gru per tirar fuori i sepolti vivi ed invece ci mandano dei centri di rianimazione che per ora non servono a niente; in quei bar laggiù giocavano a biliardo, a carte, bevevano, chiacchieravano: tutti morti, settanta, ottanta; qui eravamo seimila, adesso siamo duemilacinquecento: gli altri o morti o sotterrati vivi; le quattro chiese: crollate; il municipio: crollato; la farmacia: crollata”. E il sindaco dov’è? “Il sindaco è morto”. .................. Colui che risponde seccamente che il Sindaco è morto, poco dopo dice, facendo un gesto espressivo con la mano: “Adesso si vede chi ha rubato. L’ospedale nuovo, inaugurato l’altr’anno, è crollato, i malati sono morti, gli infermieri sono morti, i medici sono morti. E perché sono morti? Perché c’è stato chi ha rubato sul cemento come il negoziante disonesto ruba sul peso”. ................................ “Ce ne sono tanti sotto terra che sono vivi come noi qui fuori, ma ancora per poco. Si lamentano, chiamano e poi, alla fine, non dicono più niente”. I sepolti vivi! E’ uno degli incubi dell’umanità, uno dei più terrificanti e sentiti, forse perché adombra il ritorno non voluto né previsto al ventre materno non più donatore di vita ma di morte, non più di luce ma di tenebre. ................................ Più tardi, mentre torniamo verso l’elicottero mi viene fatto di pensare: ecco, domenica scorsa alle sette e mezzo il fremito e il boato del terremoto hanno percorso questa regione, distruggendo, in un attimo sterminatamente lungo, intere comunità. Poco dopo, i telefoni e tutti gli altri mezzi di comunicazione erano bloccati; ma non tutti gli abitanti erano morti, e tra i vivi ci fu certamente qualcuno che aveva una macchina non distrutta e che si precipitò ad Avellino, a Salerno, a Napoli, a tutti i luoghi assai vicini. Si precipitò, annunciò, descrisse, chiese aiuti. Eppure, gli aiuti non vennero in tempo.
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Inviato da: magdalene57
il 16/03/2023 alle 09:12
Inviato da: cassetta2
il 16/03/2023 alle 02:01
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il 13/12/2022 alle 10:09
Inviato da: cassetta2
il 06/12/2022 alle 08:04
Inviato da: Mr.Loto
il 03/11/2022 alle 18:22