Creato da corsaramora il 24/05/2005
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Messaggi del 12/09/2005
Post n°380 pubblicato il 12 Settembre 2005 da corsaramora
Il mattino del 25 aprile 1895, in una radura alberata, luminosa e tiepida, a Portici, furono visti due giovani sul trent'anni battersi vigorosamente con le spade. Il duello, che lasciò perplessi e sorridenti gli amici dei due nemici, era nato da dissensi su questioni di critica letteraria e di estetica. Ma lo scontro fu, per fortuna, al primo sangue: uno dei due ebbe la peggio con «una gentile feritina alla guancia» e alla fine i duellanti, invitati dai padrini, si strinsero la mano. Il ferito e perdente era Benedetto Croce; ma l'altro, un professore di letteratura italiana, era perduto: i suoi scritti erano stati trafitti dalla penna sottile di uno studioso i cui esordi critici e storiografici erano universalmente apprezzati. Quell'anno, il 1895, si presentava al giovane Croce quanto mai interessante: era affiorata in lui la passione per il socialismo e il marxismo, al punto da spingerlo a sottoscrivere mille lire (oggi sarebbero circa tremila euro) per il nuovo giornale socialista Avanti! e a pubblicare, a sue spese, il saggio di Antonio Labriola, suo maestro e amico, In memoria del "Manifesto dei Comunisti". Fu l'avvio ad alcuni scritti di Croce dedicati alle idee e alle opere di Marx (Sulla concezione materialistica della storia, apparso nel 1896) che culmineranno, dopo quattro anni, nel volume Materialismo storico ed economia marxistica, edito a Napoli nel 1900. Ma questo culmine non coincise con la partecipazione passionale degli esordi. Oltre alla demolizione teorica di uno dei fondamenti (la «caduta tendenziale del saggio di profitto») dell'analisi marxiana del Capitale, il volume chiudeva i conti del «compagno Croce», lo chiamavano così gli amici socialisti, col socialismo come ideale e come pratica di lotta politica e con il materialismo storico come materia di ricerca e di discussione filosofica. Era nato uno studioso di grande rigore, dal linguaggio limpido e preciso, la cui stagione intellettuale entrerà nella storia culturale, politica e morale dell'Italia dei primi cinquant'anni del Novecento. E l'immagine del duellante non è estranea al carattere militante del suo idealismo, all'antiaccademismo, al senso della storia e della poesia, come forme libere, duttili del conoscere, all'essere cittadino (sarà anche leader politico) di un paese diventato Stato e nazione grazie a una minoranza di innovatori borghesi e di rivoluzionari, e tuttavia col pessimismo di ascendenza machiavelliana nei confronti di una Italia di cui andavano protetti i fondamenti culturali e civili, sempre a rischio di caduta e di perdizione. Non a caso la sua prima ricerca storico-politica, contemporanea all'appassionato confronto con il socialismo, fu la Rivoluzione napoletana del 1799, pubblicata nel 897; amara riflessione sulla grande occasione perduta dalla storia d'Italia |
Post n°379 pubblicato il 12 Settembre 2005 da corsaramora
There is not room for Death ...................................... non c'è spazio per la Morte Emily Brontë, 2 gennaio 1846 |
Post n°378 pubblicato il 12 Settembre 2005 da corsaramora
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Post n°377 pubblicato il 12 Settembre 2005 da corsaramora
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Post n°375 pubblicato il 12 Settembre 2005 da corsaramora
Quando ero giovane e libero e la mia immaginazione non aveva limiti,sognavo di cambiare il mondo. Come divenni più grande e più saggio, scoprii che il mondo non avrebbe potuto essere cambiato, così ridussi la mia visione e decisi di cambiare solo il mio paese, ma anche questo sembrava essere inamovibile.
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