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« DI FERNANDO PESSOAA PROPOSITO DI SEPARAZIO... »

A PROPOSITO DI SEPARAZIONI DAL FIGLIO

Post n°115 pubblicato il 22 Dicembre 2011 da whatsgoingon2005

LA MOLLA BIOLOGICA

Appare opportuno non sottostimare la valenza della molla biologica: l’importanza dell’istinto di

prosecuzione della specie, della necessità di accudire la prole come pulsione insopprimibile,

potente e profonda.

Sono aspetti fino ad oggi sottovalutati nella lettura della criminogenesi legata alla conflittualità

genitoriale in corso di contenzioso giudiziario: pur essendo alla base della decisione di avere figli, e

dunque pur essendo fondanti o comunque estremamente rappresentati in ogni vissuto e decisione

relativi al futuro della prole, la letteratura specialistica interessata alla conflittualità genitoriale ha

sempre preferito occuparsi degli aspetti "giuridici" e - al massimo - psicologici dei contenziosi

genitoriali, ignorando più o meno volutamente che l'istinto a garantire ai propri geni una

discendenza, e dunque ad occuparsi della prole fino a che non autonoma, è un istinto tra i più

irriducibili .10

Curiosamente, questo bisogno di accudimento della prole è stato confinato, e grandemente (a

parere di alcuni soprattutto gravemente) accentuato solo per quanto riguarda il sostentamento

economico della prole, forse equiparando - non consapevolmente, ma con tutte le problematiche

che ne emergono - l'assegno mensile al "cibo" che l'animale deve fornire alla prole non autonoma.

Il "Mobbing" è stato osservato inizialmente nel mondo animale11, solo in seguito studiato nel

contesto umano per descrivere le ripercussioni sul lavoratore di comportamenti ostili e prolungati

da parte di colleghi e superiori.12

In natura nasce proprio come una modalità di difesa della prole; il mobbing osservato in etologia

genera violenza fra individui adulti solo in presenza di neonati o uova fecondate.

10 - v. Giordano, Il Mobbing Genitoriale e la PAS: cosa sono, che fare [in via di pubblicazione]

11 - v. Conrad Lorenz

12 - v. Leymann e Gustavsson

12

Vale a dire che il bisogno di tutelare la prole e di garantire così la sopravvivenza ai propri geni,

scatena ogni irrefrenabile aggressività verso i simili che a tale progetto si oppongono o tentano di

opporsi, quindi rappresentano o potrebbero rappresentare un pericolo.

L’esproprio della prole ed il divieto di occuparsene entrano in conflitto, quindi, anche con le più

ancestrali pulsioni biologiche, oltre che con ogni sfumatura sociale, culturale ed affettiva13.

Questo spiega perché la violenza emerge quando si interrompe traumaticamente la continuità

genitoriale: è un istinto innato, superiore a qualsiasi vincolo socioculturale qual’é invece il Diritto.

Contro la distruzione del più forte archetipo naturale i vincoli legali hanno scarso o nullo potere di

contenimento; potrebbe essere un errore non considerare che l’esclusione forzata dei genitori dalla

vita dei figli - lo stupro delle relazioni - sa generare solo violenza

L'interruzione giuridica del progetto e delle relazioni genitoriali viene vissuta in larga maggioranza

dai padri, ragione per la quale sono gli stessi padri a figurare abbondantemente in testa nell'elenco

degli autori di omicidio legato alla separazione14.

Ed a monopolizzare, o quasi, i suicidi.

Una ipotetica controprova si avrebbe invertendo il quadro generale tramite la esclusione

sistematica delle madri dalla custodia dei figli, con la conseguenza di inibirne drasticamente le

frequentazioni e l'influenza nel processo di crescita: con l'inversione dei ruoli gli statistici si

troverebbero inevitabilmente a commentare la casistica di una maggioranza di donne disperate

che agiscono violenza auto ed etero diretta, uccidendo ed uccidendosi.

Vogliamo augurarci di rimanere nel campo delle ipotesi e di non essere costretti a prendere atto di

nessuna macabra controprova.

Per quanto riguarda le separazioni è infatti più semplice attribuire le responsabilità a presunte e

mai dimostrate personalità deviate delle parti, estrapolandole dal contesto nel quale gli episodi

drammatici maturano.

Va ricordato come in larga percentuale il folle non sia affatto tale fino al giorno prima di

commettere il delitto: non ha mai manifestato pulsioni criminali, supera brillantemente i test per il

rinnovo del porto d'armi o addirittura presta servizio nei corpi militari, paramilitari o come tutore

dell'ordine.

Se poi capita che l'omicida-suicida lasci delle lettere nelle quali individua chiaramente

nell'inadeguatezza della giustizia la molla scatenante del gesto disperato, allora tali lettere

vengono sequestrate e ne viene inibita la divulgazione.

 

 
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