Creato da corsaramora il 24/05/2005
tutto cio' che ci accade intorno ..mie riflessioni e non...
 

Messaggi del 07/06/2005

Post N° 69

Post n°69 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Io non sono come quella Musa
ispirata alla poesia da bellezze artefatte,
che usa come ornamento il cielo stesso
ed ogni beltà compara al suo splendore,

raggruppando in solenni paragoni
sole, luna, terra e del mar le ricche gemme,
i primi fiori dell'Aprile e quanto di prezioso
racchiude il firmamento in questa immensa volta.

Onesto in amore, permettete ch'io scriva il vero
e poi credetemi, il mio amore è bello quanto
il figlio di ogni madre, anche se non brilla

come quei lumi d'oro fissi nel firmamento:
lasciate esagerare chi ama frasi di grande effetto;
io non vanterò chi non intendo vendere.

 

Di William Shakespeare:

 
 
 

Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Quello dell'acqua è un tema estremamente attuale, in un momento in cui la situazione ambientale ed ecologica del pianeta, sempre più critica e carica di incognite, è al centro dell'attenzione mondiale. Non a caso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito a partire dal 1993 la Giornata Mondiale dell'Acqua, che cade ogni anno il 22 marzo.
Il 2003 è  stato l'"Anno Internazionale dell'Acqua". Acqua come bene comune dell'umanità. Acqua come portatrice di sviluppo e di progresso ma anche, di converso, di malattie. Acqua potabile come bene riservato soltanto a una parte dell'umanità, oggi ancora inaccessibile a un miliardo e 400 milioni di persone.

 

 
 
 

Post N° 67

Post n°67 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Non so dove i gabbiani abbiano il  nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
Com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina ,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.

                            
Vincenzo Cardarelli
Gabbiani

 
 
 

Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Carissima Oriana,
ho letto con molto interesse il tuo lungo articolo pubblicato sul Corriere della Sera di venerdì scorso, che getta un’ombra preoccupata sulla cultura occidentale, sempre più povera di valori e sempre più invasa da istanze materialistiche. Non voglio entrare nel merito di questo dibattito, che è stato anche oggetto del mio ultimo libro, ma, poiché tu inizi l’articolo con i referendum e lo termini con i referendum, vorrei illustrarti le ragioni per cui ho deciso di schierarmi per l’abolizione di alcuni punti della legge 40, in modo che tu non voglia classificarmi fra i seguaci di Mengele. Per inciso, sai che ho partecipato, giovanissimo, alla Resistenza contro l’occupazione nazista e che tutti i miei sette figli sono stati educati alla libertà, alla tolleranza e alla lotta contro ogni forma di razzismo e di fanatismo ideologico o religioso, in linea, tra l’altro, con il tuo pensiero di sempre.
Molti mi chiedono come mai io, che mi occupo di chirurgia di tumori del seno, a cui ho dedicato tutta la mia vita, mi sono attivato nei riguardi di una legge sulla fecondazione assistita, una questione apparentemente lontana dalla mia attività professionale. Invece, pensa, il problema mi si è posto proprio quando ho dovuto comunicare la diagnosi di tumore al seno a giovani donne non ancora madri.
Oggi l’età del primo figlio si è spostata dai 20-25 anni ai 30-35 e anche 40 anni, una fascia in cui questo tumore non è così infrequente. Sai qual è stata costantemente la loro domanda? «Professore, avrò ancora la possibilità di avere figli?». Tu sai che nelle donne giovani le terapie antitumorali (radioterapia, chemioterapia, blocco ormonale) spesso conducono all’infertilità.
Come abbiamo allora pensato di risolvere la dolorosa condizione di una donna che, oltre alla diagnosi di una malattia seria, vede vanificarsi il suo progetto di vita, cioè l’aspirazione ad avere un figlio? Proprio con la fecondazione assistita. Un ovocita della paziente e il seme del marito vengono fatti incontrare in provetta; l’uovo, una volta fecondato, viene congelato e al termine delle terapie oncologiche viene trasferito nell’utero della donna, che potrà quindi soddisfare il suo bisogno più naturale e più umano, quello diventare madre.
Ora questo con la legge 40 non si può più fare. Non ti sembra una crudeltà? A me sembra che si voglia quasi infierire su un essere già in grave disagio esistenziale.
Un secondo aspetto legato al progetto procreativo della donna riguarda le malattie genetiche. Anche in questo caso si tratta di un problema che è diventato importante negli ultimi decenni perché, avvenendo le gravidanze in età sempre più matura, sono più a rischio di difetti nel nascituro. Per fare un esempio una gravidanza a 20 anni ha un rischio di un bambino Down di 1 su 2000, a 30 anni di 1 su 300, a 40 anni di 1 su 30. Con la possibilità di diagnosi prenatale (ecografia, esame del liquido amniotico o dei villi coriali) quasi tutte le donne incinte di età più matura si preoccupano di verificare lo stato di salute del feto che cresce nel proprio utero.
Se gli esami dimostrano la presenza della famosa «Trisomia 21» (che significa che il cromosoma 21, invece di essere doppio, è triplo) la donna ne viene informata, lasciandole la scelta se portare a termine la gravidanza o se interromperla. Il 90 per cento delle donne europee chiede l’interruzione. Non si tratta di eugenetica o selezione razziale. Semplicemente queste donne non ritengono di essere in grado, perché sono sole o hanno un lavoro pesante o non hanno i mezzi, di seguire, come si dovrebbe, un bambino in difficoltà gravi. Il prezzo di questa scelta dolorosa è l’aborto, con tutta la sofferenza che lo accompagna.
Proprio per evitare l’aborto, noi pensiamo sarebbe utile poter avere la diagnosi di «Trisomia 21» in anticipo, prima della gravidanza, proprio al momento della fecondazione, in modo che l'embrione, se difettoso, non venga inserito nell’utero, evitando quindi una gravidanza che sfocerebbe nel 90 per cento dei casi in un aborto. Questo è solo un esempio che cito perché è fra i più comuni, ma ci sono malattie genetiche molto più gravi (la Corea di Huntington, la distrofia muscolare progressiva, la fibrosi cistica e altre ancora) per cui vale lo stesso discorso.
Solo due parole, ancora, sulle cellule staminali. Nessuno vuole creare embrioni per avere cellule staminali, come nessuno scienziato pensa alla clonazione dell’uomo. Vogliamo solo sapere cosa si intende fare degli embrioni «sovrannumerari» già congelati nei frigoriferi o che verranno congelati in futuro.
La legge 40 contempla infatti che in casi particolari sia permesso crioconservare gli embrioni e noi già sappiamo che non saranno pochi ad avere questo destino. Infatti, se dopo la fecondazione, il proprio ovocita non può essere trasferito nell’utero, perché la donna si è ammalata o ha avuto un incidente o semplicemente perché ha cambiato idea, questo viene allora crioconservato. A questo punto (e ciò vale per i 30.000 embrioni congelati presenti oggi nei laboratori italiani) o viene messo in frigorifero e condannato a morire o viene fatto vivere sotto forma di cellule staminali, con una missione terapeutica. Tertium non datur . Non vi sono altre scelte.
Mi pare di capire che tu sei per la prima soluzione: di abbandono nel frigorifero. Io, da medico che vive quotidianamente la sofferenza di tante malattie degenerative, penso sia più umana la seconda strada.
Su un punto importante sono invece d’accordo con te.
Quando fai rilevare che il Comitato Nazionale di Bioetica, a impronta cattolica, ha unanimemente espresso parere favorevole all’uso di cellule staminali da feti abortiti. Come possono persone, che certamente si erano opposte alle legge 194 sull’aborto, accettare di utilizzare cellule che provengono proprio da quello che è considerato uno dei più gravi peccati condannati dalla Chiesa? Dove sono finiti, come dici tu, i valori assoluti? Non siamo invece in pieno «utilitarismo» o in pieno «relativismo»?
Questo mi porta al tema centrale della discussione in corso: la legge 40 sulla fecondazione assistita e la legge 194 sull’interruzione di gravidanza sono in palese contrasto. La prima conferisce all’embrione in provetta il diritto a non essere soppresso, la seconda, subito dopo, gli toglie lo stesso diritto quando cresce nell'utero materno. È raro trovare una tale incoerenza in qualsiasi legislazione del mondo. Penso che chi ha votato a favore della legge sull’aborto (anche tu l’hai votata) non possa accettare la legge 40. Viceversa chi è favorevole alla legge 40 deve coerentemente battersi per la immediata soppressione della legge 194 perché le due leggi così come sono non possono coesistere. Non è solo un’assurdità giuridica (che alcuni fra i migliori giuristi italiani hanno ripetutamente fatto rilevare), ma è anche una contraddizione etico-filosofica nei contenuti.
A meno di non correggere alcuni punti della legge 40 per renderla compatibile con la precedente 194, che è proprio quello che chiede questo referendum.

Autore dell'articolo:
Umberto Veronesi
Data:
6 Giugno, 2005 - 16:00
 
 
 

Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Umberto Veronesi risponde a Oriana Fallaci

Il tumore nega la maternità. Che fare? Nessuno scienziato pensa alla clonazione dell’uomo. Ma, quando un ovocita non può essere trasferito nell’utero, farlo vivere per fini terapeutici è più umano che condannarlo a morire. Di Umberto Veronesi, dal Corriere della sera

Anche l’oncologo Umberto Veronesi interviene sui temi sollevati da Oriana Fallaci sul «Corriere della Sera» di venerdì 3 giugno. Veronesi da tempo sostiene che è in atto un tentativo di ritorno alle regole dogmatiche della Chiesa, secondo cui la procreazione deve essere solo naturale. Questa legge infatti, afferma l’oncologo, fa di tutto per evitare la procreazione assistita, ponendo soltanto ostacoli e creando confusione. «Tutti ostacoli che vanno nella direzione del dogma; un dogma che se io fossi un fedele praticante osserverei ma non tutti la pensano così.

Purtroppo su questo tema regna una grande confusione ma se la Chiesa spinge all’astensione fa in un certo senso il suo mestiere e mantiene la sua posizione. Il pericolo è il fondamentalismo religioso che ogni tanto riappare. Al contrario, i principi religiosi dovrebbero avere un percorso indipendente: il "libera Chiesa in libero Stato" è, fin dalla Rivoluzione francese, la regola delle democrazie».

 
 
 

Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora


Oriana Fallaci: NOI CANNIBALI E I FIGLI DI MEDEA

"È IN ATTO UNA STRAGE DEGLI INNOCENTI", di Oriana Fallaci

No, non mi piace questo referendum al quale i mecenati dei dottor Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia morale. Ossia senza ragionare con la propria testa, senza ascoltare la propria coscienza, magari senza conoscere il significato delle parole staminale ovocita blastocita eterologo clonazione, e certo senza chiedersi o senza capire che cosa v' è dietro l' offensiva per la libertà illimitata della ricerca scientifica. 

la libertà illimitata cioè privata d' ogni freno e d' ogni senso morale non è più Libertà ma licenza. Incoscienza, arbitrio. Si tratta di chiarire che per mantenere la Libertà, proteggere la Libertà, alla libertà bisogna porre limiti col raziocinio e il buon senso. Con l' etica. Si tratta di riconoscere la differenza che passa tra lecito e illecito). Non mi piace, questo referendum, perché a parte l' astuto ricatto con cui la cosiddetta clonazione terapeutica giustifica le sue nequizie cioè promette di guarire le malattie, a parte l' ovvio tornaconto di chi con quel ricatto si riempie le tasche ( ad esempio l' industria farmaceutica il cui cinismo supera il cinismo dei mercanti d' armi), dietro questo referendum v' è un progetto anzi un proposito inaccettabile e terrificante. Il progetto di reinventare l' Uomo in laboratorio, trasformarlo in un prodotto da vendere come una bistecca o una bomba. Il proposito di sostituirsi alla Natura, manipolare la Natura, cambiare anzi sfigurare le radici della Vita, disumanizzarla massacrando le creature più inermi e indifese. Cioè i nostri figli mai nati, i nostri futuri noi stessi, gli embrioni umani che dormono nei congelatori delle banche o degli Istituti di Ricerca. Massacrarli riducendoli a farmaci da iniettare o da trangugiare, oppure facendoli crescere quel tanto che basta per macellarli come si macella un bove o un agnello, poi ricavarne tessuti e organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un' automobile. 

 mi ricorda le oscenità dell' eugenetica con cui Hitler sognava di creare una società costituita soltanto da biondi con gli occhi azzurri. Mi ricorda i campi di Auschwitz e di Mauthausen, di Dachau e di Birkenau dove, per affrettare la produzione della razza ariana ossia intensificare i parti gemellari delle bionde con gli occhi azzurri, il dottor Mengele conduceva gli esperimenti sui bambini gemelli. Grazie all' illimitata libertà di ricerca concessagli da Hitler li martirizzava, li assassinava, a volte li vivisezionava. Dunque bando alle chiacchiere e alle ipocrisie: se al posto di Birkenau e Dachau eccetera ci metti gli Istituti di Ricerca gestiti dalla democrazia, se al posto dei gemelli vivisezionati da Mengele ci metti gli embrioni umani che dormono nei congelatori, il discorso non cambia. Non a caso, quando otto anni fa gli inglesi crearono la pecora Dolly, invece di esaltarmi ebbi un brivido d' orrore e dissi: « Siamo fritti. Qui ci ritroviamo con una società fatta di cloni. Qui si torna al nazismo » . Frankenstein e i loro mecenati ( giuristi, giornalisti, editorialisti, attrici, filosofi, grilli canterini, membri dell' Accademia dei Lincei, politici in cerca di voti, medici in cerca di gloria) non vogliono sentirselo dire quel « Siamo fritti, qui ci ritroviamo con una società fatta di cloni, qui si torna al nazismo » . Quando porti il discorso su Hitler e sul nazismo, su Mengele, fanno gli offesi anzi gli scandalizzati. Cianciano di pregiudizi, protestano che il paragone è illegittimo. Poi nel più tipico stile bolscevico ti mettono alla gogna. Ti chiamano bigotto, baciapile, servo del Papa e del Cardinale Ruini, mercenario della Chiesa Cattolica. Ti dileggiano con le parole retrogrado oscurantista reazionario e posando a neo illuministi, a progressisti, avanguardisti, ti buttano in faccia le solite banalità. Strillano che non si può imporre le mutande alla Scienza, che il Sapere non può essere imbrigliato, che il Progresso non può essere fermato, che i fatti sono più forti dei ragionamenti, che il mondo va avanti malgrado gli ottusi come te. Come me. Con burattinesco sussiego dichiarano che l' embrione non è un essere umano: è una semplice proposta di essere umano anzi di essere vivente, un semplice grumo di cellule non pensanti. Con pagliaccesca sicurezza proclamano che non ha un' anima, che l' anima esiste se esiste il pensiero, che la sede del pensiero è il cervello, e il cervello incomincia a svilupparsi due settimane dopo che l' embrione si è attaccato all' utero materno. O che un feto incomincia a pensare solo all' ottavo o nono mese di gravidanza, che secondo San Tommaso d' Aquino fino al quarto mese siamo animali e quindi tanto vale proteggere gli embrioni degli scimpanzé. E inutile obiettare che San Tommaso d' Aquino visse nel 1200, che di genetica se ne intendeva quanto io mi intendo di ciclismo e di pugilato. Inutile replicare che ripararsi dietro il sillogismo Cervello Pensiero Anima uguale Umano è una scemenza. Un' offesa alla logica. Anche gli animali hanno un cervello, perbacco. Anche gli animali hanno un pensiero. Ergo, stando a quel sillogismo, anche loro dovrebbero avere un' anima ed essere considerati umani. Inutile osservare, infine, che sulla formazione del cervello anima non sappiamo un bel nulla. Neanche ciò che si sapeva sull' atomo quando Enrico Fermi scisse quello dell' uranio 235 e scoprì che il suo nucleo misura un centomiliardesimo di millimetro eppure può disintegrare in un lampo città come Hiroshima e Nagasaki. E se l' infinitamente piccolo contenesse molto di più dell' infinitamente grande? E se il cervello anima dell' embrione misurasse ancor meno di un centomiliardesimo di millimetro e la miopia morale ( nonché intellettuale) non riuscisse a individuarlo? E se di conseguenza l' embrione pensasse, soffrisse come soffriamo noi quando Zarqawi ci taglia la testa col suo coltello halal? * * * che uccide una persona per curare udegli Innocenti non ve li do. Io alla scienza n' altra persona, che distrugge la Vita per salvare la vita, non ci credo » . ( Bravo Bush). Dal Pacifico all' Atlantico, dall' Atlantico al Mediterraneo, dal Mediterraneo al Mar Artico, l' Occidente è malato di una malattia che nemmeno miliardi di cellule staminali potrebbero guarire: il cancro morale, intellettuale e morale, di cui parlo nella mia Trilogia e soprattutto ne La Forza della Ragione . Proprio a causa di quel cancro non comprendiamo più il significato della parola Morale, non sappiamo più separare la moralità dall' immoralità o dall' amoralità. Proprio a causa di quel cancro i mecenati dei Frankenstein vorrebbero una ricerca scientifica, senza veti e senza condanne. Proprio a causa di quel cancro i tipi del mio tipo li chiamano bigotti baciapile servi del Papa e del Cardinal Ruini, oppure li espongono al pubblico ludibrio con le parole retrogrado oscurantista reazionario. Ma la Moralità non è bigotteria. Non è baciapilismo, oscurantismo, conservatorismo. È ragionamento, raziocinio, buonsenso. A volte, Rivoluzione. L' Etica non è una moda che cambia come i vestiti e le stagioni. È un codice di comportamento che vale ovunque e per sempre. Una disciplina che ci aiuta a individuare il Bene e il Male, a non finire nella spazzatura. Il Bene e il Male non sono opinioni, punti vista. Sono realtà obiettive, concretezze che ci distinguono ( o dovrebbero distinguerci) dagli Zarqawi e dagli altri animali. Non per nulla ce ne serviamo fin dai giorni in cui abitavamo nelle caverne e forse la fame ci rendeva cannibali tuttavia conoscevamo questa elementare verità: il Bene è ciò che fa bene, che ci fa sentir bene. Il Male è ciò che fa male, che ci fa sentir male. Oggi invece il Bene viene considerato dai più ciò che fa comodo. Il Male, ciò che non lo fa. E pochi capiscono che scegliere il Male è da masochisti, da cretini. Non cretini intelligenti o intelligenti cretini: cretini e basta. * * * 

Oriana Fallaci

Data:
6 Giugno, 2005 - 21:00

 
 
 

Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

il modello argentino: nuova lira legata al dollaro

l’esperimento è già stato fatto: il precursore  si chiama Domingo Cavallo, ministro dell’economia del governo argentino nel 1991. Sua l’idea di legare il pesos al dollaro. Il risultato? Dopo dieci anni di parità nei cambi fra Buenos Aires e Washington, l’Argentina è precipitata nella più pesante crisi economica della sua storia: svalutazione della moneta, azzeramento dei titoli di Stato e un popolo alla fame.

Difficile che questi precedenti facciano fare marcia indietro ai leghisti. Il ritorno alla lira è la nuova bandiera da mettere nelle mani del leader per il suo gran ritorno a Pontida.

La nuova bandiera di chi, come ricorda l’ex commissario europeo Mario Monti, meno di dieci anni fa chiedeva l’adesione della sola Padania all’Euro se l’Italia non ce l’avesse fatta. Ora la retromarcia, e l’uscita dall’euro si avvia ad essere il tormentone dell’estate leghista.




Idee per la sinistr

 
 
 

Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 07 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE

TOTÒ- (a Peppino) Ma tu ci credi? 'Sto paese è così grande che io non mi raccapezzo.
PEPPINO- Ma come si fa?
TOTÒ- Bisognerebbe trovare qualcuno, che so?, per sapere l'indirizzo di questa Marisa Florian...
PEPPINO- (indicando un vigile urbano) Domandiamo a quel militare là.
TOTÒ- A quello? Ma che, sei pazzo? Quello dev'essere un generale austriaco, non lo vedi?
PEPPINO- E va bene... Siamo alleati!
TOTÒ- Siamo alleati?
PEPPINO- Eh.
TOTÒ- Già, è vero: siamo alleati.
PEPPINO- Siamo alleati.
TOTÒ- Andiamo. (Lo prende per mano e vanno insieme dal vigile). (Al vigile) Excuse me! (Pesta un piede a Peppino).
PEPPINO- Ahi!
TOTÒ- (a Peppino) E scansati! (Poi al vigile) Scusi, lei è di qua?
VIGILE- Dica.
TOTÒ- È di qua?
VIGILE Si, sono di qua. Perchè, m'ha ciapa' per un tedesco?
TOTO Ah, è tedesco? (A Peppino) Te l'avevo detto io che era tedesco...
PEPPINO- Ah... E allora come si fa?
TOTÒ- Eh, ci parlo io.
PEPPINO (scettico) Perchè, tu parli...
TOTÒ- Eh: ho avuto un amico prigioniero in Germania. Non m'interrompere, se no perdo il filo. (Al vigile) Dunque, excuse me, bitte schòn... Noio (indica sè e Peppino)...
VIGILE- Se ghe?
TOTÒ- (a Peppino) Ha capito!
PEPPINO- (a Totò) Che ha detto?
TOTÒ- (a Peppino) Dopo ti spiego. (Al vigile) Noio... volevam... volevàn savoir... l'indiriss...ja..
VIGILE- Eh, ma bisogna che parliate l'italiano, perchè io non vi capisco.
TOTÒ- Parla italiano? (A Peppino) Parla italiano!
PEPPINO- (al vigile) Complimenti.
TOTÒ- (al vigile) Complimenti! Parla italiano: bravo!
VIGILE- Ma scusate, dove vi credevate di essere? Siamo a Milano qua!
TOTÒ- Appunto, lo so. Dunque: noi vogliamo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare. Sa, è una semplice informazione...
VIGILE- Sentite...
TOTÒ e PEPPINO- Signorsì, signore.
VIGILE -... se volete andare al manicomio...
TOTÒ e PEPPINO- Sissignore.
VIGILE -... vi accompagno io.
TOTÒ e PEPPINO- Sissignore.
VIGILE- (li saluta, ma prima di allontanarsi) Ma guarda un pò che roba! Ma da dove venite voi, dalla Val Brembana?
TOTÒ -(a Peppino) Non ha capito una parola...

 
 
 

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