Creato da vivapasian il 12/09/2013
osservatorio del Comune di Pasian di Prato e non solo
|
Area personale
Cerca in questo Blog
Menu
Ultimi commenti
Chi può scrivere sul blog
« Tutto tace | Ancora a fuoco » |
250 euro di multa
Aveva lanciato un allarme terrorismo su un gruppo Whatsapp creato fra le mamme di alcuni compagni di scuola.
In breve, quel file audio era stato condiviso da migliaia di utenti e aveva cominciato a circolare in maniera virale. Un gesto istintivo, sfuggito a un’impiegata di 43 anni residente a Pasian di Prato, quasi un riflesso condizionato che le è costato la condanna al pagamento di un’ammenda per il reato di procurato allarme.
A emettere il decreto penale di condanna, su richiesta del sostituto procuratore Viviana Del Tedesco che ha aperto un fascicolo a suo carico, è stato il giudice per le indagini preliminari Daniele Faleschini Barnaba. Se l’è cavata con 250 euro più altri 80 di spese legali, ma poteva andare anche peggio visto che, stando a quanto disciplinato dall’articolo 658 del codice penale, «chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 10 euro a 516 euro».
Il file audio era stato lanciato nei primi giorni di gennaio: vi si raccontava di come un amico del marito aveva appreso dell’allerta attentati in Friuli da un conoscente del comandante della Polizia locale di Padova.
Seguiva l’elenco di alcuni obiettivi sensibili fra i principali centri commerciali friulani. Immediata l’attivazione del personale della Digos che, dopo aver verificato la natura allarmistica di quelle informazioni, ha avviato una serie di accertamenti per verificare quale fosse la fonte, mentre la procura ha aperto un fascicolo sul caso.
È stata la stessa donna a presentarsi spontaneamente in questura e ad autodenunciarsi. «Mi sento una stupida. È stato un gesto inconsapevole, ma non volevo fare del facile allarmismo» ha ammesso l’impiegata, sottoposta a una perquisizione che ha portato al sequestro di uno smartphone e di un computer. Misure disposte per verificare se vi fossero altre persone coinvolte nella vicenda.
Come ha avuto modo di spiegare la donna, assistita dal proprio legale di fiducia, Davide Agosto, si era trattato di un gesto avventato, finalizzato a confrontarsi con gruppo di conoscenti. La procura ha invece archiviato il procedimento per rivelazione di segreti d’ufficio a suo tempo aperto nei confronti dell’agente, un appuntato in servizio al Reparto mobile di Padova che aveva diffuso informazioni su
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Inviato da: lafinedelgioco
il 20/12/2013 alle 09:49