Creato da corsaramora il 24/05/2005
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IL CAMORRISTA
Camorristi si nasce o si diventa? L'aasenza di ogni riferimento di vita civile nei vicoli napoletani rende inutile ogni tentativo di emancipazione di chi nasce e, pertanto, l'idea della sopravvivenza é l'unica motivazione che tiene legato il napoletano dei vicoli alla vita stessa.
In questi luoghi così arcaicamente primitivi, la famiglia è la centralità, la donna è schiava, il lavoro è un'invenzione di tutti i giorni, la felicità è solo un luogoda film americano degli anni Cinquanta, il benessere è un incidente della vita ed è quasi impossibile attrezzare segni di civiltà, se non imposti dall'alto.
Se sulla Napoli "borghese" non hanno inciso né il valore della cultura industriale (lavoro, ruoli & comportamenti) né il valore della cultura del consumo (piegare gli oggetti al proprio piacere), rendendola, ancora oggi, la città dell'anarchia e dell'individualismo; figuriamoci se tale circostanza si può ipotizzare nella Napoli dei vicoli, senza una guida cultural-politica.
In questo scenario, la teoria della giungla (Attacco & Difesa) è l'unico parametro per poter vivere e sopravvivere; e questa perversa pedagogia sociale spinge il ragazzo dei vicoli facilmente nella morsa della malavita, poichè <perlomeno in tale mondo> la vita viene spesa per il facile obiettivo del <benessere e del potere>, dentro la propria tribù.
Il rischio calcolato è quello della morte e, dato che alla fine dobbiamo sempre morire, tanto vale "spendersi la carta" per qualcosa che appaga totalmente il proprio primitivo DNA.
Forse è l'unico caso al mondo dove l'idea della morte viene tramutata in "produttività", sia pure al negativo, ed è in questo continuo evitare e rincorrere la morte che la vita acquista poca credibilità e, pertanto, qualsiasi progetto di normalità ha difficoltà a penetrare nella cultura del vicolo.
Come si rapporta il potere istituzionale nei confronti di tale verità ? Semplicemente evitando il problema, visto che tutti gli studi fatti finora sul camorrista si sono limitati ad analizzarne le caratteristiche ma non a indicare soluzioni, se non quelle semplicistich dell'evoluzione economica.
Dal dopoguerra ad oggi nessun segnale di civiltà è penetrato nei vicoli napoletani: manca un poliziotto di quartiere, manca una pedagogia scolastica imposta, mancano teatri e circoli sociali, mancano palestre, il traffico imperversa (con tutto il suo significato di violenza) nei vicoli più antichi del mondo
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