t'h''e'w'at''e'rer'

Post N° 208


Ventiduesettembreduemilaotto.Devo scrivere, devo scrivere, devo scrivere. Fuori c’è un cielo denso e incorruttibile. accecante da essere cristallo e piombo. ho già bisogno di una sigaretta per calmare il mio stomaco, che è talmente imbevuto di emozioni da essere ubriaco. fuck[’]d up. con jessica è finita; niyaz left. fired. giulia is totally a mess, elisa è sempre la mia musica, i miei accordi, le mie canzoni, i miei pianti, i pugni presi. ritorno in italia presto, ma per quindici giorni. e di nuovo ritorno qui, perché fottutamente non sono in grado di gestire le separazioni. ritornare. c’è del conforto in questa parola. è l’essere cullata dalla vita e dalla sicurezza, non voglio abbandonare me stessa. 6 mesi, vaffanculo, sono troppo pochi. già non vedo l’ora di arrivare di nuovo a male, regali per tutti. tutti chissà chi, perché in tanti partono. vanessa in thailandia, martina in australia, hussein e robert vanno via all’inizio del mese prossimo. ibbe e ibra ci saranno. adoro questi ragazzi. loro con la loro stanza rosa, la fissazione per i braccialetti di pelle, l’uscita in barca che ieri io e la fede ci siamo sparate a madivaru, lo staff coffee shop. e vaffanculo, di nuovo, i cant manage to find the best way to tell it. hardly I can just handle it. rimango in contemplazione del mio fascio di emozioni, annodate inscindibili al mio scheletro, che si rifiutano di essere tradotte in parole. un pomeriggio chiusa in una stanza d’albergo a male, io e niyaz, sigarette. le nottate al diving centre al cottage. vaffanculo a questa fottutissima ipocrisia. eravamo nostri. Ho bisogno di una pausa, altrimenti esplodo.