Creato da: oceanobloo il 14/04/2006
non c'è stoltezza maggiore di una saggezza inopportuna

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Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 10 Luglio 2006 da oceanobloo


     Gli Azzurri nella storia

Mai come in occasione della vittoria in Spagna nel 1982, una Nazionale azzurra si è identificata così tanto in un unico giocatore come nel caso del capocannoniere del torneo Paolo Rossi. L'attaccante, che arriva al mondiale spagnolo dopo due anni di squalifica a causa dello scandalo delle scommesse che coinvolge il calcio italiano nel 1980, nelle prime quattro partite giocate dall'Italia rimane all'asciutto. L'attaccante esploderà però proprio nella partita più importante, nella "disperata" sfida per la qualificazione alle semifinali con il favoritissimo Brasile.

Contro i verdeoro Paolo Rossi scende in campo con una determinazione straordinaria; è lui, con una tripletta, a trascinare gli azzurri alla vittoria. In 90 minuti l'azzurro mette a tacere tutte le critiche e le polemiche montate dalla stampa italiana contro di lui e contro la formazione di Bearzot, una formazione più che mai unita contro tutte le condizioni avverse e farcita di campioni assoluti del calibro di Zoff, Tardelli, Scirea e Gentile. Salito alla ribalta contro i brasiliani, il "Pablito" nazionale risulterà decisivo ancora contro la Polonia in semifinale, realizzando una doppietta, e in finale contro la Germania Ovest, siglando la prima delle tre reti rifilate dagli azzurri ai tedeschi. I sei gol complessivi gli valgono il titolo di capocannoniere del torneo e, a fine anno, anche la vittoria del "Pallone d'Oro".

In occasione dei due successi italiani nel 1934 e nel 1938 verrà ricordato soprattutto un altro grande giocatore, Giuseppe Meazza, il quale, sebbene non risultò il miglior marcatore della squadra, rimarrà nell'immaginario collettivo come un autentico eroe popolare dopo i due trionfi mondiali, anche perché capitano della vittoriosa nazionale azzurra in Francia nel 1938.

Altro giocatore che colpirà l'opinione pubblica è sicuramente Salvatore "Totò" Schillaci, capocannoniere in occasione di Italia '90 con sei gol, ma partito in sordina all'inizio della competizione. Schillaci riuscirà a imporsi a suon di reti, diventando un'icona del movimento calcistico nazionale per alcuni anni.

Proprio durante i Mondiali del 1990 emerge anche un altro giovane talento azzurro: Roberto Baggio. Per il "Divin Codino" ben tre i Mondiali da ricordare: 1990, 1994 e 1998, ma sono soprattutto i Mondiali statunitensi del 1994 a consacrarlo tra gli dei del calcio mondiale.

La prima fase del torneo vede un Roberto Baggio piuttosto appannato, ma è contro la Nigeria, agli ottavi, che il fantasista sale in cattedra, realizzando il gol del pareggio all'88° e il rigore per il 2-1 finale ai supplementari. Il cammino verso la finale di Pasadena è tutto all'insegna di Baggio: realizza il gol decisivo contro la Spagna ai quarti e una doppietta in semifinale contro la Bulgaria. La finale contro il Brasile lo vede ancora protagonista assoluto, ma questa volta in negativo. Dopo il pari per 0-0 nei tempi regolamentari e supplementari si va ai calci di rigore e quello decisivo per l'assegnazione del titolo è proprio sul piede di Baggio, ma l'emozione lo tradisce nel momento decisivo e, calciando alto il penalty, consegna il trofeo ai sudamericani.

Indimenticabile un'altra finale del passato contro il Brasile, quella del 1970 che ha visto di fronte la formazione azzurra, caratterizzata dal grande dualismo "Mazzola-Rivera" all'undici guidato da "O rey" Pelè. Contro una delle squadre più forti di tutti i tempi gli azzurri mettono in campo solo l'orgoglio, ancora stremati per la titanica impresa in semifinale contro la Germania Ovest, superata 4-3 dopo i memorabili tempi supplementari. In quell'Italia da ricordare oltre agli straordinari Riva, Facchetti e Domenghini, soprattutto l'antagonismo tra due "numeri 10" dal valore assoluto, Sandro Mazzola e Gianni Rivera, rivali in Nazionale e con i rispettivi club.

 
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