carpe diem

vivere la solitudine...


la solitudine...quante volte ho parlato della solitudine, quante persone si sono confrontate su questo status, ognuno ne ha un'opinione soggettiva, ognuno vive la propria solitudine a suo modo, a seconda di come vive la propria vita, per alcuni è uno stato di profonda tristezza, per altri, che hanno imparato a viverla, è un momento in cui stare bene con se stessi, con il proprio io, facendo anche le cose più insignificanti, ma soli e sereni...Cosa penso io?Io mi divido in due correnti di pensiero, ci sono persone che hanno imparato a vivere la propria solitudine, per scelta, dovuta magari a situazioni che si sono create, e per forza, quando non si vorrebbe stare soli, ma sempre per situazioni che si sono venute a creare si arriva a tutto ciò.Sono dell'idea che, quando una persona riesce a stare sola, sola con se stessa, e sta bene, questa sia una persona che sa stare altrettanto bene con gli altri, è un equilibrio particolare, ma pur sempre un equilibrio, a volte raggiunto con facilità, a volte con sacrificio e fatica, ma resta sempre un lavoro interiore.La solitudine che crea tristezza e desolazione, è la più difficile da combattere, è come una pianta infestante, più tenti di toglierla e più si moltiplica, un pò come la zizzania o la pianta di liquirizia. E' la più difficile perchè ci si convince che avere vicino un compagno/a, dei figli, sia colmare un vuoto, ma il vuoto sarà sempre dentro di noi, all'agguato pronto ad uscire in ogni situazione, non c'è solitudine peggiore di quella piena di gente, mi spiego, quando ti senti solo/a anche se al tuo fianco hai un compagno/a, anche se hai figli, anche se hai tanti amici, ma non serve a nulla, ti senti solo lo stesso, perchè nessuno entra nella tua anima, tutti si fermano prima, a quello che fai, a ciò che servi per essere utile, a quello che rappresenti, alla tua pura apparenza...Questa per me è la solitudine, è quel senso di vuoto, quella sensazione di inutilità, quella sensazione di scarsa importanza, la sensazione di essere invisibile, anche quando sei in mezzo a mille persone. Spesso mi è capitato di stare sola, e in alcuni momenti ne ho sentito il peso, specie quando mio padre è stato male, momenti di profonda apprensione e tristezza, condivisi si, ma con persone che poi la sera avevano la loro famiglia, mentre io tornando a casa dall'ospedale trovavo il mio gatto...che è stato perfettamente inutile, ma era pur sempre una presenza....Per il momento non ho ancora trovato un equilibrio perfetto, ammetto che ancora chiudere la porta la sera e trovarmi da sola, un pò mi deprime, ma è questione di momenti, che a volte sono di profonda tristezza e a volte solo di constatazione logica...Stasera sono cervellotica, lo so, ma ho elaborato questi pensieri, dopo un'attenta valutazione, e dopo qualche giorno in tranquillità....probabile che li riprenda prossimamente...