IL SOCIALISTA

Gelmini: Non si può promuovere tutti


   «Una scuola che promuove tutti è una scuola che non fa il bene del ragazzo. Io ho idee diverse». Il ministro Mariastella Gelmini commenta così i primi risultati sulla maturità. Circa 15 mila gli studenti che sono stati bocciati all'esame. Cioè 3 mila in più rispetto all'anno passato. Anche alle medie si dovrebbe registrare un vero record: 12 mila respinti in più. Ad aggravare la situazione anche la condotta: oltre 9.500 i ragazzi non ammessi a causa del comportamento. Di questi 6.500 alle scuole superiori e 3 mila alle medie. Insomma, anche secondo il ministro, «non fa mai piacere quando il ragazzo viene bocciato, ma la scuola deve assumere il compito di educare e anche segnalare quando ci sono delle lacune. Bisogna quindi premiare chi si impegna durante l'anno. Perché ci deve essere una differenza tra chi si dedica allo studio e chi invece no». Ed ecco che le parole del ministro si trasformano in realtà. Perché tracce più semplici, non vogliono dire promozione sicura. Una doccia fredda per tutti i ragazzi che speravano di aver superato l'esame. I dati non sono ancora definitivi, ma non lasciano ben sperare. I maturandi che non dovrebbero ottenere il diploma sarebbero quest'anno il 3,1% del totale, in crescita rispetto al 2,5% del 2008. Per un totale, appunto, di 15 mila maturandi. Il maggior numero di respinti si registra negli istituti professionali, dove il 23% degli studenti non passa all'anno successivo. Seguono gli istituti tecnici con il 16,3% e gli artistici con il 16%. I più bravi, spiega la nota del ministero di viale Trastevere, sono i ragazzi del liceo classico, seguiti da quelli del liceo scientifico e linguistico: a non essere ammessi rispettivamente il 4,8%, il 6,6% e il 5,1%. E per tutti gli altri ragazzi, la parola d'ordine è recuperare. Sono infatti 30 mila gli studenti in più che hanno riportato almeno una insufficienza. E dovranno, quindi, recuperare entro l'inizio del prossimo anno scolastico il debito. È tra le novità più contestate della riforma, ma il ministro ci tiene a sottolineare che quello della condotta è «uno strumento utile. Il ragazzo, oltre al rendimento, deve essere valutato anche per il suo comportamento». Solo così si potrà tornare al rispetto dell'istituzione scolastica, «per i compagni, per i professori e per le strutture». Ed ecco che sono 9.500 gli studenti che sono stati fermati proprio a causa del loro comportamento. Sei mila e cinquecento alle scuole superiori. Meno della metà alle medie, dove sono circa 12 mila studenti in più a non aver passato l'esame.