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UOMINI PERCHE' CI UCCIDETE?

Post n°36 pubblicato il 07 Maggio 2006 da VociDiDonne

Ci sono domande alle quali solo un uomo può rispondere, perché fanno parte di una cultura prettamente maschile e sono qui a chiedere: perché ci uccidete?

L’87 % degli omicidi commessi ai danni di una donna vengono perpetrati nell’ambiente famigliare e il 95% di essi è commesso da un marito, compagno o convivente, successivo alla decisione della donna di rompere il rapporto affettivo.

Cosa scatta in un uomo al momento dell’abbandono da parte della sua donna? Ho provato a darmi tanti risposte, pensando che quando si ama qualcuno il desiderio è di saperlo felice o con noi o senza di noi, invece scatta il desiderio di sopprimere quella persona: o mia o di nessuno.

Non credo che sia l’amore o la gelosia che porta a questi gesti estremi, ma il considerare comunque una donna non come essere umano ma come oggetto di proprietà, e come tale senza possibilità di scelta, specialmente una scelta di andare via, di chiudere un rapporto, un matrimonio…spesso una donna lascia un uomo che in realtà le ha già mentalmente lasciate da anni, ma che vuole trovarle ugualmente lì ogni sera, come il tavolo della cucina, come il divano nel salotto.

L’ultimo delitto, di cui ancora non si hanno prove certe di colpevolezza del marito, ha una caratteristica agghiacciante, alla donna è stata tagliata la testa, oltre all’orrore del gesto ci sono le motivazioni che lasciano sconcertati: Nella testa ci sono i pensieri, l’identità della persona, rimuovere quella parte del corpo corrisponde a volerla annullare totalmente.

Addirittura nella lingua italiana ci sta una parola “ uxoricidio” coniata appositamente, che significa l’uccisione di una donna da parte del marito, ma è da notare che non esiste una parola corrispondete al femminile, all’uccisione di un uomo da parte della moglie…forse perché culturalmente è meno frequente questo fenomeno e ancora una volta mi porgo una domanda alla quale non so rispondere: perché?

Se non si arriva all’eliminazione fisica, si tenta comunque di uccidere l’anima, mortificando, punendo insultando la donna che lascia, anche in chat molto spesso sono stata testimone di cosiddetti sputtanamenti o persecuzioni da parte di uomini lasciati, che hanno messo in piazza ogni cosa intima e privata, pur di raggiungere una punizione per l’abbandono e hanno continuato per mesi o per anni, esponendo ogni sera alla pubblica gogna quella donna, cercando in qualche modo di colpirla a morte nel suo intimo, distruggendo comunque il passato di un amore condiviso.

Perché per un uomo è così difficile accettare un abbandono? Perché si arriva a rovinare la propria vita, finendo anche in carcere, pur di non permettere alla propria donna una nuova vita? A tutte queste domande potete rispondere solo voi uomini, e vorrei ricordare una considerazione bella di Massimo Troisi, sulla fine di un amore: “Non potrei vivere al pensiero che da qualche parte ci sia una donna che mi odia, perché come abbiamo messo tanto amore nello stare insieme, bisognerebbe saper lasciare con amore” e lasciare è anche permettere una vita di senza di noi, oltre noi.

Attendo una risposta, se qualche uomo vorrà darmela….

sissunchi

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Commenti al Post:
amante.unico
amante.unico il 09/05/06 alle 09:53 via WEB
Sono un uomo ma nonostante questo non credo di essere un potenziale assassino della mia futura compagna se dovesse lasciarmi. Essere lasciati è un dolore terribile...ti senti morire dentro ma penso che questo valga per entrambi i sessi. Credo che l'omicidio verso una moglie che lascia il marito (come giustamene hai sottolineato tu sissunchi) derivi dalla nostra cultura e non dall'istinto. Quindi è un male da cui in teoria possiamo guarire. L'omicidio è una forma di reazione più maschile che non femminile (forse perchè lei la dona la vita), lei predilige una vendetta più sottile ma che può essere altrettanto distruttiva (di cui però non si parla al telegiornale, naturalmente!) Penso che essere lasciato per un uomo sia come perdere delle sicurezze, delle certezze...perdere parte di noi...quella parte di noi che solo una compagna può conoscere. La reazione con l'omicidio, invece, credo sia solo una questione culturale per dimostrare un qualcosa verso la società (che almeno in occidente sta cambiando); un pò come quando l'uomo doveva dimostrare di saper mantenere la propria famiglia. Sono convinto che nessun uomo consideri la propria compagna come un oggetto. Amare significa volere il bene della persona amata...ma quando si arriva a certi eccessi...credo si ami ancora ma di un amore malato; come credo che una madre che uccide il proprio figlio lo ami comunque nonostante il gesto incomprensibile. Se si amasse in maniera sana ci si ostinerebbe a rimanere amici della propria compagna perchè nessuno ci potrà conoscere a fondo quanto lei. Naturalmente non ho la presunzione di aver dato una spiegazione esauriente nè tantomeno credo ne esista una sola per tutti gli omicidi commessi.
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ZioSabba
ZioSabba il 10/05/06 alle 22:15 via WEB
Perchè fare del male ad una donna? Perchè umiliarla? Perchè ucciderla, quando loro sono la nostra metà. Un uomo senza una donna che lo ama e lo accompagna è incompleto. Un uomo senza l'Amore di una donna è perso. Le nostre madri ci danno la vita e ci aiutano a crescere per una buona parte del nostro cammino. Le nostre compagne e poi future mogli ci accompagnano per tutto il resto del nostro cammino. Basta con le violenze sulle donne, perchè così uccidiamo anche noi stessi.
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fotobooks
fotobooks il 19/05/06 alle 11:07 via WEB
Pensi davvaro che tutti gli uomini siano così?
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modini
modini il 25/05/06 alle 13:54 via WEB
suvvia un pò di leggerezza..è vero che a volte sembrano un pòdei minus habens..però non sono la panacea di tutti i mali..altrimenti ci saremmo estinti..a qualche roba servono.. baci..e più ottimismo per favore
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aironeazzurrochevola
aironeazzurrochevola il 28/05/06 alle 17:44 via WEB
come statistiche, l'uomo uccide la compagna che lo ha lasciato (o che lo vorrebbe lasciare) perchè pensa che così, non potrà più "appartenere a nessuno".
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zio.pippo
zio.pippo il 18/06/06 alle 18:06 via WEB
ciao, io no so il perchè, non riesco nemmeno ad immaginare come potrei fare male a un essere dolce...quello che posso fare è chiedere scusa a nome della mia "categoria", chiedo scusa e me ne vergogno... nano nano http://iosononessuno.ziopippo.net
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OrsettoScopatore
OrsettoScopatore il 22/06/06 alle 18:47 via WEB
Ecco1 questa è la dimostrazione dell'imbecillità dell'uomo! Invece di ringraziare che una unione equivoca o equivocata da un diverso atteggiamento comportamentale abbia avuto la giusta soluzione: lo scioglimento, "l'Homo imbecillis" invece di ringraziare del nuovo stato di libertà, si inguaia con le sue stesse mani! Nessuna pietà! Nessuno sconto di pena... Divo contraddirti vi è un termine specifico, anzi quello coniato per prima la parola è "omicidio" essa fu coniata molto tempo prima. Anzi il termine "uxoricidio" fu inventato dopo, proprio perchè non vi era il termine adatto per l'uccisione della compagna...
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euxpom
euxpom il 27/06/06 alle 17:07 via WEB
Scusami, ma trovo odioso il tono con cui scrivi. Da essere umano (uomo o donna che sia) penso che stai sbagliando di grosso a generalizzare in questo modo. Un uomo non può e non è tenuto a rispondere alla tua domanda più di quanto una mamma sia tenuta a dare spiegazioni sul perché altre mamme abbandonino i propri figli nei cassonetti. Americani perché sparate a civili innocenti? Siciliani perché siete mafiosi? Romanisti perché tirate razzi nelle curve dei laziali? Figli perché ammazzate i vostri genitori a pugnalate? Sono tutte domande simili a quella con cui tu hai aperto il tuo articolo; sono tutte domande mal poste, e lasciano il tempo che trovano. Uomini perché ci uccidete? Sembra che pensi che dietro ogni uomo si cela un potenziale assassino, secondo me questo non è affatto sano.
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aironeazzurrochevola
aironeazzurrochevola il 12/07/06 alle 19:08 via WEB
PURTROPPO VI SONO UN NUMERO INDEFINITO DI UOMINI CHE MALTRATTANO E UCCIDONO LE PROPRIE COMPAGNE O EX COMPAGNE, SOPRATTUTTO LE VIOLENZE FRA LE MURA DOMESTICHE
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Gatto.Punk.85
Gatto.Punk.85 il 13/07/06 alle 22:36 via WEB
bel blog... complimenti... ascolta le bambole di pezza!!!! :)
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antifemminista
antifemminista il 27/08/06 alle 21:41 via WEB
Che razza di messaggio sessista, xenofobo, e razzista. Nel 65% dei casi di figlicidio è la madre ad uccidere. Domanda: DONNE PERCHè UCCIDETE I BAMBINI ? hehehe... Non va bene qui eh ? Io non ho mai ucciso nessuno nella mia vita, e questo vale per la maggior parte degli uomini. Quindi chiedere a 3 miliardi di uomini (la metà di questo pianeta) il perchè una MINORANZA di uomini uccide è di una stupidità enorme. Anzi, è una domanda posta in TOTALE MALAFEDE. Equivale a chiedere ALLE DONNE: DONNE, PERCHè UCCIDETE ? Infatti di donne che uccidono ne è PIENO IL MONDO. (ricordo che in 4 omicidi su 5 la vittima è UN UOMO...). Per cui tu, cara "VociDiDonne" (e grazie a dio tu NON rappresenti l'intero genere femmnile, ma SOLO TE STESSA), sei una femminuccia essenzialmente SESSISTA E MISANDRICA (cioè che ODIA gli uomini). x ZioSabba: tu invece sei un patetico, strisciante e bavoso MASCHIO-PENTITO (cercati il significato di questa espressione su Google...) x euxpom: finalmente una persona EQUILIBRATA. Grazie. A tutti gli altri, in particolar modo alle femminucce e ai maschi non-pentiti, consiglio la LETTURA ATTENTISSIMA di questi due siti: http://antifeminist.altervista.org/ http://www.uomini3000.it/ Au Revoir! -Un Uomo, e FIERO DI ESSERLO.
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martino_gloll
martino_gloll il 30/09/06 alle 10:58 via WEB
GRANDISSIMO ANTIFEMMINISTA!!! ti appoggio pienamente!!!!! perche' non parla di tutti quelli che nn possono fare carriera perche la tua collega, troia, fa i pompini al capo? E' uno scandalo!!!!!!!!
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fox_220
fox_220 il 14/09/06 alle 14:16 via WEB
A me pare che gli amici sopra abbiano mal interpetrato il messaggio. La domanda è sicuramente provocatoria... e di certo chi l'ha composta non vuole delle risposte generiche, con contenuti puramente ed ovviamente espliciti. Il discorso cambia commentando l'articolo, piuttosto che rispondendo. Posso dirvi che genericamente siamo tutti uguali, e quindi io come voi, un giorno o l'altro potremmo essere vittime o carnefici di situazioni del genere, ovviamente l'augurio personale è che ciò non avvenga mai. Personalmente ho alle spalle da 2 anni una storia di fidanzamento finita... ma durata 14 anni: da 3-4 prima della fine parlavamo di sistemazione, matrimonio e bambini. Gli ultimi 6 mesi ci avvicinavamo a pare il passo anche senza un lavoro stabile. Dopo un paio di delusioni professionali la mia amata, un giorno mi dice: "Ricordati che ti ho tanto amato". Scompare. scompare scompare nel nulla senza dare nessun tipo di spiegazione se non dicendomi che fin dall'inizio (adesso 29 anni) aveva pensato che io non fossi la chiave per la sua serratura. Io sono morto e risuscitato molte volte durante la mia vita... ma vi assicuro che questa ferita è stata irrimarginabile!! Le idee di farle del male solo nell'animo mi passarono per la mente per qualche anno e non vi nego che mi è girato per la testa anche la violenza fisica!! Ormai è solo passato... ma la ferita da lei inflitta non ancora. Io gli chiedevo, durante quel periodo semplicemente una serena comunicazione per chiarire quello che fosse successo in un periodo sicuramente più lungo... ma lei rifiutava infliggendomi un dolore psicologico ancora più grande associato a quello dell'abbandono: ormai ero convinto che fosse tutto finito ma volevo capire... e meritavo pure delle spiegazioni! Non chiedevo di tornare indietro. ORA SONO IO A CHIEDERE: "Ma perchè quando lasciate l'uomo dopo una storia importante, non sapete farlo in modo intelligente... ed anche nel modo più indolore possibile per entrambi???" LEO
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daffodil73
daffodil73 il 15/09/06 alle 13:18 via WEB
Donna, mistero senza fine bello... Interessante e utile finestra al femminile. Comlimenti e a presto ritrovarvi:) ciao, daffodil
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martino_gloll
martino_gloll il 30/09/06 alle 10:56 via WEB
miiiiiiiiiiii ma quanto vittimismo!!!! vi ricordo che a voi per fare carriera basta aprire le gambe...ottenete tutto quello che volete basta fare un po' le oche...basta col vittimismo!!! e ora di difendere noi ometti dai vostri atteggiamenti puttaneski!!!!!!
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annalisaburderi
annalisaburderi il 20/06/09 alle 12:01 via WEB
io rimango sconcertata davanti a queste risposte...
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m.massimo0
m.massimo0 il 20/11/10 alle 20:47 via WEB
Più che dalle risposte dovresti essere sconcertata dalla realtà che descrivono e dalle DONNE che descrivono.
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nonspariscopiu
nonspariscopiu il 31/10/06 alle 15:00 via WEB
chi commette queste cose atroci.. non è un uomo ma uno pscicolabile... quindi sii più ottimista e fidati di più degli Uomini... con la U maiuscola.. ;)
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Daphne24
Daphne24 il 11/11/06 alle 23:47 via WEB
Secondo me gli uomini che commettono violenze sono più deboli mentalmente delle donne che le subiscono. Perchè non avendo altri modi per imporsi usano quello. Ma si sappia che quello non è un modo per far vedere la propria virilità al contrario è segno di vigliaccheria. La forza fisica non è sinonimo di intelligenza, si è superiri solo fisicamente e basta. la superiorità è altro.
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m.massimo0
m.massimo0 il 20/11/10 alle 20:50 via WEB
Il guaio è che questa superiorità in altro voi donne non la dimostrate.
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DragonSlyar
DragonSlyar il 03/02/07 alle 00:33 via WEB
...ogni essere nasce con delle debbolezze che rimangono nascoste in ognuno di noi...
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Pattivis
Pattivis il 18/03/07 alle 12:04 via WEB
Ciao cara, buona domenica!!!! Se vieni da me troverai da commentare,parlo appunto di "noi"!!!! pattivis-sinastria
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Pattivis
Pattivis il 18/03/07 alle 12:12 via WEB
Mi sono fermata un attimo:interessante il tuo post,ma se aspetti che qualche uomo ti risponda ....mmmmmmmmmmmmm!!!!!! Sono vigliacchetti,non lo sai? Cmq...certo sono contro chi toglie la vita,x carita'....ma guarda,che,da un certo punto di vista,estremo,paranoico,assurdo quanto vuoi, pero' potrebbe essere visto anche come un'ultima prova d'amore....delirio....sì.ma d'amore!(non mi denunciare!) a presto pattivis
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kaduina
kaduina il 01/04/07 alle 14:23 via WEB
fox_20....ma qual'è un modo intelligente per lasciare una persona? A parte il fatto che il post non mi è sembrato sessista, ma viste le statistiche, mi è parsa una domanda abbastanza prevedibile....io credo che le donne siano semplicemente piu' abituate al dolore e quindi, piu' forti nell'affrontarlo... per quanto riguarda i figlicidi, non mi ricordo chi ha fatto la domanda ma.... la questione è affrontata in modo abbastanza concorde nell'ambiente scientifico....diciamo che per farla in breve, il tutto si rifà allo sconvolgimento ormonale che avviene nella gravidanza e post partum.... insomma...basta che una donna scriva un post che non gratifica gli uomini e diventa subito una femminista? coda di paglia? :P
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m.massimo0
m.massimo0 il 20/11/10 alle 20:55 via WEB
No cara kaduina (o beduina?) è solo un ennesimo (ma ahimè inutile) invito a porre il quesito in modo corretto. Quanto alle gratifiche agli uomini, non sappiamo cosa siano, da oltre quarant'anni ci avete abituato a ben altro!
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maldamore
maldamore il 09/04/07 alle 21:23 via WEB
Salve. Sono il responsabile del sito www.maldamore.it, l'unico sul web sulle dipendenze affettive e relazionali e sulle problematiche legate al mal d'amore. Le chiedo, se vuole, dopo averlo visitato, un link al sito sul suo blog. Grazie.
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agimurad
agimurad il 02/06/07 alle 12:06 via WEB
Un cordiale saluto con un articolo. Giovanna Nigris OGGI, 2 GIUGNO E’ FESTA DELLA REPUBBLICA, MA LA POLITICA E LA PARITA’ NON SONO ANCORA DONNA di Giacomo Montana Oggi è il 2 giugno, festa della Repubblica. Da quando che gli Italiani furono chiamati alle urne per votare il referendum popolare e scegliere tra monarchia e repubblica sono trascorsi ben 61 anni (1946). Da quella data si recarono alle urne anche le Italiane e quindi una doppia festa per il progresso. Fu il primo passo del secolo con questo tipo di crescita culturale femminile. Fu così che le donne hanno potuto entrare in politica ma poi hanno sempre ricevuto ostruzionismo di partecipazione, tanto che al Parlamento e al Senato c’è stata sempre una notevole superiore presenza maschile, con conseguenze discriminatorie in tale ambito tra i due gruppi. L’identità, individuale e collettiva, delle donne comunque, non è mai stata una realtà fluida, aperta, trasparente, onesta e leale, scaturente da ciò che possiamo definire e invocare "individualismo altruista o collettivo". Un cammino iniziato bene, ma continuato sempre male con una condizione pilotata e comunque caratterizzata da discriminazioni, violenze, ricatti, corruzione, paura e insicurezza. Ancora oggi le donne si vedono mettere in secondo piano, anche se spesso, in mancanza di adeguata informazione, la discriminazione viene fatta senza clamore. L’abuso sulla donna il più delle volte continua a passare inosservato e così vincono sistematicamente l’ipocrisia e la farsa. Della donna senti nell’abbraccio un’ emozione insuperabile, incancellabile, insopprimibile, invalicabile, ma quando si tratta di vederla realmente con pari diritti anche in politica la vedi fortemente discriminare, respingere ed emarginare, con un sorriso. In parecchi casi anche la discriminazione occultata mantiene in fermento il rancore, l’odio, la rabbia e l’ira nel Paese. Il raggiro politico ai danni delle donne è mimetismo e ipocrisia, è l’assorbimento del particolare nel generale, è l’oscuramento delle armonie logiche e morali. Certamente si può tenere vivo il ricordo della continuazione al festeggiamento del 2 giugno per la nascita della Repubblica Italiana, ma non si può ancora dire che la politica e la parità siano anche donna. Vedi http://sisu.leonardo.it http://agimurad.splinder.com
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serglasser
serglasser il 02/06/07 alle 16:14 via WEB
Sono vissuto in una famiglia con Padre Padrone,la tranquillità era un'optional,il mio caro padre picchiava la sua donna,mia madre,lasciandogli dei segni tangibili sul viso,tre figli,per poi passare a due,mia sorella scappata di casa,per sposarsi.Tutto! basta nn ritornare nella casa,io ero una belva,litigavo quasi tre volte al gg,adesso ricordo,mentre lo sto scrivendo,paragonarlo ad un'inferno è a dire poco.La mia cara MADRE ai bordi della sedia,supina su un lato a terra,incinta del 2°,picchiata da mio padre,che la lascio,sbattendo la porta,in quell'attimo.Ci sono Uomini che nn meriterebbo di essere chiamati ciò,ma per mia fortuna di me,e i miei figli,e la mia cara MOGLIE,cosi' nn è stato.
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sonouncantastorie
sonouncantastorie il 12/07/07 alle 16:41 via WEB
Mi stavo chiedendo, ma perché ci sono tante donne che vivono con uomini che le picchiano? Cioè, se un uomo è violento può esserlo una volta, ma perché persistere? Mi spiego. Un uomo picchia una donna. Lo fa la prima volta. Ma perché la donna continua a stare insieme a lui.
Per quanto mi riguarda, un uomo che picchia una donna è da scansare. Non una volta, ma per sempre. Spero che mi sono capito.
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mira74.pari
mira74.pari il 15/08/10 alle 14:54 via WEB
POCHE PAROLE MA OTTIME.......
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miki181
miki181 il 13/07/07 alle 18:17 via WEB
Ciao, sai, è un argomento difficile. Ma penso si possa partire da una constatazione. Praticamente tutti gli uomini sono terrorizzati dal fatto che la propria donna possa andare con un'altro uomo. E' inutile girarci tanto. Nel momento in cui veniamo lasciati, il primo nostro pensiero è "chissa chi è l'altro". Siamo accecati dalla gelosia perchè cio che credevamo fosse solo nostro, ora potrebbe essere di qualcun altro. Nella maggioranza dei casi l'altro c' è, ma secondo me, nel momento di rottura, è il caso di fare un esame di coscienza e capire dove abbiamo scbagliato. La soluzione del taglio della testa, non ha senso perchè comunque la sconfitta dell'essere lasciati o l'essere traditi ci sarà sempre. Quindi sarebbe meglio lasciare passare del tempo, riflettere in che modo abbiamo conquistato la nostra donna, e cercare (se la situazione non è proprio compromessa) di tornare come una volta. Questa secondo me è l'unica soluzione possibile, quindi non condivido l' opzione omicidio :-).
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steellar
steellar il 09/09/07 alle 17:18 via WEB
Su argomenti di questo genere si scrivono tante cose, ma mai abbastanza. E sembra che la gente cerchi di "non sentire".
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DonnaTV
DonnaTV il 29/11/07 alle 19:24 via WEB
Vi segnalo lo speciale sulla violenza di genere in onda su DonnaTV www.donnatv.it, la prima televisione fatta da donne per le donne. Se volete potete partecipare al nostro blog. Troverete anche il video della manifestazione del 24 novembre.
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fasanobi
fasanobi il 16/01/08 alle 16:05 via WEB
http://blog.libero.it/dicilatua/ NON ENTRATE SOLE NEI BAGNI Il caso riportato è particolare, ma i bagni, quello sulle autostrade e persino degli hotel (fuori delle stanze), dei bar..., sono a rischio per le donne. Può anche esserci la convinzione, da parte di un maschio che avete soltanto guardato, che siate consenziente. Questo perchè nei bagni dei locali notturni, da parte di ragazze che si sono momentaneamente "bevute" il cervello, c'è in molti casi, l'accettazione di un rapporto veloce ed occasionale, la qual cosa spinge gli uomini a pensare che tutte le donne la pensino così. Mi dicano il contrario frequentatori di locali nottorni e semi, se possono dirlo. Inoltre: cosa di più facile che una spinta in un bagno, da parte di un uomo (anche non maniaco), ma soltanto portatoalla violenza? e dopo, chi ti aiuta? Attente donne, non andate sole nei bagni e, se lo fate, attenzione a non essere seguite. attenzione a quando ne uscite. Suggerisco, per le donne sole che viaggiano spesso, di portare con se la bomboletta anti stupro. Il liquido, spruzzato negli occhi, vi da il tempo per fuggire. Bianca Fasano Vedi: Firenze/ Violenza agli Uffizi: 25enne costretta a seguire in bagno un uomo che poi la violenta Sabato 12.01.2008 14:20
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pgmma
pgmma il 25/02/08 alle 02:18 via WEB
I giorni scorsi in un convegno interessante, in cui parte degli intervenuti avevano l' espressione di bradipi, incontro che ha toccato di riflesso anche il tema e le implicazioni in oggetto, mi ha colpito l'interesse dell'addetta alla reception, la sua intelligenza emotiva e il volto parlante nel contesto semantico della sua persona. Lucia.... bella ma non bellissima, sguardo schietto, non provocante, pelle vellutata e luminosa al naturale, espressione intelligente ed immediatamente positiva, occhi conquidenti e chiari indizi di animo solare, corpo dimensionato senza il troppo il lesinare della natura, cosa che per tutti non guastava affatto... Ma l'espressione splendente e rasserenante del viso era, ti assicuro, di gran lunga prevalente su TUTTO. Sarebbe bastata lei da sola, e oltre ogni invidia, a rendere manifesto al di là di ogni dubbio, il suo diritto che non le venisse torto uno dei suoi biondi capelli; e il diritto a rifiutare la violenza di qualsiasi genere tanta erano la delicata grazia e la forza eloquente che emanava intorno. pm
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lottergs
lottergs il 25/03/09 alle 06:27 via WEB
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mirella.castigli
mirella.castigli il 13/10/09 alle 09:27 via WEB
Ci sono domande che laltra metà del cielo spesso ha difficoltà a rispondere: anche per questa ragione abbiamo posto anche noi un'importante (secondo noi) domanda: questo NON è un paese per vecchie?
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liberaieri
liberaieri il 20/11/09 alle 19:53 via WEB
Salve a tutti.Spero che non vi offendiate se vado off-topic ma volevo parlarvi di una cosa importante.Nel forum del sito "il corpo delle donne" e' nata,grazie ad alcune utenti,un'iniziativa interessante.Stiamo raccogliendo firme da parte di tutte quelle persone che rimangono disgustate dall'uso del corpo femminile che fanno i media,nel nostro caso abbiamo scelto un programma televisivo per rivolgere le nostre critiche,"prendere o lasciare"con enrico papi e raffaella fico in onda alle 8.30 di sera.vi invito a firmare con la speranza che questo sia solo il primo piccolo passo per poter cambiare le cose e far sentire la nostra voce.la petizione andrà infine inviata alla mediaset,una volta raggiunto un numero notevole di firme.vi invito a divulgare l'informazione.BASTA con questi stereotipi,riprendiamoci la nostra dignità!!ecco il link dove aderire alla petizione http://firmiamo.it/sign/petition/prendereolasciare grazie a tutti
(Rispondi)
 
m.massimo0
m.massimo0 il 20/11/10 alle 21:04 via WEB
Cara liberaieri, se non sbaglio voi donne avete combattuto per le vostre libertà e ora molte donne e ragazze usano la loro libertà personale anche per fare veline, cubiste, oche giulive e servizi sotto la scrivania per fare carriera. Non vedo ora come questo possa essere impedito. Ovvio, per te e tutte le donne è un problema di mentalità maschile ma non spetta anche alle donne il doterla cambiare? Ahiahiahi
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neomaschilista
neomaschilista il 21/01/11 alle 04:30 via WEB
xche siete assassine massacratratrici di noi maschi.io sono nn violento ma sara'dio a ammazzarvi xche'siete le lesbiche di satana le bestie demoniache da distruggere con ogni mezzo.dio lo vuole.
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zipp67
zipp67 il 17/06/11 alle 11:24 via WEB
Salve, mi presento, sono un uomo, medico, che spesso mi trovo ad incontrare nella mia vita professionale, donne maltrattate dai (propri) uomini. Spesso le violenze maggiori sono quelle psicologiche, ho conosciuto delle donne la cui personalità è stata completamente annullata da anni o decenni di insulti, umiliazioni, offese e percosse. Lo dico apertamente, a volte, sentendo le loro storie, mi vergogno di essere uomo. Sto collaborando ad un sito rivolto alle mamme lavoratrici (www.mammaelavoro.it), nella speranza di poter aiutare più persone possibili, anche perché credo che l’unica arma per contrastare questo fenomeno sia proprio il parlarne e far capire a tutti l’importanza e la diffusione di questa brutale usanza. Un saluto a tutte.
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fasanobi
fasanobi il 20/03/18 alle 21:24 via WEB
CHE piaccia o meno accettarlo, le donne sono da sempre ed anche in modo più o meno nascosto, soggette a violenza. E’ un dato in alcuni casi non visibile (da insegnante in qualche caso ne sono venuta a conoscenza per “confessione” più o meno esplicita di allieve), questo perché l’effetto più frequente della violenza è la vergogna e la perdita di autostima, e tanto conduce chi ne è vittima a tacere. La violenza é, più spesso di quanto piacerebbe credere, di tipo “domestico”, ovvero si verifica in famiglia da parte di parenti o di amici intimi e accompagna la vittima a effetti che vanno molto al di là del danno fisico, quando non conducono alla morte. Tuttavia non dobbiamo immaginarla soltanto come un evento fisico, perché esistono differenti tipi di violenza: La violenza fisica va dal picchiare con o senza l’uso d’oggetti, spintonare, tirare per i capelli, prendere a schiaffi, a pugni, prendere a calci, strangolare, con le mani o con altri mezzi, ustionare, sfregiare con l’acido, ferire con un coltello o con altre armi (anche improvvisate) ed altresì torturare o uccidere. Deve essere considerata violenza anche quella psicologica, il minacciare, lo stalking e gli atti persecutori anche a mezzo web (che troppo spesso si traducono poi in violenza fisica), l’insultare, l’umiliare, l’attaccare l’identità e l’autostima, l’isolare la malcapitata impedendole o controllandone le relazioni con gli altri, il cacciarla fuori casa o metterla in condizione di andarsene, rendendone impossibile la permanenza, o al contrario, il segregarla in casa (casi di rapimento, segregazione e violenza perpetuati anche per anni sono “comuni”, non in Italia; quelli scoperti hanno indignato il mondo). Nondimeno è recente (3 ottobre del ‘14) ed avvenuta in Italia, a Pavia (non da parte di un italiano), la vicenda di una ragazza diciottenne di origini marocchine, segregata in casa dal fratello di 26 anni, assieme alla cognata di 22, perché non voleva “spacciare”, liberata poi per mezzo dei carabinieri di Vigevano. Occorre considerare anche la violenza economica: il sottrarre alla donna il suo stipendio, l’impedirle qualsiasi scelta nei confronti della gestione nell’economia familiare, l’obbligarla a lasciare il lavoro o l’impedirle di trovarsene uno, ma anche il costringerla a firmare documenti, a contrarre debiti, ad avviare progetti economici (a volte truffe), con l’ansia e la paura per la propria condizione e per quella dei propri figli unite all’autocolpevolizzazione, ad un intimo senso di inettitudine, alla depressione. Quanto esposto si accomuna a traumi dagli esiti più o meno reversibili cui in molti casi fanno seguito problemi psico-somatici, impedimenti del sonno, danni durevoli alle articolazioni, cicatrici, ed inoltre perdita parziale dell’udito e/o della vista. La violenza sulle donne è in moltissimi casi custodita tra le mura di casa e accettata come un dovere. E’ anche a causa di tale silenzio se all’improvviso lo scoppio della violenza si traduce in omicidio, laddove la donna decida –infine- di liberarsi, informando il compagno o coniuge, della sua volontà di lasciarlo. Seppure la storia insegna che la richiesta di aiuto, anche ai parenti o alle forze dell’ordine, non sempre salva la vittima dall’omicidio, dalla brutalità che conduce all’ospedale o dall’essere sfigurate a vita (emblematico il caso dell’aggressione con l’acido subita dall’avvocatessa Lucia Annibali, a Pesaro, da parte dell’ex fidanzato Luca Varani). La violenza, se non fa perdere la vita o non lascia sfigurati nel corpo o nell’animo, può condurre alla perdita del lavoro, della casa e di eventuali altre proprietà, e non difficilmente a quella del proprio tenore di vita, qual ora si decida che la libertà dal coniuge/compagno valga di più della sicurezza economica. La sopportazione di qualsiasi tipo di aggressività conduce all’isolamento, all’assenza di partecipazione nel sociale e nelle relazioni con l’esterno, alla perdita di relazioni amicali. Inoltre: una moglie picchiata è in molti casi mamma e la violenza produce conseguenze gravissime non solo sulla donna, ma anche sui figli, sempre che ne escano vivi entrambi. E’documentato che i bambini e le bambine cui tocca in sorte di assistere a scene di violenza domestica (recentissima quella di Cattolica – Rimini – laddove Raffaele Ottaviano, 30 anni, ha ucciso la moglie Ivana Intilla, 27 anni, a coltellate e si è tolto la vita in presenza dei due figli gemelli di tre anni, che erano a casa con loro (fortunatamente senza scaricare anche su di loro la sua rabbia), o che ne sono stati/e vittime in prima persona, mostrano problemi di salute e di comportamento, tra cui disturbi di peso, d’alimentazione o del sonno. Inoltre possono avere difficoltà a scuola, possono cercare di fuggire da casa o anche mostrare tendenze suicide e da adulti non riuscire a sviluppare relazioni intime corrette. Quando non vengono loro stessi uccisi. Tutto ciò dovrebbe portare l’attenzione della società alla prevenzione di queste violenze, troppo spesso domestiche e ritenute “inattese” dai vicini (e qualche volta dagli stessi parenti). Sappiamo bene, ad indagare a fondo dietro ogni morte, ogni ferimento, ogni omicidio di bambini assieme alle madri o ad entrambi i genitori (omicidio/suicidio), che non è affatto così: Quando le donne non hanno fatto direttamente richiesta di aiuto alle forze dell’ordine, si sono certamente espresse coi familiari, ne sono state consapevoli, hanno intuito che il filo sottile tra la vita e la morte stava per spezzarsi, ma non è stato fatto per loro qualcosa di drastico e conclusivo, che impedisse la tragedia. La storia insegna che l’autore di femminicidio non è uno sconosciuto o quello che può essere definito un “maniaco incontrato per caso”. (fatti salvi i casi quali quelli di Yara). Ad uccidere la donna è un partner, un ex partner o un familiare, quindi un essere umano legato a lei da un rapporto stretto e che in teoria avrebbe dovuto amarla. Annotiamo: Solo in 14 casi su 1036 l’assassino risulta essere stato un estraneo; soltanto in 34 casi su 1036 l’assassino è legato al mondo della prostituzione (sfruttatori e clienti della vittima). Soltanto in 82 casi su 1036 l’assassino è collegato alla vittima in modo epidermico e può essere definito un conoscente. In 195 casi su 1036 l’assassino è legato invece alla sfera familiare, comprendendo con essa sia parenti diretti che acquisiti. In 629 casi su 1036 l’assassino è un partner presente (483 casi). Che fine fanno gli assassini? maggiormente emergono (quando viene accertato), due conclusioni più comuni: l’arresto e il suicidio (tentato o riuscito). Su 1036 casi di femminicidio in Italia 553 volte il colpevole è stato assicurato alla giustizia (nella maggior parte dei casi per autodenuncia e spontanea consegna alla polizia) mentre in circa 296 casi l’autore dell’omicidio ha tentato (48 volte) o è riuscito nell’intento del suicidio. Ma in ogni caso la donna è morta. Bianca Fasano (ph: crimeblog) (A cura di Bianca Fasano – parmenide2008@libero.it)
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