Creato da whatsgoingon2005 il 10/07/2005
................

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Empathia

- STAR STERN
- TRAIETTORIE MENTALI
- LADY DI FERRO
- LADY MISS 00
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

pino.dibenedettopoeta.72elektraforliving1963vaniloquiowhatsgoingon2005Fanny_Wilmotkaren_71SOULKINKYg1b9gesu_risortoannunz1psicologiaforenseGuerriero.luminoso0ingegnersalvolizmnPrincipessa.Gialla
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« da "NARCISO E BOCCADORO"...la vita »

La destra e la sinistra

Post n°110 pubblicato il 29 Ottobre 2010 da whatsgoingon2005

La differenza, tra destra e sinistra, come Lei ben sa, ha radici storiche
profonde ed è collocabile in seno al pensiero europeo, tanto che in altre
civiltà ha connotati cosi’ sbiaditi da poter apparire insignificante essendo là
la contrapposizione sociale fondata su elementi dinastici o religiosi e quindi
estranea anche al pensiero politico.

Questa annotazione induce già ad una riflessione sull’attualità, o meno, e
sulla forza, che ancora puo’ conservare, la contrapposizione del pensiero
politico in Europa, oggi, alla luce delle recenti, forti, mutazioni della
composizione della società sotto le spinte dei flussi migratori e della
globalizzazione in atto, che noi, intendo quelli fino alla nostra generazione,
vedono come un elemento di estraneità che si è innestato nella propria storia
personale, ma i pià giovani, ed i piccoli a maggior ragione, intendono come
parte integrante della loro storia di crescita personale.

Vi è, nella sostanza, nella riconduzione di ognuno, fino, indicativamente,
alla mia generazione, al pensiero politico e filosofico europeo, un concetto di
identità che si ritrova o che, per meglio dire, si ritrovava, poiché tale
identità, oramai è stata fortemente compromessa dalle mutazioni del quadro
geopolitica europeo, a partire, forse, prima di tutto, dallo stravolgimento
dell’impalcatura degli Stati Sovrani per mezzo del Trattato di Maastricht, che
di fatto ha  accelerato l’integrazione europea a livello politico, monetario ed
istituzionale, ma, parimenti, annullando o riducendo fortemente le differenze
tra gli Stati Europei e depotenziandone anche le leve dell’agire politico, ha
sottratto alla discussione sulla contrapposizione tra pensiero mercantilista e
pensiero socialdemocratico, ogni termine di paragone, cosicché nei fatti, la
“rivoluzione” si è imposta, pacificamente, tramite un referendum e, da allora,
i partiti, cosi’ come li conoscevamo, ed anche il loro pensiero, l’idea a cui
si ispiravano, sono stati seppelliti, o quantomeno superati, dal “fatto
compiuto”.

Se questo è l’assunto, allora, siamo di fronte alla necessità di distruggere
un pensiero, quello mercantilista e quello socialdemocratico, che finora
avevano rappresentato il punto di riferimento astratto di larga parte della
rappresentanza politica e della base che essa rappresentava, ed è in questo
spazio che si inserisce l’idea “tremontiana” di ricondurre il pensiero europeo
alle proprie origini giudaico cristiane, dando cosi’ implicatamente per
scontata l’assenza di altri punti di riferimento del pensiero
politico/filosofico e cosi’ decretando la morte delle ragioni mercantiliste da
un lato e socialdemocratiche dall’altro.

Si affaccia cioè uno scenario nuovo dove competono da un lato il “pensiero
unico” del capitalismo interplanetario senza volto e dall’altro quello di
stampo americano, privo di radici, che si aggrappa, in assenza di altro, al
“Dio, patria e famiglia”, in un confronto, pero’, che non è leale e simmetrico
in quanto non è confronto ma convivenza e sostegno del secondo a beneficio del
primo e che, per quanto ci riguarda, ci risulta anche fortemente estraneo e
rinnega totalmente la tradizione del pensiero europeo, riportandoci, così, ad
un periodo antecedente la secolarizzazione, in  una sorta di Medio Evo moderno
che convive e si scontra sotteraneamente con il residuo del pensiero classico
europeo oramai rappresentato da partiti che ricalcano solo le ombre di chi li
guida: senza idee, senza radici e senza avanguardia di pensiero, identificati
malamente nella loro provvisoria guida, e personalizzati fino al ridicolo.

Di fronte a questa nuova arena che si sta delineando, pero’, la gran parte del
pubblico assiste smarrita e sorpresa ad un confronto che non comprende e le è
estraneo, ed invoca, sottovoce, finora, la riesumazione di un pensiero
conosciuto.

Il dramma che stiamo vivendo sta tutto in questa frattura che alimenta un
dibattito senza senso, o che, almeno, così appare ai più.

Il mondo islamico ha unificato il pensiero collettivo accogliendolo sotto l’
egida della religione; l’america in quella dell’indipendenza e della
“libertà”.


In questi due “mondi” il nemico non è mai stato interno alla collettività ma
necessariamente esterno ad essa (l’America per l’islam, il comunismo prima e l’
islam adesso, per l’America), e determina atteggiamenti collettivi che
sfociano nel fanatismo religioso o nel comportamentismo americano, ed,
entrambi, sono stati finora assolutamente estranei all’agire del vecchio
continente.

Nel pensiero europeo, invece - così come si è formato dal 1500, con il
mercantilismo prima, il razionalismo del ‘600, la Rivoluzione Francese nel
secolo successivo ed il pensiero socialista sempre nel 1800 -, le
contraddizioni interne alla società sono state identificate in essa muovendo
dalle ragioni dell’una o dell’altra parte politico/filosofica e sociale, e
cosi’ si è strutturato il pensiero collettivo negli ultimi quattro secoli di
storia e tali contrapposizioni hanno progressivamente emarginato dalla
discussione la dominante religiosa a vantaggio dello spazio politico e
filosofico.

A questo punto credo non occorra andare oltre nel ragionamento per concludere,
che, ritenendo improbabile una nuova restaurazione religiosa, il pericolo che
stiamo correndo, adesso, è quello rappresentato dall’assenza, nel dibattito
politico, di ogni riferimento culturale così come storicamente eravamo abituati
ad avere; un’assenza che rischia di minare le fondamenta della stabilità
politica o un’abdicazione della politica, già ora ridotta a discutere di temi
che non vanno oltre l’immediato.
                  
Ecco perché è importante conoscere la differenza tra destra e sinistra ed è
importante, soprattutto, che essa ci sia, e che sia anche chiara.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963