Creato da corsaramora il 24/05/2005
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Post N° 327

Post n°327 pubblicato il 23 Agosto 2005 da corsaramora

 l'utopia nasce quando insoddisfatti per il presente, si e' indotti  a sognare un futuro ideale.

Thomas More  coniò questo termine  per denominare il luogo immaginario in cui è ambientato il breve trattato De optimo republicae statu deque nova insula Utopia (1516). Il significato del termine, che deriva dal greco ou=non topos=luogo, non-luogo, indica uno stato ideale che non esiste ma che sarebbe opportuno prendere a modello, in rapporto a una situazione irrazionale e caotica. 

irrazionalita' e caos che identificano il terzo millenio e le ideologie servono a poco o nulla

 L'utopia non è realtà, ma un sogno; un sogno a cui basta un niente per trasformarsi in incubo

Parafrasando il poeta francese P. Claudel, si puo' dire che l'utopista immagina per se stesso e per gli altri il paradiso in terra, con il risultato contrario di provocare l'inferno. C'è chi ama il futuro perché possiede una concezione oltremodo negativa del presente, dal quale vuole fuggire a qualsiasi costo.  subendo il fascino del futuro, ma in questo caso si corre il rischio di preferire l'utopia alla realtà, concentrandosi non sul reale, ma su ciò che non esiste.,anche se nessuna  teoria storica, filosofica o scientifica è in grado di prevedere il futuro.

Si puo' essere realisti e pragmatici e allo stesso tempo utopisticamente sognare un futuro migliore?

 per carita' nessun riferimento alle  teorie marzulliane......

Commenti al Post:
anime.salve
anime.salve il 23/08/05 alle 14:12 via WEB
Ci sono vari livelli di utopia. Per esempio, in Italia è pura utopia che i banchieri ladri e corrotti vadano in galera. Questa è realtà o utopia?
 
giancla56
giancla56 il 23/08/05 alle 14:19 via WEB
questo è interessante. e siccome nulla esiste per caso, si riallaccia al discorso del relativismo. l'assolutista crede che l'utopìa sia realizzabile. il relativista, al contrario, pensa che l'utopìa sia un limite: irraggiungibile, ma al quale tendere per approssimazioni successive. il nazismo fu identico al fascismo? no, è scontato. e il fascismo può essere paragonato al gollismo? no, anche questo è scontato. eppure, tutti questi regimi erano autoritari. la democrazia tedesca, quella italiana e quella inglese sono assimilabili? certo, sono tutte democrazie, ma c'è qualcuno che si sentirebbe, senza rischiare il ridicolo, di affermare che la democrazia italiana e quella inglese sono uguali? appunto: il relativista distingue, tenta di capìre, di approfondìre. l'assolutista (l'utopista) no: essi fanno di tutt'erba un fascio. perché essi credono che esista IL bene e IL male. e così facendo, purtroppo e senza nemmeno rendersene conto, fanno il male con l'alibi di perseguire il bene. quanto alle motivazioni psicologiche che spingono tante, troppe, persone a rifugiarsi nell'Assoluto (che sia politico, religioso o morale poco importa) è un discorso che meriterebbe un capitolo a parte. :)
 
 
corsaramora
corsaramora il 23/08/05 alle 22:11 via WEB
gia'..meriterebbe un capitolo a parte anche se assolutismo e relativismo lo possiamo riassumere dicendo che per l'assolutismo la verità è, oggettiva ed indipendente dai soggetti cognitivi, da quanto loro pensano credono o desiderano, cosicché la verità non varia da un soggetto ad un altro o da un gruppo di soggetti ad un altro. Per il relativismo, invece, la verità è relativa, è legata al contesto conoscitivo, dipende dal soggetto o da un gruppo di soggetti. consideriamol'esperienza religiosa. Per il relativista "Dio esiste" è vero per il credente, falso per l'ateo, e - consideriamo un esperienza più banale, quella della guida in auto. Per il relativista "Occorre guidare sulla destra è, vero per gli italiani e falso per gli inglesi". Solo una mente infinita che non è la nostra potrebbe conseguire la verità assoluta. (non credi giancla che sia un argomento molto complesso ?) :-)ciao
 
   
giancla56
giancla56 il 23/08/05 alle 23:00 via WEB
complesso? azz...di più! inaffrontabile, direi. ed ecco che arriviamo alla psicologìa dell'assolutista e del relativista, di cui dicevo. non è QUESTO argomento che è complesso: è la vita stessa ad esserla. una volta, la questione era semplice: procurarsi il cibo, riprodursi, uccidere i nemici. non esistevano etica, morale, diritti e doveri. la religione serviva solo a spiegare ciò che l'esperienza concreta non spiegava. oggi, le questioni sono un po' più, appunto, complesse. ed ecco che l'uomo si trova di fronte ad un intrico di problemi, di soluzioni diverse, di decisioni difficili da prendere, di contraddizioni: una marea di dati che confonde. ha due scelte. cedere alle sue paure, alle perplessità, alla fatica del ragionamento e imboccare la strada più facile (abdicando però alla sua stessa umanità che è, di per sè, complessa) e dunque si rifugia nell'Assoluto. trova allora qualcun'altro che saprà sempre cosa fare, dove andare, quale direzione prendere al bivio. oppure, non se la sente di rinunciare alla sua umanità, pur sapendo che non avrà nessun aiuto se non sé stesso e che ogni volta (di fronte al bivio, al trivio o al quadrivio) sarà lui a dover decidere dove andare (rischiando, sempre e in prima persona, di sbagliare). contando sulla sua libertà, ma anche sulla sua responsabilità. in fondo, se ci pensi, sono i meccanismi psicologici che portarono all'affermarsi dei regimi di massa e che portano, oggi, al successo degli integralismi religiosi. tutto sommato, è meno complesso di quanto appaia. :)
 
     
giancla56
giancla56 il 23/08/05 alle 23:21 via WEB
PS: dimenticavo dei riferimenti concreti. l'integralismo islamico, i teo-con alla FallaciRuiniFerraraPeraSocci e il pacifismo senzaseesenzama sono forme di assolutismo. :)
 
 
corsaramora
corsaramora il 24/08/05 alle 12:48 via WEB
la vita ci pone sempre davanti a dei bivi ,e li' entra il gioco il libero arbitrio. le verita' assolute non esistono,abbiamo detto sono solo utopie e chi crede come la fallaci o pera di essere i detentori delle verita' assolute,beh che dirti avranno il potere dell'onnipotenza...
 
catturastelle
catturastelle il 23/08/05 alle 19:41 via WEB
Non so....maleggevo proprio oggi, scritto su di un foglio...: Sei sempre lì, mi avvicino di un passo e tu ti allontani di dieci, lo faccio ancora e ti allontani di più, che senso ha? Perchè allora esiste l'utopia? Appunto a questo serve...a camminare...
 
 
corsaramora
corsaramora il 23/08/05 alle 22:14 via WEB
a camminare...... con una bussola ovviamente ..si potrebbe correre il rischio di perdersi:-)
 
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