Creato da corsaramora il 24/05/2005
tutto cio' che ci accade intorno ..mie riflessioni e non...
 

Messaggi del 05/06/2005

Post N° 55

Post n°55 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

RISPOSTA AL MIO POST PRECEDENTE.......

La Fallaci rinviata a giudizio per vilipendio della religione islamica
Gioca con i fanti ma lascia stare…la santa
Che l'Italia sia uno stato confessionale è indubbio.

Chiaramente in nome della religione cattolica tutto è lecito, tranne ovviamente rispettare gli altri culti religiosi.
Ha infatti in questi giorni sollevato un vespaio di polemiche la decisione del Gip di Bergamo, Armando Grasso, di rinviare a giudizio la scrittrice, filo americana ed anti islamica, Oriana Fallaci per vilipendio alla religione islamica.
A sporgere denuncia contro la scrittrice è stato Adel Smith, il presidente dell'Unione Mussulmani d'Italia, già salito alle cronache nostrane per la questione legata alla presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche.
Smith aveva deciso di querelare la scrittrice perché in alcuni dei suoi scritti l'autrice 'si è prodigata nel propagare l'odio contro l'Islam ed i Mussulmani, distorcendo fatti storici reali e inventandone altri, calunniando, offendendo e diffamando a più riprese i mussulmani di tutto il mondo".
Tra le espressioni usate dalla Fallaci per 'apostrofare' i Mussulmani figurano anche le seguenti espressioni 'fottuti figli di Allah', 'stronzo' 'grulli' 'figli di puttana', 'minchione' ed altri ancora.
Chiaramente se questi termini fossero stati usati da un qualche scrittore islamico per definire i cattolici noi italiani saremmo già scesi in guerra per intraprendere l'ennesima santa crociata ma essendoci al centro di questa vicenda la Fallaci la cosa ha assunto un tono ben diverso.
Il nostro mondo politico, da sempre molto attento all'elettorato cattolico, si è subito alzato in piedi per difendere 'l'obiettiva' scrittrice.
I primi ad alzare la voce contro 'l'assurda' decisione del gip di Bergamo sono stati gli anti islamici per eccellenza, ovvero i leghisti, per i quali la decisone è una sorta di 'boomerang per la giustizia, per i giusti, per il rispetto della nostra cultura, della nostra nazione e della nostra religione'.
Per il presidente dei senatori leghisti Ettore Pirovano con la sua accusa "il signor Smith è riuscito nel suo disegno: portare davanti ad un tribunale chi, con l'arte della scrittura e del pensiero occidentale, si batte contro l'integralismo islamico. Oriana Fallaci davanti ad un tribunale italiano è la vittoria di chi da sempre l'ha contestata e vilipesa per il suo libero pensiero, a cominciare da quei circoli dell'estrema sinistra e della sinistra cosiddetta moderata che vent'anni fa la osannava, ora la vogliono alla gogna. La Lega si batterà contro questo insolente provvedimento e farà sentire alta la sua voce per Oriana Fallaci senatore a vita".
Forse per linea dinastica prima ci sarebbe il pronipote del cavallo dell'Imperatore Caligola...
Parole nel vento sono venute anche dal ministro della Giustizia Roberto Castelli.
Per il guarda sigilli leghista "bisogna distinguere tra il vilipendio che implica una reale volontà di offendere e quella che è lotta politica".
Quindi se veramente, come ripetono da più di tre anni gli americani, ad abbattere le torri gemelle perché tutto questo odio nei loro confronti? Stavano solamente facendo della lotta politica.
Anche l'ex tele volto Rai ed oggi portavoce di Forza Italia, Elisabetta Gardini, ha voluto spezzare una lancia in favore della 'santa' Oriana.
"Vorrei esprimere la mia personale solidarietà ad Oriana Fallaci. Ritengo infatti che, a prescindere dal fatto di essere d'accordo o no con quanto scrive nei suoi libri, sia vergognoso che qualcuno possa essere posto sotto processo soltanto per aver espresso le proprie convinzioni, oltretutto all'interno di un'opera letteraria".
"Ritengo inoltre - ha aggiunto l'esponente forzitaliaota - che l'uso del reato d'opinione possa rappresentare un modo subdolo attraverso il quale si rischia di imporre una visione della realtà e di perseguitare chiunque non si uniformi a quella visione. Invito quindi tutti a riflettere sui pericoli che derivano dall'uso strumentale di una giustizia che rischia di mutare aspetto, caso per caso, per motivi ideologici, creando di fatto una disparità fra i cittadini".
Giusto, peccato che viviamo in una società così libera e democratica che chi non si 'adegua' al pensiero politicamente corretto viene bollato come sovversivo o terrorista.
Certo, in quel caso si tratta spesso di poveri cittadini e non di scrittori di 'regime' quindi è 'giusto' se non vengono protetti dalla legge.
Commenti privi di senso compiuti sono stati espressi anche dal ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, secondo cui l'Italia "sta diventando un Paese inquietante se si comincia a condannare o comunque a sanzionare la libertà d'espressione o la cultura".
Probabilmente la Prestiogiacomo farebbe bene a rileggersi la nostra 'liberale' costituzione per capire che questa è la situazione del nostro paese da sessant'anni.
La bionda politica ha poi continuato dicendo "leggere che si vuole processare la Fallaci per le sue idee mi fa sentire puzza di una sorta di laica 'fatwa', come quella che da anni costringe Salman Rushdie alla clandestinità. Vogliamo che le idee della Fallaci diventino clandestine in Italia?", se proprio dobbiamo rispondere non possiamo far altro che gridare un sì forte e deciso.
Se la destra difende la Fallaci, la pseudo sinistra nostrana, chiaramente, non è da meno.
"Il rinvio a giudizio di Oriana Fallaci per vilipendio della religione islamica è un fatto assai grave. Non c'è il minimo dubbio, a mio avviso, che nei libri recenti di Oriana Fallaci si trovano affermazioni apparentemente dure, crude, astiose e sprezzanti verso popoli, culture, religioni diverse da quelle occidentali ma è pacifico che le affermazioni della Fallaci vadano discusse e criticate, anche con asprezza, solo ed esclusivamente sul piano dialettico del confronto di opinioni della battaglia culturale. Mai su quello giudiziario. Il reato d'opinione è, e deve restare, un ferro vecchio, le cui tacce residue vanno cancellate al più presto dal nostro ordinamento".

Questo, infatti, è il parere di Luigi Manconi, responsabile nazionale del dipartimento diritti civili dei Ds.
Ancora una volta quindi i nostri politici di regime difendono, in un'assurda alleanza bipartisan, chi aiuta a diffondere il verbo atlantico e a fare propaganda per la chiesa cattolica.
Ancora una volta le nostre forze politiche vogliono mischiare le carte in tavola per i loro scopi privando gli italiani di una visione obiettiva e veritiera della realtà.
Che il reato d'opinione sia anacronistico e sbagliato è una santa verità, ma che ce se ne ricordi solo quando a pagare potrebbe essere un esponente di regime e non un semplice cittadino è sbagliato, perché la legge dovrebbe essere uguale per tutti e non avere figli e figliocci.

 
 
 

Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

L'Italia, e probabilmente tutto il mondo, è piena di gente astiosa e ignorante, e Oriana Fallaci ne fa parte.... 

Lei ha tutto il diritto di scrivere le sue sciocchezze, come lo hanno gli esagitati di Holywa un sito web rumorosamente antiebraico, attualmente sotto processo), i sostenitori della Grande Israele    

o quelli della padania bossiana

Tutta gente dedita a quello che potremmo chiamare impressionismo creativo.

Ad esempio, la Fallaci (Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci, p. 27 - segnalazione di Daniele Scalea)  racconta una cosa certamente impressionante:

pensi ai mussulmani che in Libano crucifiggevano i cristiani maroniti. Dopo avergli mozzato gli arti e cavato gli occhi, bada bene.

"Abbiamo badato talmente bene, che ci stiamo ancora chiedendo come si faccia a crocifiggere qualcuno, dopo avergli mozzato gli arti. Ci vuole creatività, almeno da parte della Fallaci.

La grande differenza tra Oriana Fallaci e Holywar non è il contenuto, ma la confezione, che fa di Oriana Fallaci un prodotto di punta dell'industria mediatica. Un prodotto venduto con un lancio straordinario, e che ha un committente e una clientela.

Il committente

è, sia l'insieme delle imprese che hanno guadagnato sul fenomeno Fallaci, ma anche e soprattutto chi ha bisogno oggi di quello che Costanzo Preve chiama "letteratura di guerra".

Il cliente

Persone che ci tengono a sposarsi in chiesa, ma che hanno anche colto in pieno il consumismo post-sessantottino: il prodotto Fallaci, che unisce il contenitore di "donna liberata", anzi atea e femminista, al razzismo più arcaico,che  soddisfa perfettamente le esigenze di questi consumatori.

 
 
 

Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Lettera al Corriere della Sera (03 giugno 2005)
Fallaci: «Il 12 giugno non userò la scheda elettorale»

«Non mi piace - ha scritto Oriana Fallaci in un passaggio della sua lunga lettera al Corriere della Sera - questo referendum al quale i mecenati dei dottor Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia morale. Ossia senza ragionare con la propria testa, senza ascoltare la propria coscienza, magari senza conoscere il significato delle parole staminale-ovocita-blastocita-eterologo-clonazione, e certo senza chiedersi o capire che cosa v'è dietro l'offensiva per la libertà illimitata della ricerca scientifica. Infatti il 12 giugno non userò la scheda elettorale, e con tutto il cuore mi auguro che l'offensiva fallisca penosamente».

«[...] Non mi piace, questo referendum - continua la Fallaci -, perché a parte l'astuto ricatto con cui la cosiddetta clonazione terapeutica giustifica le sue nequizie cioè promette di guarire le malattie [...] a parte l'ovvio tornaconto di chi con quel ricatto si riempie le tasche [...] dietro questo referendum v'è un progetto anzi un proposito inaccettabile e terrificante. Il progetto di reinventare l'Uomo in laboratorio...».
 
«[...] non mi importerebbe se le staminali servissero a guarire il mio cancro anzi i miei cancri. Dio sa se amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile. [...] Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d'un bambino mai nato mi parrebbe d'essere un cannibale. Una Medea che uccide i propri figli».

 

 
 
 

Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 
 
 

Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 
 
 

Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 e a proposito di libero arbitrio mi sovviene un certo ERASMO DA ROTTERDAM....colui che sognava e sperava in un regno che fosse un paradiso di  pace, libertà e giustizia

Erasmo esprime la cultura di quell’alta società del suo tempo che ha i mezzi tecnici (denaro e tipografia) per dar corpo al suo sogno di umanista: diffondere le Scritture tra il popolo. La trasformazione, tuttavia, della realtà, avviene solo quando l’alta società è conquistata veramente dalla cultura: così è stato nel Rinascimento e così è stato nel Settecento con gli illuministi.

Senza cultura non c’è rivoluzione, ma solo sommossa ed inconsulta violenza. Ma, quando ciò avviene, scoppia la Riforma, cioè la rivoluzione, che cambierà il volto a quella stessa società che aveva reso possibile il sogno erasmiano. Erasmo provoca un movimento di cui gli sfuggono le conseguenze. A poco a poco (se guardiamo la storia per grandi tratti e non per brevi) vince l’ideale erasmiano, vince cioè la tolleranza, la pace, l’umanesimo.

Il cristianesimo primitivo, le eresie medioevali, la Riforma, l’Illuminismo, il Marxismo si giustificano solo se presi come diversi momenti di una azione rivoluzionaria che, comunque, è tesa sempre al medesimo e unico fine: l’instaurazione di un paradiso in cui pace, libertà e giustizia regnino sovrani..........

 
 
 

Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

i cattolici in quanto tali non hanno nulla da obiettare contro il principio della fecondazione assistita per il semplice fatto che né i comandamenti mosaici né la dottrina scaturita dal Vangelo di Cristo la contemplano. Il Vangelo certamente esalta il valore della vita ma lì si arresta. Lì comincia il mistero e si affollano le domande: quale vita, quale morte, quale scelta, quali modalità per l'una e per l'altra?

A queste domande risponde - né potrebbe essere altrimenti - il libero arbitrio nei confronti del quale nessuno può prevaricare; meno che mai la Chiesa, che anzi è o dovrebbe esserne gelosa custode, visto che quella libertà di decidere anche con la perdita dell'eterna salvezza fu data da Dio stesso agli uomini nel momento in cui i Progenitori decisero di cogliere e mangiare i frutti dell'albero della conoscenza sapendo che quella loro trasgressione avrebbe provocato la loro cacciata dal giardino dell'Eden. La Chiesa può ricordare ai suoi fedeli le conseguenze che, a suo sindacabile giudizio, possono derivare da certi comportamenti; ma nulla più di questo può fare.

Tantomeno affidarsi e invocare il braccio secolare (politico) dello Stato per far rispettare i suoi - sindacabili - prescritti. Sindacabili, intendo dire, dai suoi stessi fedeli che hanno tra i loro imprescrittibili diritti quello di conoscere direttamente e direttamente interpretare la parola di Dio.

Ma se può esser messa in discussione dagli stessi fedeli la posizione della Chiesa su questioni che attengono al libero arbitrio degli individui, per quanto riguarda lo Stato il problema non può neppure esser posto.

Qualcuno, in vena di inventar principi inesistenti e logiche bizzarre quanto contorte, ha sostenuto d'essere favorevole a questa legge in nome del liberalismo e della laicità. Lo stesso qualcuno ha cercato di spiegare questa bubbola con argomentazioni così oscure da rendere impossibile di seguirne lo svolgimento.

Eppure, quando si abbiano ben chiari nella mente i principi del liberalismo laico, la conclusione è evidente: un liberale laico rifiuta e combatte contro ogni idea di Stato etico, cioè di un'etica fatta propria e fatta valere dallo Stato. Qualsiasi etica: cristiana, pagana, atea, capitalistica, socialista.

L'addebito maggiore che il liberalismo laico addossa ai regimi totalitari, fascisti o comunisti che fossero, è stata quella d'aver imposto ai popoli un'idea etica dello Stato.

Ebbene, chi è contro l'etica di Stato non può accettare una legge che ne è impregnata, che usa violenza e coazione contro il libero convincimento delle persone, che ne presume l'incapacità di scegliere la cosa giusta e ne assume perciò la tutela in nome di un'etica che nessuno gli ha delegato né intende delegargli.

Per questo la legge sulla fecondazione assistita è da rifiutare: è una legge fondata sulla base di un'etica che lo Stato ha ritenuto di darsi, mutuandone i principi dalle indicazioni - sindacabili da parte dei fedeli - della Chiesa di Roma. Non credo che altri paesi di cultura cristiana e anche cattolica, non credo che i loro liberi Parlamenti accetterebbero una legge siffatta, che espropria la coppia e la donna in particolare del diritto di disporre del proprio futuro e del proprio corpo. A noi soltanto deve toccare questo tristissimo privilegio?

* * *

 
 
 

Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

25 maggio 2004 

Catania....... la prima
sentenza dopo l'approvazione della legge sulla fecondazione
Giudice nega l'esame del Dna
su un ovulo a rischio talassemia
La motivazione: "Non è autorizzato un uso dell'aborto come strumento selettivo dei feti, con riferimento alla loro salute"

  CATANIA - Erano ricorsi alla fecondazione assistita. Marito e moglie, 35 anni, dipendenti statali, senza figli. Ma la coppia è portatrice sana della talassemia, una grave malattia genetica. Per questo motivo avevano chiesto l'esame del Dna sull'ovulo che sarebbe stato impiantato nell'utero della donna. Richiesta che il giudice monocratico di Catania Felice Lima, ha respinto. "Gli ovuli fecondati vanno impiantati anche se c'è il rischio che possano essere portatori di malattie genetiche", ha scritto nella sentenza emessa il 3 maggio scorso ma resa pubblica solo oggi.

E' la prima decisione di questo genere in Italia, dopo l'entrata in vigore della legge 40 sulla procreazione assistita. La coppia aveva sollecitato anche l'invio degli atti alla Corte costituzionale, ma anche questa richiesta è stata respinta.

L'impianto sulla donna è andato avanti, ma l'unico ovulo fecondato in vitro rimasto "vivo" non ha attecchito e la coppia ha deciso di rinunciare alla fecondazione assistita e di avviare la pratica dell'adozione. Ma non ha digerito la sentenza e ha scelto ugualmente di proseguire l'azione civile, ricorrendo contro. L'udienza di "appello" si è già svolta e la decisione è attesa per la prossima settimana.

Secondo il giudice monocratico Felice Lima, che ha respinto il ricorso della coppia, la legge sull'interruzione della gravidanza "non autorizza un uso dell'aborto come strumento selettivo dei feti, con riferimento alla loro salute". Per il giudice questo "è un uso eugenetico dell'aborto certamente vietato dalla legge". Il giudice sottolinea inoltre come con la richiesta si "invoca l'esigenza di tutelare la salute del figlio 'desiderato' che, diversamente da quello che realmente si sacrificherà è entità virtuale, del tutto astratta, esistente solo nella rappresentazione mentale dei suoi aspiranti genitori".

Una vicenda che ha colpito nel profondo la coppia. "La signora è sconvolta, non vuole parlare con nessuno, neanche con me. Comunichiamo via posta elettronica", ha dichiarato il legale della donna, Maria Paola Costantino. "E' stata una sentenza traumatica che non tiene conto del diritto alla salute dei genitori e dello stesso bambino. La talassemia - ha aggiunto - è una malattia grave, che crea inabilità devastanti nei pazienti. E' giusto pensare a chi nasce e come deve vivere. E pensare anche alla salute della donna, fisica e psicologica che sa di avere in grembo un figlio che nascerà con una patologia gravissima. Per questo i miei assistiti avevano chiesto di non impiantare gli embrioni eventualmente malati".

In una lettera agli atti del fascicolo, e riportata nella sentenza del giudice di Catania, la donna ricostruisce "il calvario vissuto" con il marito, la sofferenza patita e chiedeva al suo medico che non sarebbe stata disponibile a ricevere l'impianto di un embrione malato, annunciando che in tal caso avrebbe abortito.

 
 
 

Post N° 47

Post n°47 pubblicato il 05 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

28 maggio 2004

ROMA - Migliaia di firme. Oltre diecimila in ventiquattrore. L'appello lanciato su "Repubblica" da scienziati, studiosi e intellettuali contro la legge 40 sulla Fecondazione assistita, sta coinvolgendo sempre più persone. Firme che arrivano dall'Italia e dall'estero, ogni tipo di titolo di studio e di professione, una leggera preponderanza femminile, un numero che ieri è andato aumentando di ora in ora, a testimonianza di quanto, forse, l'indignazione sia alta.

Che la legge sia da emendare, correggere, o cancellare, è una tesi che attraversa tutte le forze politiche, la sentenza di Catania, la prima di una valanga di ricorsi che decine di coppie si preparano a presentare, ha mostrato la rigidità di un impianto legislativo che mette l'Italia fuori dall'Europa e porta a conclusioni paradossali. Come, appunto, l'obbligo per una donna all'impianto di tutti gli embrioni, anche se malati, ma la possibilità, a gravidanza iniziata, di ricorrere poi all'aborto...

 
 
 

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