Ricordo il marmo freddo e duro,
che ti gelava i seni pesanti,
mentre affondavo nelle tue natiche,
che ferme mi accoglievamo impudenti.
Avanzavo nel tuo regno caldo,
implorandomi di essere solo tua.
Le mie mani strette,
lividi sul candore della pelle.
Eravamo un corpo solo.
Impazziti nella nostra carne marcia,
vivevamo dei nostri umori,
godendo del goffo amore
delle nostre anime.
Avvinti
come rami secolari,
cercavamo il bacio,
che poteva renderci l'eternità.