ci vuole un attimo per devastare le gioie apparenti
per trascinarti in quell'oblio mentale che non facevi tuo
che tenevi lontano come una fiamma che arde inesorabile
che illumina e cela circostnze erroneamente dimenticate.
grandi divinitą brillano ai bagliori di un tramonto fatuo
alle luci di fuochi artificialmente creati
con l'intento di distruggere gioie esistite per millenni.
paura e dolore ora nascono
sepolti tra macerie fumanti e tappeti infuocati
tra le mani delle donne rivolte al cielo
che urlano pregando alla pioggia che non cade.
il vento trasporta al suo interno polveri colorate
usate un tempo per decorare giardini felici
che soffocano ora i lamenti di gole strozzate
dal pianto e da mani capaci di togliere la vita.
svegliarsi una mattina e ritrovarsi morti
allineati a centinaia di altri corpi che attendono
in una stazione fedda di sangue
quel treno che porterą con sč il volto del dolore.
le bandiere non sventolano oggi con la tessa forza
con lo stesso orgoglio di prima
si agitano al ritmo della sofferenza di un bimbo
schiaciato dalla pesante mano dell'uomo ingrato.
il tempo per un attimo si ferma
assiste in silenzioso rancore
a quel tintinnare di calici colmi di sangue
che un tempo erano colmi di vini delicati.
oggi č un altro giorno e domani pure
aspettiamo con angoscia il rintocco pesante della scure
che s'abbatte sulle teste chine a ricevere
per l'enesima volta una pioggia nera di cenere.