Creato da corsaramora il 24/05/2005
tutto cio' che ci accade intorno ..mie riflessioni e non...
 

Messaggi del 23/09/2005

Post N° 420

Post n°420 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

secondo il regista Alfred Hitchcock il sex-appeal non muta con gli anni, l'epoca e la moda. Spariscono soltanto le forme più appariscenti della lusinga, la maliarda si adegua: lo svenimento simulato o il fazzoletto lasciato cadere ad arte non contano più. L'arte di Circe non si può imparare: sirene si nasce.
Esistono però delle regole, delle qualità indispensabili per essere ammirate e amate ed egli le ha condensate in cinque punti: 1. il buon senso; 2. il buon gusto; 3. la personalità brillante; 4. la comprensione per i problemi di un uomo, i suoi affari, le cose in cui si sente impegnato; 5. una certa valorizzazione delle risorse naturali, ma fatta in modo discreto. Per me ciò che conta è l'armonia nel cuore. Del resto anche la storia offre validi elementi a riprova della teoria: l'inquietante sorriso della 'Gioconda' di Leonardo non esprime forse un mistero dell'animo? E le donne del Botticelli, del Giorgione o di Cranach, leggiadre, opulente o sottili, non infrangono la rigidità dei canoni? Probabilmente regge ancora la citatissima definizione di Stendhal, che conosceva i segreti dell'amore: "Bellezza è una promessa di felicità

 
 
 

Post N° 419

Post n°419 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

"Sarà una campagna elettorale orrenda. Orrenda e melodrammatica, il peggio che il nostro paese possa dare. Nei giorni scorsi ho aperto la televisione e ho assistito a un suo anticipo: c'era il conduttore di un telegiornale della casa che intervistava politici e imprenditori sui sondaggi di opinione per fargli dire che non valgono niente, che uno dice l'opposto dell'altro. Il direttore era quello che in base ai sondaggi aveva piantato sulla carta di Italia le bandierine azzurre della vittoria di Forza Italia alle elezioni passate e che sui sondaggi favorevoli al nostro ha veleggiato per anni.

E allora? Allora i sondaggi non sono più credibili da quando hanno detto che Berlusconi è indietro di otto punti dall'Unione e a dirlo c'è anche quel Crespi che era la sua prima tromba.
La politica sarebbe questo dire e disdire disinvolto, questa certezza che gli elettori sono pronti a bere l'ultimo più forte, più strampalato messaggio pubblicitario?
Se così è, prepariamoci ad affondare fra battute e lazzi assieme all'ometto che abbiamo mandato al governo. Discutere seriamente sullo stato della Repubblica è impossibile. Dice che tutto va bene, che siamo ricchi e mai così importanti nel mondo. Siamo stati fra i fondatori della Comunità europea e oggi contiamo niente, alle Nazioni Unite pesiamo meno della Polonia, l'America ci tratta come servi zelanti e in politica interna siamo alla legge obiettivo nomen omen, una serie di obiettivi megalomani e senza copertura finanziaria.

Adesso abbiamo dichiarato guerra al terrorismo, chiudiamo scuole islamiche, mandiamo in esilio intellettuali e religiosi 'estremisti'. E metà del nostro paese è nelle mani della malavita organizzata, la linea delle palme, come si definiva il Sud delle cosche e della lupara, è salita da Napoli a metà Stivale.
Il nostro ometto questa Italia ormai persa alla legalità dovrebbe conoscerla: passa gran parte delle sue giornate in Sardegna, ha un ministro degli Interni bene informato, dunque dovrebbe conoscere i dati del disastro.

A Napoli, capitale del Mezzogiorno, ci sono 40 clan camorristi che salgono a 107 nella provincia. Negli ultimi tre mesi ci sono state 15 rivolte contro la polizia, contro le 'guardie' come erano chiamate nei secoli passati nella monarchia assoluta.
Il sindaco di Napoli ogni mattino guarda dalla sua finestra le grandi navi delle crociere e se vede molta gente sui ponti si duole: è il segno che non hanno il coraggio di scendere per le visite a Ercolano e Pompei.
Il governatore della Calabria ha chiesto al governo di mandare in soccorso l'esercito, gli imprenditori sono tutti sotto le estorsioni della 'ndrangheta. A Taranto c'era un sindaco mafioso.

In Sicilia l'ultima campagna elettorale a Messina è stata condizionata dai mafiosi armati di catene e nell'isola l'onorata società ha imposto una votazione bulgara: 61 eletti della destra su 61 collegi. L'usura è la regola, anche la Chiesa è stata sfiorata. Alla Cassa del Mezzogiorno è subentrata, nei finanziamenti a fondo perduto, l'Unione europea, ma qualcuno dei contribuenti pare si sia stufato.
Lo 'sfascio pendulo' del territorio è peggiorato: a ogni temporale segue una frana e a ogni frana risarcimenti per danni non accertati ma ingigantiti, nulla di nuovo rispetto al terremoto in Irpinia.
Ma è sempre stato così, si dice. No, non è sempre stato così, un clan camorrista come quello dei Di Lauro, che tiene a libro paga 600 'soldati' e compete con gli spagnoli per il commercio della droga dal Mediterraneo agli Stati Uniti, non c'era mai stato. E alla favola del turismo che copre tutti i debiti non ci crede più nessuno. Altro che sondaggi e demoskopea. __________________________________________________

 
 
 

Post N° 418

Post n°418 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Polipetti affogati

 

Ingredienti per 4 persone:  

1 kg. di piccoli polpi veraci

500 g. di pomodori pelati o freschi

aglio

olio d'oliva

prezzemolo tritato

peperoncino (facoltativo)

sale

In un tegame di coccio mettere i piccoli polpi, puliti e lavati, i pomodori pelati a pezzetti, l'aglio, l'olio e il sale. Cuocere il tutto a fuoco lentissimo, senza aggiungere acqua, a pentola coperta. A cottura quasi ultimata unire il prezzemolo tritato e, volendo il peperoncino. Il sugo può essere utilizzato per condire la pasta.

 

 
 
 

Post N° 417

Post n°417 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 
 
 

Post N° 416

Post n°416 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 
 
 

Post N° 415

Post n°415 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 
 
 

Post N° 414

Post n°414 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Luca Giordano

Luminoso pittore barocco, figlio di un pittore di origine pugliese, nacque a Napoli nel 1632 e fu avviato dal padre stesso al mestiere di pittore e di affreschista. Dimostrò ben presto una straordinaria capacità di apprendimento nel senso che si creò un bagaglio molto ampio di formule e di temi espressivi che travalicavano la pur grande scuola napoletana, per aprirsi al colorismo veneto ed alla "aerea" visione delle realizzazioni delle "volte" romane. Questo particolare eclettismo espressivo derivò al Giordano anche dai frequenti viaggi di studio e di lavoro che lo portarono prima a conoscere, e poi addirittura ad influenzare le scuole pittoriche delle più importanti città italiane. Dotato di una rapida facilità di esecuzione fu anche chiamato "Luca fa presto" dai contemporanei stupiti dalla velocità di esecuzione, che aveva del prodigioso e che gli consentiva di affrontare grossi spazi e di risolverli in una rapidità impensabile per gli altri pittori.
Negli anni 50 del '600 fu a Roma e a Venezia. Nel 1658 firma due opere in Sant'Agostino degli Scalzi. Nel 1667 è ancora a Venezia dove esegue una Assunzione per la chiesa di Santa Maria della Salute, opera che influenzerà moltissimo i pittori locali. Ritornato a Napoli, tra il 1675 ed il 1678 opera agli affreschi delle chiese di San Gregorio Armeno e di Santa Brigida. In quel periodo realizza anche un'opera per l'Abbazia di Montecassino, poi distrutta, della quale si conservano ancora i bozzetti al Museo di Capodimonte. Affascinato dalla grande tradizione rinascimentale della Toscana nel 1682 è a Firenze dove si ferma fino al 1686 e vi esegue un ciclo di affreschi nel prestigioso palazzo Medici-Riccardi (tra cui il noto Ratto di Persefone). La fama della sua "
bottega" napoletana tra le più rinomate del tempo, giunge presto in Spagna dove viene invitato a recarsi a corte essendo già stato preceduto a Madrid da alcune sue opere (oggi al Museo al Prado). Recatosi a Madrid tra la fine del '600 e l'inizio del '700 fu incaricato di eseguire alcuni affreschi per l'Escorial che portarono una ventata di aereo e felice cromatismo nella atmosfera severa e cupa del tetro convento-reggia spagnola. Luca operò anche nella cappella della reggia e nella Sacrestia del Duomo di Toledo, chiudendo il ciclo "spagnolo"con la decorazione della prima sala del Buen Retiro. Nel 1704 è a Napoli dove lavora ancora per la Certosa di San Martino (soffitto della Cappella del Tesoro)e dove morirà l'anno successivo lasciando una numerosa e "vivace" scuola che continuerà le sue formule, felicemente sontuose.

 
 
 

Post N° 413

Post n°413 pubblicato il 23 Settembre 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

bonjour mes amis

E dopo via Calogero Marrone piazza Padania


(15 ottobre 2003) Varese avrà una "via Calogero Marrone" ma per, par condicio, anche una piazza Padania. 
Lo ha deciso la Giunta di Varese, promotore il sindaco Aldo Fumagalli. La "piazzetta" sorgerà dietro il Battistero, nel cuore dell’isola pedonale e l’inaugurazione avverrà nei prossimi giorni.   «Lo spazio è perfetto – spiega il Primo cittadino – dal momento che si trova proprio di fronte a una tipica casa di ringhiera varesina. L’area non aveva ancora nessuna intitolazione. Ora la circoscrizione interessata numero 1 dovrà dare il suo parere». 
La nuova piazza dedicata alla "terra padana" sorgerà, dunque, dietro piazza Battistero, dove stanno ristrutturando alcune case di ringhiera. Vero è che si corre il rischio di fare un po' di confusione, infatti a poca distanza da quella che sarà la nuova piazzetta, proprio davanti alla chiesa di San Vittore, oggi si trova piazza Podestà. Diverso, è chiaro, il riferimento storico ma i varesini faticano ormai a distinguere e a risalire alle origini delle espressioni e delle figure preferite dai Leghisti.  
L'inaugurazione di piazza Padania dovrebbe avvenire contestualmente al taglio del nastro di via Calogero Marrone, nei giardini dell'Area Cagna. Non è una casualità perché lo stesso organo di stampa leghista, in un articolo di questa mattina, fa notare che tra le due cose un nesso esiste: in fondo Calogero Marrone è sì l'eroe varesino morto per salvare decine di ebrei, durante la Seconda Guerra Mondiale, ma era anche il nonno della moglie del ministro Umberto Bossi. 
«L'opposizione sarà pronta a stracciarsi le vesti», dice ancora "la Padania" «ma non si può negare l'esistenza della Padania». 
E allora che cosa pensa l'opposizione di questa iniziativa che rientra, ha detto il sindaco Fumagalli, in una più ampia opera di recupero della memoria cittadina?  
«Certo non ci strapperemo le vesti - commenta Alessandro Alfieri, capogruppo della Margherita - ma non possiamo trattenerci dal dire che è una buffonata. Ci sono tanti cittadini che in passato hanno dato un contributo alla città e meriterebbero l'intitolazione di una via. 
La Giunta faccia iniziative culturalmente più serie se vuole valorizzare la nostra storia. Il prossimo passo, a questo punto,  sappiamo quale sarà: i cartelli in dialetto». 
La Giunta ha dato l'ok anche per un’area dedicata a Edgardo Sogno, medaglia d’oro della Resistenza, capo della formazione partigiana Franchi di ispirazione monarchica
. Sotto via Dalmazia, troverà posto la dicitura  "ai Martiri delle Foibe". Le prossime intitolazioni dovrebbero toccare  a monsignor Tarcisio Pigionatti, anche se non sono ancora trascorsi dieci anni dalla morte, e a don Luigi Balconi, sacerdote-educatore della parrocchia di San Vittore.

 
 
 

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