Creato da corsaramora il 24/05/2005
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Post n°534 pubblicato il 21 Novembre 2005 da corsaramora
Un giorno è l'aborto, quello dopo la devolution, quello dopo ancora entrambi gli argomenti. Il quotidiano dell'Unione, La Repubblica, si esalta quando nel mirino di Camillo Ruini c'è la riforma di Bossi, un po' meno quando l'intervento riguarda altre leggi, come se fosse possibile giudicare un metodo a seconda di quanto si sia di volta in volta d'accordo sul merito. Fassino si scopre credente. Bertinotti guarda da un'altra parte. Non che si concentri su questioni secondarie: però riflettere su quanto santa madre chiesa sappia ancora tenere al centro delle sue speculazioni l'essere umano, laddove la politica pensa solo al mercato, non assolve dal compito di contrastare altre e più discutibili attività della stessa chiesa. Le critiche che la Cei prima, l'Osservatore romano poi, hanno mosso alla riforma costituzionale imposta da Umberto Bossi sono condivisibili. Il che non diminuisce di un milligrammo la preoccupazione crescente per un intervento del Vaticano nella politica italiana che si fa di giorno in giorno più diretto e sfrontato. Né vale affermare che la sfera di competenza della chiesa abbraccia questioni che la devolution tocca da vicino, come la difesa dei soggetti più deboli e la salvaguardia dei diritti elementari delle persone. Quando i vescovi arrivano a proporre un emendamento alla nuova Costituzione, quasi dettandolo parola per parola, in discussione ci sono non più i princìpi ma la loro applicazione mediante leggi e regolamenti. C'è la politica. il manifesto |
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