IL SOCIALISTA

Legge elettorale, il Pd teme il doppio gioco del Pdl. Gasparri: bluffano


 - Restano lontane le posizioni dei partiti su una riforma condivisa della legge elettorale. In particolare a bloccare la situazione è il timore del Pd che il Pdl intenda portare avanti “doppio gioco”, risuscitando l’alleanza con la Lega come per il semipresidenzialismo. Una posizione resa esplicita sabato da Pier Luigi Bersani, che ha evocato il rischio di una “rottura irrimediabile” nella maggioranza che sostiene il governo Monti. A dare voce ai timori del Partito democratico è il senatore Nicola Latorre in un’intervista a La Stampa: “Il Pdl sta facendo il doppio gioco - afferma il parlamentare -. Gioca alla doppia maggioranza, una che sostiene il governo Monti e una che lo vuole minare. Se non cambia registro, c’è il serio rischio che salti la maggioranza di governo. È esplicito, un film già visto con le riforme costituzionali, dove c’era un’intesa che il Pdl ha stracciato dopo le amministrative, per ritrovare un asse con la Lega. Stanno facendo la stessa cosa con la riforma elettorale”. A poco sembrano valere le rassicurazioni del Pdl che il partito non è intenzionato a mettere all'angolo il Pd votando una legge elettorale con la Lega e (eventualmente) Udc. Ma il malumore cova. Lo dimostra l’intervista rilasciata, sempre a La Stampa, dal capogruppo Pdl a Palazzo Madama Maurizio Gasparri, che definisce “un bluff” i timori del Pd: “Non sopporto di essere accusato di voler fare un colpo di mano sulla legge elettorale - afferma il presidente dei senatori -. Noi vogliamo discutere, non creare lacerazioni”. Tanto più, osserva Gasparri, che “se anche il Pd discutesse al suo interno” il partito potrebbe cambiare posizione, dal momento che sulle preferenze sono molti i dirigenti a essere favorevoli, “come Letta, Fioroni e Bindi”. “Anche Casini vuole le preferenze e allora perché dobbiamo fare quello che vogliono loro?”, domanda retoricamente Gasparri. Insomma, “un clima di sospetti e qualche veleno”, come lo definisce Repubblica, che non aiuta il clima. Al punto che il vertice Abc, “mai fissato ma annunciato da tutti”, non si terrà. Quanto meno questa settimana. Il confronto sotterraneo tuttavia continua e in giornata torneranno a riunirsi gli sherpa di Pd, Pdl e Udc.