Austria: arrivano i comunisti!

Post n°28 pubblicato il 03 Ottobre 2005 da paperagiallafirenze
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Ce l'avete presente l'Austria populista e xenofoba, che votava in massa Haider, il Furer della Carinzia, tanto ammirato dai leghisti nostrani. Il suo partito (il FPO) che aveva raggiunto il 27% dei voti ed era andato al governo con i democristiani della OVP. Quel governo nero-blu di centro-destra che tanto aveva scandalizzato l'Europa liberale tanto che si era arrivati a minacciare sanzioni?

Bene, cambiate idea.

Adesso in Austria vanno di moda i comunisti. Ma non neo-comunisti, post- comunisti, no-global, rosso-verdi, movimentisti, pacifisti,alternativi, e arcobaleni vari.  Proprio i comunisti DOC con tanto di falce, martello e bandiera rossa.

Alle elezioni di ieri in Stiria, tradizionale feudo democristiano, dove la OVP aveva la maggioranza dal 1945 si e' avuto un vero terremoto.

La OVP e' crollata di 8 punti, facendosi superare dai socialisti della SPO, aumentati di nove punti che diventano per la prima volta il primo partito delle regione. In leggero calo i verdi, alleati di questi ultimi.

E fin qui, niente di strano. cose che capitano ad un governo impopolare. Del resto la SPO aveva vinto anche lo scorso anno nella regione di Strasburgo, altra roccaforte "nera".

In quanto ad Haider, questi di recente ha rotto con il suo vecchio partito, accusando i suoi ex colleghi di essere troppo governativi e moderati, abbandondando il governo centrale e ritirandosi a fare il governatore della sua Carinzia. Nel frattempo pero' aveva creato un proprio partito, il BZO,col quale sperava di tornare in auge. 

Bene ,il FPO e' passato dal 12 al 4%, sparendo dal parlamento regionale ed il BZO ha preso un misero 1.7%

Ma come dicevo prima il risultato piu' sorprendente e' stato quello dei comunisti. Il KPO, partito del 2-3 % negli anni 50 , si era via via ridotto di dimensioni fino a cifre da prefisso telefonico ( 0,6% nelle elezioni del 2002).

Era praticamente scomparso anche dai parlamenti regionali. L'ultima volta che aveva preso dei seggi era stato nel 1965.

Adesso passa dall'1 al 6,3% , entra nel parlamento regionale e si posiziona come terza forza, dopo SPO e OVP.

La cosa sorprendente e' che la maggior parte dei suoi voti non sono di ex socialisti disillusi, come e' il caso della Linke in Germania, ma provengono direttamente dall'FPO e dalla OVP.

Un preavviso di questa piccola rivoluzione si era avuto nel 2003, quando nelle elezioni comunali di Graz i comunisti erano quasi triplicati, raggiungendo il 20%.

Questo mese si terranno le elezioni regionali anche nel Burgerland ma soprattutto nella citta' di Vienna, tradizionale feudo "rosso" dell'Austria.

Se i comunisti della KPO riuscisse il "colpaccio" di superare la barriera del 4% anche a Vienna (alle ultime elezioni erano sull'1%) ed entrare nel parlamento regionale, la cosa non potrebbe non creare scalpore nelle stanze del potere austriaco, soprattutto con la OVP e i sui alleati della FPO in crisi di identita' e di consensi ed un governo traballante, sballottato da una SPO che viaggia col vento in poppa.

 

 
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Elezioni in Polonia

Post n°26 pubblicato il 27 Settembre 2005 da paperagiallafirenze
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Si sono tenute domenica scorsa le elezioni parlamentari in Polonia. Sistema proporzionale con sbarramento al 5%.

La coalizione di centro-sinistra che ha governato dal 2001 al governo, lacerata dagli scandali e dalle divisioni interne si è sfaldata subendo un tracollo alle urne.

Hanno vinto a man bassa i due partiti di centro-destra che probabilmente formeranno la prossima coalizione di governo. Vediamo in dettaglio i risultati.

Prawo i SprawiedliwoϾ (Legge e Giustizia, populista) 27.0% (+17.5%)

Platforma Obywatelska (Piattaforma Civica, liberista) 24.1% (+11.4%)

Samoobrona Rzeczypospolitej Polskiej (Autodifesa, nazionalista) 11.4% (+1.2%)

Sojusz Lewicy Demokratycznej (Alleanza della Sinistra Democratica, socialdemocratica) 11.3% (-29.7%)

Liga Polskich Rodzin (Lega delle Famiglie Polacche, democristiani)  8.0% (+0.1%)

Polskie Stronnictwo Ludowe (Partito del Contadini Polacchi, agrario) 7.0% (-2.0%)

Socjaldemokracja Polska (Socialdemocrazia Polacca, socialdemocratici) 3.9% (+3.9%)

Partia Demokratyczna (Partito Democratico, liberale) 2.5% (-0.6%)

Da notare come da una elezione all'altra i polacchi tendano a punire pesantemente i partiti di governo, spostando anche il 20-30% dei voti da un partito all'altro. Ne sa qualcosa Lech Walesa, che nel 2001 vide  il suo partito (allora al governo) crollare dal 34 al 6% mentre la SLD passava dal 26% al 41%.

Il primo partito del paese adesso e' Legge ed Giustizia , un partito di centro-destra, populista, economicamente non liberista, guidata dai due gemelli Kaczynski, uno dei quali e' candidato alle prossime elezioni presidenziali. 

Al secondo posto si piazza quindi la Piattaforma Civica, partito centrista tendente a destra, molto liberista (ha proposto una "flat tax" al 15 %!) che come dicevo entrera' in una coalizione di governo col PiS.

E' praticamente  stabile invece Samoobrona(Autodifesa), un partito xenofobo, nazionalista e populista, fortemente anti-EU. 

Stabile anche la Lega delle Famiglie Polacche, formata da conservatori cattolici, ma con politiche sociali "di sinistra", ispirate alla dottrina sociale della chiesa cattolica.

La grande sconfitta di queste elezioni e' dunque l'Alleanza Democratica di Sinistra, erede dell'ex partito comunista che ha pagato in primo luogo molti scandali legati ad episodi di corruzione dei suoi leader, oltre a divisioni e scissioni interne. Altro fattore negativo e' stato l'ingresso nella Unione Europea, che ha risvegliato sentimenti nazionalisti (in parte anti-tedeschi) soprattutto negli strati piu' bassi della societa', la quale sono nell'ultimo anno ha risentito dei primi benefici effetti dell'ingresso in Europa.


Il partito dei contadini polacchi, alleato della  SLD  nel precedente governo vede calare i suoi consensi ma rimane in parlamento.

Non superano invece la soglia del 5% necessaria er avere seggi il partito socialdemocratico polacco (nato da una scissione della SLD) ed il Partito Democratico (liberale di centro-sinistra) erede della UW (unione per la liberta')dell'ex primo ministro Mazowiecki, che anche nella precedente legislatora era rimasta fuori dal parlamento.

 
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Global warming: la retroazione positiva

Post n°25 pubblicato il 23 Settembre 2005 da paperagiallafirenze

 Tutti conoscono la retroazione negativa: quando un sistema subisce variazione che lo porta in una stato di squilibrio, esso tende a controbilanciare la variazione in modo da tornare in equilibrio, magari ad un livello differente. Ad esempio, se in un ecosistema diminuiscono le prede, i predatori rimasti con poco cibo, diminuiscono di numero, il che a sua volta fa aumentare il numero di prede, dato che i predatori sono diminuiti e l'equilibrio prima o poi si raggiunge.

Tuttavia in natura esistono anche delle reazioni a catena, che generalmente si hanno quando si supera in certo limite, oltre il quale l'equilibrio iniziale non sara' piu' ricostituito. Si arrivera' prima o poi ad un altro tipo di equilibrio, ma sar' completamente diverso da quello iniziale.

Leggendo questo articolo della BBC sull'estate del 2003 

 http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/4269066.stm

mi ha assalito il dubbio che anche per il riscaldamento globale ci sia un punto di rottura oltre il quale si innesta una reazione a catena che puo' avere effetti devastanti.

Tutti conosciamo la retroazione negativa del global warming: piu' CO2 nell'atmosfera = temperature piu' alte= maggiore evaporazione sugli oceani = maggiori precipitazioni = piante che crescono piu' rigogliose e piu' velocemente (anche grazie direttamente all'aumento di CO2 = piu' CO2 "sequestrata".

Tuttavia ci sono anche retroazioni positive

+CO2=temperature + alte = possibilita' maggiori di incendi = + CO2

+CO2= temperature piu' alte = parziale scioglimento del permafrost = maggior dispersione del metano segregato nel permafrost nell'atmosfera (il metano e' un gas serra pure peggiore della CO2)

+CO2= temperature piu' alte = oceani piu' caldi = minore concentrazione della CO2 contenuta nell'acqua = maggiore CO2 nell'atmosfera

+CO2 = temperature piu' alte = maggior uso dei condizionatori= maggior consumo di energia = maggior consumo di energie non rinnovabili = maggior consumo di gas e petrolio = +CO2

infine  quelle che mi spaventa di piu' e spero non sia vera:

+CO2= maggior evaporazione= maggior copertura nuvolosa. E' vero che se e' nuvoloso fa piu' fresco di giorno , ma e' anche vero che fa piu' caldo di notte. Il rischio e' che la maggior presenza di vapore acqueo nell'atmosfera contribuisca anch'esso all'aumento delle temperature con le conseguenze di cui sopra.

Insomma , forse capisco perche' molta gente non vuole credere che esiste il riscaldamento globale (e che e' dovuto in buona parte all'azione dell'uomo, che ha aumentato del 50% la concentrazione di CO2 nell'atmosfera negli ultimi 30 anni. Perche' hanno paura di quello che succederebbe in caso di retroazione positiva. Quindi meglio non pensarci. Ma cosi' si rischia di fare la fine del rospo in pentola....

 

 
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Analisi del voto tedesco.

Post n°24 pubblicato il 21 Settembre 2005 da paperagiallafirenze
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Chi ha vinto e chi ha perso nelle elezioni parlamentari tedesche di domenica scorsa? Si parla del Cancelliere Schroeder come "vincitore  morale" e della sua sfindante Merkel come colei che ha vinto ma allo stesso tempo ha perso....

Vediamo innanzitutto i risultati:

SPD 34.3% (-4.2%) e 222 seggi (-29)

CDU 27.8 (-1.7%) e 179 seggi (-11)

CSU 7.4% (-1.6%) e 46 seggi (-12)

Totale CDU/CSU 35.3 (-3.3%) e 225 seggi (-23)

FDP 9.8% (+2.4%) e 61 seggi (+14)

Grune 8.1% (-0.5%) e 51 seggi (-4)

Die linke 8.7% (+ 4.7%)e 54 seggi (+52)

Estrema destra (NPD, Rep) 2.2% (+0.6%) e 0 seggi (+0)

Totale coalizione di governo 42.4% (-4.7%) e 273 seggi (-33)  

Totale opposizione di centro destra 45.1% (-0.9%) e 286 seggi (-9)

Totale partiti di sinistra 51.1% (+0.0) e 327 seggi (+19)

Nota: il numero di seggi varia in base al rapporto tra i voti proporzionali e i risultati dei collegi uninominali.

Quindi si puo' vedere come rispetto a 3 anni fa chi perde siano la SPD, la CDU e la CSU. "tengono" i verdi, aumentano i liberali mentre la sinistra radicale piu' che raddoppia i voti, portando piu' di 50 seggi in parlamento.

La coalizione di governo perde sensibilmente sia in termini di seggi che di voti, la coalizione di centro-destra "tiene" e perde qualche seggio.

SE si guarda il risultato della sinistra nel suo complesso si vede come essa abbia gli stessi identici voti del 2003, con una ventina di seggi in piu' grazie all'ingresso in parlamento della Linke.

Quindi la CDU/CSU non e' riuscita a prendere neanche un voto alla SDP. I delusi del Cancelliere hanno votato in massa per il suo acerrimo nemico La Fontaine e per gli ex comunisti di Gisy.

A destra CDU/CSU hanno perso un bel po' di voti verso i liberali e in minima parte verso l'estrema destra.

In pratica si puo'dire che l'elettorato di sinistra della SPD ha manifestato il suo dissenso verso la riforma dello stato sociale del cancelliere, mentre a destra chi ha creduto alle politiche liberiste proclamate dalla Merkel non si e' poi fidato di quest'ultima e ha votato per i liberisti "veri" della FDP.

A livello geografico si possono ricavare interessanti indicazioni.

All'est la SPD perde in molti laender intorno al 10%, voti che vanno quasi tutti alla Linke (quindi alla PDS) e in parte all'estrema destra (+2.5%). Centrodestra stabile.

Eccezione ad est e' Berlino, dove la PDS avanza del 5% a scapito di SPD (-2%) e della CDU (-3%)  A Berlino e' al potere una coalizione SDP/PDS. L'altra eccezione e' la Sassonia Anhalt dove il centrodestra (al governo) perde il 4% a vantaggio soprattutto della sinistra.

In Baviera si ha un crollo ( -9.4%)  della CSU, a vantaggio soprattutto della FDP (+5%).  Viene pagato pesantemente l'effetto Stoiber del 2002 e forse anche (in negativo) l'effetto Merkel (la "frustrata" dell'est, secondo una celebre gaffe di Stoiber).

Nella Saar, patria di La Fontaine, il Linke guadagna il 17,1% a scapito soprattutto della SDP (-12.6%)

Infine ad Amburgo, dove praticamente scompare la lista populista di Schill (una specie di Di Pietro leghista!) i suoi voti si riversano soprattutto sul centrodestra (+3%)

 
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Elezioni in Nuova Zelanda

Post n°23 pubblicato il 17 Settembre 2005 da paperagiallafirenze
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I risultati praticamente definitivi delle elezioni svoltesi oggi in Nuova Zelanda vedono la vittoria di strettissima misura del partito laburista della signora Clark al governo dal 1999.

Il sistema elettorale è simile a quello tedesco, metà proporzionale (con sbarramento al 5%) e metà uninominale.
I seggi sono 122 (120 nel 2002)

Questi i risultati:

Partito laburista 40.7% (-0.6) e 50 seggi (-2)
Partito Nazionale (conservatori) 39.6% (+18.7) e 49 seggi (+22)
New Zealand First Party (populisti, centro-destra)) 5.8% (-4.9%) e 7 seggi (-6)
Green party (Verdi) 5.1% (-1.9%) e 6 seggi (-3)
United future (democristiani) 2.7% (-4.1) e 3 seggi (-5)
Partito Maori (minoranza Maori) 2% (+2%) e 4seggi (+4)
ACT (liberali di centro-destra) 1.5% (-5.6) e 2 seggi (-9)
Jim Anderton Progressive (sinistra) 1.2 (-0.5) e 1 seggio (-1)

Altri: 3.3% e nessun seggio

Il Partito nazionale si è ripreso dal crollo del 2002, ripescando praticamente tutti i voti che nel 2002 erano fuggiti verso gli altri partiti di centro-destra (NZFP, UF e ACT) ed in parte pescando anche nel centro-sinistra. Tuttavia tale rimonta non sembra sufficiente ad avere abbastanza seggi per governare. La coalizione di centro sinistra (laburisti, verdi e progressisti ha 57 seggi, il centro destra potrebbe contare su 61 seggi (includendo il National party, ,NZFP, UF e ACT) che non sono sufficienti a governare.
Il partito Maori, formato da ex laburisti, che ha 4 seggi non voterebbe mai per un governo del National Party, visto che il suo leader, Don Brash, ez governatore della banca centrale, vuole eliminare le leggi speciali a favore della minoranza Maori. Si arriverebbe quindi ad uno stallo 61 a 61.
UF tuttavia ha già collaborato con il Labour in passato ed ha dichiarato che eventualmente in caso di stallo i suoi 3 deputati potrebbero appoggiare la maggioranza al blocco di centro-sinistra.

Anche NZFP ha detto che non esclude un eventuale appoggio esterno al governo laburista in casi specifici. Ma poggiare sul sostegno di NZFP renderebbe fragile il governo, visto il carattere populista di questo partito.

L'alternativa è che i laburisti formino un governo di minoranza e cerchino in parlamento i voti che servono volta per volta, come è già successo in passato.
NSFP ha detto che non negherebbe la fiducia. 

Quindi la signora Clarck in un modo o nell'altro dovrebbero formare il prossimo governo e iniziare cosi' il suo terzo mandato.

http://en.wikipedia.org/wiki/Helen_Clark

 
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Risultati elezioni in Norvegia

Post n°22 pubblicato il 13 Settembre 2005 da paperagiallafirenze

Ecco i risultati finali ( i seggi sono passati da 165 a 169)

Partito Laburista 32.7% (+8.4)  e 61 seggi (+18)

Sinistra Socialista (SV) 8.8% (-3.7) e 15 seggi (-8)

Alleanza Rossa (comunisti) 1.2% (+0.0) e 0 seggi (+0)

Partito del centro (agrario) 6.5% (+0.9) e 11 seggi (+1)

Totale centro-sinistra 49.2% (+5.6%) e 88 seggi (+11)

Partito Cristiano Democratico 6.8% (-5.6) e 11 seggi (-11)

Partito Liberale 5.9% (+2.0) e 10 seggi (+8)

Partito Conservatore 14.1% ( -7.1) e 23 seggi (-15)

Partito del progresso (FrP, populista xenofobo) 22.1% ( +7.4) e 38 seggi (+12)

Totale centro-destra 48.9% (-3.3) e 81 seggi (-6)

Altri partiti 1.9% (-2.3%) e 0 seggi ( -1)

I risultati portano quindi al governo la coalizione di centro-sinistra guidata dai laburisti. Il primo ministro sara' il leader laburista Stoltenberg, gia' primo ministro dal 2000 al 2001.

I laburisti si riprendono dalla batosta storica del 2001 che li aveva portati al minimo storico. Essi recuperano praticamente tutti i voti che nel 2001 si erano spostati a sinistra , verso la SV, e molti elettori delusi di centro-destra.

Il centro-destra storico praticamente collassa. I tre partiti che componevano il precedente governo passano dal 37.5 al 26.8% perdendo il 10.7%. Buona parte dei loro voti si e' spostato a destra, verso il Partito del Progresso di Carl I Hagen ( una via di mezzo tra Haider e Le Pen),che fino ad adesso aveva appoggiato il governo dall'esterno.

Adesso il FrP e' il secondo partito del paese e da solo ha tanti voti quasi quanto tutto il resto del centro-destra sommato. Si prevedono tempi duri per i moderati norvegesi.

La presenza della SV nel governo potrebbe raffreddare un po' i legami tra la Norvegia e gli USA.  I tagli delle tasse promessi dal centrodestra si trasformeranno probabilmente in un aumento dei servizi sociali, storicamente molto elevati ed efficienti, in un paese che e' stato di recente proclamato per il quinto anno consecutivo dall'ONU  come il piu' sviluppato del pianeta.

 

 
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Risultato elezioni in Giappone.

Post n°21 pubblicato il 13 Settembre 2005 da paperagiallafirenze

Ecco i risultati (quasi definitivi)
Seggi: totale 480

LDP 296 (precedenti elezioni 238, una trantina dei quali erano stati esplulsi) +58 seggi
DPJ 114 seggi ( - 64 seggi)
Komeito 32 ( -2)
comunisti 9 (invariati)
socialisti 7 (+1)
Altri (indipendenti e transfughi dell'LDP) 23 (+7)

Notare che al maggioritario LDP e Komeito attuano la "desistenza" reciproca.

Al proporzionale i risultati quasi definitivi sono i seguenti:

LPD: 38.2 (34.9, +3.3)
DPJ: 31.0 (37.4, -6.4)
Komeito: 13.3 (14.8, -1.5)
JCP: 7.3 (7.7, -0.4)
SDP: 5.5 (5.2, +0,3)
Altri: 4.7 ( non erano presenti al proporzionale nelle scorse elezioni)

I risultati segnano un trionfo del partito liberaldemocratico.

La guerra sulle privatizzazioni delle poste ha dimostrato ancora una volta che l'LDP ha al suo interno sia la maggioranza che l'opposizione, sia il liberisti che gli statalisti, sia i liberali che i conservatori. Ricorda molto da questo punto di vista il partito Peronista argentino, dove il presidente fa la parte del liberale e i vecchi marpioni del partito la parte dei progressisti.

Notare come la coalizione di governo passi dal 49.7 al 51.5 , quindi un aumento dei voti dell'1.8% che pero' sommato al crollo del 6.4% del partito democratico fa' si che una cinquantina di seggi dei collegi maggioritari vadano dall'opposizione al governo.

Piu' che un trionfo della coalizione di governo mi sembra siamo in presenza di un disastro dell'opposizione liberale di centro-sinistra, i cui elettori sono andati in massa verso Koizumi (mentre solo una piccola parte dell'LDP ha seguito i deputati espulsi).

Stabili, in perenne opposizione, i comunisti e quel che resta del partito socialista.

 
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Risultati elezioni in Egitto

Post n°20 pubblicato il 13 Settembre 2005 da paperagiallafirenze

Hosni Mubarak e' stato rieletto con l'88.6% dei voti

Il candidato liberale Ayaman Nour ha avuto il 7.3%, il candidato del Wafd, Noaman Gomaa il 2,8%. Gli altri percentuali infinitesime.

Questi risultati dimostrano come l'Egitto sia ancora lontanissimo dall'essere una vera democrazia, con possibilta' di alternanza al governo del paese. Un minimo passo e' stato fatto. Ma la strada appare lunghissima....

 
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Elezioni parlamentari in Norvegia

Post n°19 pubblicato il 09 Settembre 2005 da paperagiallafirenze
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Lunedi' si vota in Norvegia per il rinnovo dei 165 seggi del parlamento. Il sistema elettorale e' proporzionale con circoscrizioni regionali senza recupero dei resti.

La coalizione di centro-destra del governo uscente e' formata da conservatori, democristani e liberali e appoggiata dal partito del progresso (populista-xenofobo). La coalizione di centro-sinistra comprende il partito laburista (storicamente il primo partito del paese), i socialisti di sinistra e il centro agrario.

Tra i piccoli partiti quelli che aspirano ad un seggio in parlamento sono  l'Allenza Rossa (comunista) e il partito della Costa (regionalista).

I sondaggi, dopo aver dato il Centrosinistra in vantaggio, danno un testa a testa finale tra le due coalizioni.

Si prevede in ogni caso un aumento dei laburisti (dopo il disastroso risultato, 24,3% del 2001) e del partito del Progresso, che potrebbe diventare il secondo partito del paese a scapito dei conservatori.

In calo sensibile dovrebbe essere il partito Cristiano-Popolare del primo ministro Bondevik.

 
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Elezioni parlamentari in Giappone

Post n°18 pubblicato il 09 Settembre 2005 da paperagiallafirenze
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Si vota domenica per le elezioni parlamentari in Giappone. Si eleggono i 480 parlamentari della camera bassa., 300 con sistema maggioritario uninomale e 180 con rappresentazione proporzionale.

La coalizione attuale di governo e' formata dal partito liberaldemocratico, una specie di "DC Giapponese". Di ispirazione tendenzialmente conservatrice, governa il Giappone quasi ininterrottamente (escluso alcuni mesi nel 1994) dal 1955. Ad esso e' alleato il partito Komeito, di ispirazione buddista, tradizionalista. Insieme hanno quasi il 50% dei voti

Il maggior partito dell'opposizione e' il partito democratico, fondato alcuni anni da liberali di centro-sinistra, ex socialdemocratici ed ex membri dell'LDP. Alle ultime elezioni aveva superato l'LDP al proporzionale, ma perso al maggioritario, dove l'LDP fa accordi di desistenza con il Komeito.

Viene poi il partito socialista (o almeno quel che ne resta). Maggior partito di opposizione negli anni 70 e 80, ha visto scendere il proprio consenso negli ultimi anni fino a circa il 5% dell'elettorato.

L'altro partito di sinistra e' il Partito Comunista (Nippon Kyosan-to),il quale si e'rafforzato negli anni 90 grazie al tracollo del partito socialista, arrivando a superare il 10% dei voti.

Vi sono poi 3 piccoli partiti formati da membri del parlamento espulsi dal'LDP perche' contrari alla privatizzazione delle Poste ( il loro voto contrario ha spianato la strada alle elezioni anticipate).

Al maggioritario si presentano anche alcuni indipendenti, generalmente di area governativa.

I sondaggi danno vincente la coalizione di governo.

 
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Elezioni presidenziali in Egitto

Post n°17 pubblicato il 03 Settembre 2005 da paperagiallafirenze
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Il 7 Settembre si tengono le elezioni presidenziali in Egitto. Per la prima volta dal 1981  Hosni Mubarak non e' il candidato unico. Le elezioni non saranno comunque ne' libere ne' democratiche visto che i maggiori candidati dell'opposizione non possono parteciparvi e visto il controllo totale che Mubarak ha sui mezzi di informazione, sulla polizia e sugli altri organismi dello stato.

Alcuni pensano che questo sia un primo passo verso la democrazia e che Mubarak stia decidendo di aprire il suo paese alle liberta' democratiche sotto le pressioni degli USA (maggior finanziatore del paese) e per  evitare di fare una fine simile a quella Saddam Hussein.
Altri invece pensano sia tutta una montatura, visto che e' negli interesse degli USA  che  l'autoritario e corrotto Mubarak resti dov'e' e che l'alternativa in caso di elezioni davvero libere sarebbe la presa di potere da parte dei Fratelli Mussulmani, il meglio organizzato gruppo di opposizione al regime.

Le elezioni, alle quali i partiti di ispirazione islamica non possono partecipare, sono state boicottate anche dai partitini di sinistra e dal movimento Kifaya (Basta!) una specie di "girotondini" egiziani.

Oltre a Mubarak saranno presenti altri 9 candidati, di cui solo due credibili.

Il primo e' Noman Gomaa, un vecchio leader del partito Wafd (liberale di sinistra), partito storico egiziano, la maggior forza politica fino alla rivoluzione del 1952 ed adesso una specie di partito repubblicano italiano (ha 4 seggi su 454 in parlamento, gli altri appartengono in larghissima parte all-HDW di Mubarak o a candidati "indipendenti"). Alcuni insinuano che Mubarak stia gi' trattando con lui in modo che se evita di sollevare critiche al governo in campagna elettorale gli lascia prendere qualche seggio in piu' alle elezioni parlamentari di Novembre.

Il secondo e' Ayman Nour,  fuoriuscito dal Wafd, che ha fondato un altro minopartito (Ghad = domani). Ex membro del parlamento, era stato imprigionato con l'accusa di avere presentato firme false per la legalizzazione del proprio partito. Nour e' favorevole alla democratizzazione del paese tramite anche una riforma costituzionale.

 

 
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Elezioni di Settembre

Post n°16 pubblicato il 21 Agosto 2005 da paperagiallafirenze

Nel mese di Settembre si terranno elezioni politiche in Germania (18 settembre), Polonia (25), Afghanistan (18), Nuova Zelanda (17), Giappone (11) e Norvegia (12), oltre alle elezioni presidenziali in Egitto (7). Da oggi oggi inizio ad analizzarne una per una.

Afghanistan: si tratta delle prime elezioni parlamentari "libere" del paese. Il sistema è maggioritario uninominale. Vengono eletti i 249 seggi del parlamento (Wolesi Jirga) ed i consigli provinciali. I partiti sono legali (ne sono stati registrati finora 76), tuttavia i candidati si presenteranno individualmente. Su ogni scheda ci sarà la foto del volto del candidato e un simbolo di riconoscimento. Dieci seggi del parlamento verranno assegnati alla popolazione nomade dei Kuchis, che quindi avranno liste di candidati diverse da quelle del resto della popolazione.

E' interessante vedede quale sarà la composizione del parlamento, sia in termini di rappresentanza dei vari gruppi etnici sia verificando se a quanti oppositori al governo di Karzai entreranno in parlamento.

 
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6 Agosto 1945

Post n°15 pubblicato il 06 Agosto 2005 da paperagiallafirenze
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Ci sono delle toccanti interviste ai sopravvissuti sul sito della BBC:

http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/asia-pacific/4745653.stm 

Tutti ci ricordiamo di Hiroshima e Nagasaki ma forse pochi ricordano anche anche il bombardamento "convenzionale" di Tokio, che fece 100.000 morti in una notte soprattutto a causa degli incendi delle case di legno,  il bombardamento di Manila, che fece 100.000 morti in una settimana, il bombardamento con bombe incendiarie di Dresda, che fece piu' di 50.000 morti bruciati vivi in una notte... Tutti uccisi dai "buoni".  Naturalmente senza contare i milioni di morti fatti dai "cattivi" soprattutto in Polonia e in Russia.

Tanto per ricordare che in guerra non esistono i "buoni" e i "cattivi" ma solo i cattivi e i cattivissimi.

 
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Mine antiuomo: gli USA "back in business"

Post n°14 pubblicato il 06 Agosto 2005 da paperagiallafirenze
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L'amministrazione Bush riserva un sacco di sorprese. Leggete questo link dal sito di  Human Rights Watch

http://hrw.org/backgrounder/arms/arms0805/

Gli USA non avevano piu' usato mine antiuomo dalla guerra del golfo del 1991 e avevano interrotto la produzione nel 1997.

Adesso e' in arrivo per fine anno una nuovo tipo di mina chiamato "spider", mentre in Iraq si sta sperimentando un nuovo sistema di mine controllate a distanza chiamato "matrix". Inoltre il Pentagono intende stanziare 1.3 miliardi di dollari  (piu' o meno il prodotto interno lordo del Belize) per un nuovo progetto di mine antiuomo chiamato "intelligent Munitions System", che sara' pronto nel 2008.

L'amministrazione Bush ha annunciato l'intenzione di non firmare il trattato  del 1997 per il bando della produzione , vendita e uso delle mine, ratificato da 145 nazioni.

Gli Usa hanni 10.4 milioni di mine antiuomo, al terzo posto dopo Russia e Cina, gli altri due grandi produttori che non hanno firmato il trattato.

Alcuni dati:

circa 100 milioni di mine antiuomo sono sparse in piu' di 60  paesi del mondo in attesa di passare all'azione.

Almeno una persona ogni ora viene uccisa o mutilata dalle mine antiuomo. In maggior parte si tratta di bambini.

Solo negli ultimi due anni nuovi campi minati sono stati creati in Georgia, Kurdistan turco, Cecenia, Iraq, India, Nepal, Bhutan, Birmania, Filippine, Somalia Uganda, Congo, burundi, Colombia, Peru' Bolivia.

Una mina antiuomo costa meno di 3 Euro. Bonificare un campo minato ne costa qualche migliaio. Quanto costa una vita spezzata o mutilata?

 
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il nuovo ambasciatore USA alle Nazioni Unite

Post n°13 pubblicato il 04 Agosto 2005 da paperagiallafirenze
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Leggete su Wikipedia un ritratto di questo personaggio appena nominato dalla amministrazione Bush ambasciatore all'ONU nonstante il parere negativo del congresso americano e di molti esponenti repubblicani.

http://en.wikipedia.org/wiki/John_R._Bolton

Mi ero infatti chiesto: perche' tanto astio da parte di molti politici americani sia di destra che di sinistra nei suoi confronti? Vediamo quale e' il suo punto di vista sulle Nazioni Unite:

Qualche anno fa affermo' che "Non esistono le nazioni unite, esiste sono la comunita' internazionale, che puo' essere guidata dalla sola superpotenza rimasta: gli Stati Uniti.

Altre perle: "Il palazzo dell'ONU a New York ha 38 piani. Se ne perdesse dieci non farebbe nessuna differenza"

Nel 1998 fu tra i firmatari di una richiesta a Clinton di rimuovere Saddam Hussein dal potere con ogni mezzo possibile, senza aspettare l'approvazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. 

In precedenza si era opposto alla partecipazione degli Stati Uniti alla Convenzione per l'eliminazioni delle armi biologiche condannandola di fatto al fallimento.

Insomma questo tipo all'ONU e' come Erode il Grande presidente dell'Unicef, o il mostro di Firenze ministro della Sanita'.. o Calderoli Ministro delle riforme.. fate voi..

 
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Il colpo di stato in Mauritania

Post n°12 pubblicato il 03 Agosto 2005 da paperagiallafirenze
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Notizia tratta dal sito on line del Corriere della Sera.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/08_Agosto/03/mauritania.shtml

Probabilmente ci sara' un articolo domani su Repubblica e sul Corriere, e un trafiletto su tutti gli atri giornali seri.

Da dopodomani nessuno ne parlera' piu'. A meno che non vengano coinvolti gli Stati Uniti nel qual caso dalla CNN in giu' tutti manderanno gli inviati "embedded" darci le corrispondenze serali da qualche albergo di Nouachkott.

Questo colpo di stato non e' inaspettato, visto che e' forte nel paese l'opposizione al Presidente Maaoiya Ould Sim Ahmed Taya (al potere dal colpo di stato del 1984), e soprattutto e' forte l'avversione alle sue strette relazioni con USA e Israele, soprattutto a causa della questione palestinese.

Altri quattro tentativi di golpe si erano succeduti negli ultimi due anni, segno che il potere del vecchio presidente/dittatore stava cedendo.

Il golpe e' stato organizzato dalle alte gerarchie militari, ma si teme che dietro ci siano anche i movimenti islamici di opposizione,che si erano gia' espressi favorevolmente ad un eventuale rovesciamento militare del regime.

Al momento i paesi africani e la comunita' internazionale non riconoscono la legittimita' del golpe.

Tuttavia se i militari promettessero libere elezioni a breve termine e proponessero una transizione veloce ad un governo civile, tale atteggiamento potrebbe cambiare.

Il presidente Taya, che era in Arabia Saudita alle esequie di re Fahad ha trovato rifugio in Niger presso il suo amico, il presidente Tanja.

Tra i paesi piu' ostili a Taya vi sono l'Algeria, la Libia e il Burkina Faso, questi ultimi due paesi forse implicati negli altri recenti tentativi di golpe.

Gli USA invece si sono serviti del governo Mauritania per avere informazioni sulle attivita' dei movimenti islamici nei paesi limitrofi.

Israele ha finanziato molte attivita' in Mauritania, anche grazie al fatto che essa e' uno dei pochissimi stati arabi a riconoscerlo.

La Mauritania, pur essendo un paese molto conservatore non e' integralista. tuttavia negli ultimi anni, specialmente dopo l'invasione dell'Iraq da parte degli USA, il sentimento antioccidentale della popolazione e' molto aumentato.

 
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L'america latina, in fondo a Sinistra.

Post n°11 pubblicato il 02 Agosto 2005 da paperagiallafirenze
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Il sindaco di citt' del Messico, Lopez Obrador, ha ufficialmente dichiarato la sua candidatura alle elezioni presidenziali messicane del 2006. La sua forte popolarita' lo rende il candidato favorito da tutti i sondaggi. Su questo link della BBC ci sono alcune notizie al riguardo  

http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/4721381.stm

Lobrador sara' il candidato del PRD, un partito di centrosinistra.

Se vincesse sarebbe il primo presidente di "sinistra" del messico, dopo 70 anni di dominio del PRI, partito "mangiatutto" e la vittoria di Vincent  Fox, del candidato del PAN (di centro-destra) nel 2000.

Negli ultimi anni non solo in Messico, ma in buona parte dei paesi del sudamerica i partiti di sinistra hano fatto grossi progressi e sono andati spesso al governo. Vediamo:

Brasile: e' l'esempio piu' eclatante. La vittoria del Presidente-operaio Lula porto' nel 2002 la sinistra per la prima volta al potere in Brasile.

Uruguay: per la prima volta nel 2004 e' stato eletto alla presidenza Tabare Vasquez, il leader della coalizione di sinistra,  interrompendo l'alternanaza di liberali e conservatori dei partiti "blanco" e "colorado".

Argentina: nonostante che al potere ci sia sempre il vecchio partito giustizialista (peronista), per la prima volta nel 2003  e' stato eletto un esponente della sinistra del partito, Nestor Kirchner, contro l'ex presidente Carlo Menen, molto piu' liberista e filo USA.

Cile: dalla fine del regime di Pinochet al governo ci sono sempre state coalizioni di centro-sinistra. L'attuale presidente e' il socialista Ricardo Lagos. E' molto probabile che anche le prossime elezioni vedranno la vittoria di un candidato socialista.

Venezuela: Dal 1998 e' al potere il filocastrista Hugo Chavez. Nonostante i suoi metodi autoritari gode di un ampio seguito specialmente nella popolazione piu' povera del Venezuela, il che gli ha permesso anche di vincere agevolmente il referendum del 2004 organizzato dall'opposizione per rovesciarlo.

Bolivia: i movimenti indigeni del coltivatori di coca e il MAS (movimento al Socialismo) di Evo Morales hanno acquistato potenza e hanno contribuito far dimettere due presidenti nell'arco di due anni. Morales e' candidato alle prossime elezioni presidenziali (anche se difficilmente potra' vincerle), ma per la prima volta gli indigeni hanno la possibilita' di far sentire la loro voce nella vita politica del paese.

Equador: nel 2002 Lucio Gutierrez, ex golpista, vinse le le elezioni presidenziali grazie all'appoggio dei partiti indigeni e di sinistra. Una volta eletto si alleo' con il centro-destra ed intraprese politiche liberiste. Di recente e' stato costretto a dimettersi da delle rivolte popolari organizzate proprio dai movimenti indigeni che lo avevano eletto e che si sono sentiti traditi. Essi torneranno con piu' forza a farsi sentire nelle prossime elezioni presidenziali.

Colombia: nonostante il presidente Uribe cerchi di farsi rieleggere (cambiando la costituzione) sfruttando la sua popolarita' di uomo duro, per la prima volta sar' fronteggiato da un forte candidato della sinistra, dopo 50 anni di dominio incontrastrato dei partiti liberale e conservatore.

Peru': il presidente Toledo (centrista) e' fortemente impopolare, nonostante sia di etnia indigena e sia stato a suo tempo un forte oppositore della dittatura di Fujimori. Se si votasse adesso molti elettori voterebbero il vecchio partito socialista dell'APRA e l'ex presidente Alan Garcia che era al potere negli anni ottanta, prima del "golpe bianco" di Fujimori.

Certo ci sono anche le eccezioni: il Paraguay e' rimasto a destra, laddove e' praticamente sempre stato, nei paesi del centro america (Guatemala, Nicaragua, El Salvador, Honduras) il potere e' sempre saldo nelle mani delle destre), tuttavia cio' non toglie che il panorama politico negli ultimi 3 anni sia profondamente cambiato in sudamerica, influendo sensibilmente anche con le relazione che questa parte del mondo ha con gli USA, l'Europa e soprattutto con un nuovo interlocutore: la Cina.  

 
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Sudan: al Bashir e la morte di John Garang

Post n°10 pubblicato il 01 Agosto 2005 da paperagiallafirenze
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Dal Sudan ogni tanto arrivano notizie. Generalmente pessime. Non sono ancora finiti gli effetti di una cattiva notizia che subito ne arriva un'altra.

Il vice presidente John Garang e' morto in un incidente aereo in circostanze non chiare. ma chi era questo personaggio? Su Wikipedia

http://en.wikipedia.org/wiki/John_Garang

potete leggere la sua storia.

All'inizio degli anni '80 l'unione sovietica cercava di aumentare la sua sfera di influenza in Africa. L'URSS, tramite il regime Etiopico di Menighstu finanziava movimenti di ribelli marxisti nei paesi vicini. In particolare la NRA di Yoveri Museveni in uganda e la SPLA di John Garang nel sud del Sudan.

Museveni, che aveva combattuto negli anni 70' contro Idi Amin, uno dei peggiori dittatori che l'Africa ricordi, nel 1986 rovescio' il regime corrotto e inefficente del dittatore Tito Okello.

Dopo il crollo dell'impero sovietico e la fine del regime di Menghistu in Etiopia Museveni si trasformo' in amico dell'occidente e degli USA, pur instaurando un regime a partito unico in Uganda.

La SPLA di John Garang invece combatteva per l'autodeterminazione dei popoli del sud sudan (neri e cristiani/animisti, in particolare l'etnia Dinka, a cui apparteneva) contro il governo centrale di Kartoum, in mano alla dittatura di Omar Al Bashir che si appoggiava sull'etnia araba di religione islamica presente al nord del paese.

Al Bashir pare abbia anche dato ospitalita' ad Osama Bin Laden durante gli anni '90 . il quale realizzo' alcuni centri di addestramento nel paese.

Nel 2005, molte centinaia di migliaia di morti dopo (si dice 2 o3 milioni, ma nessuno sa quanti di preciso) , Al Bashir e Garang, sotto pressione internazionale realizzarono un piano di pace che prevedeva la condivisione dei poteri e un passaggio graduale all'autodeterminazione del sud Sudan.

Garang $embra $ia $tato $pinto da ottimi motivi a firmare l'accordo di pace.

Nel frattempo Al Bashir si dedico' a risolvere a modo suo un altro problemino che lo affliggeva: il Darfur (ma questa e' un'altra storia...)

Aggiungerei a tutto cio' anche l'antico astio del Sudan con l'Egitto. Mubarak anni fa accuso' il governo sudanese di un fallito attentato nei suoi confronti.

Quindi ricapitolando  qui si parla di Darfur, Uganda, Etiopia, dittature, regimi marxisti, regimi islamici, Osama Bin Laden, Idi Amin Meghistu, Mubarak e 3 milioni di morti, i cui parenti superstiti, se avessero la TV, forse si chiederebbero perche' gli USA , con tutte le bombe che hanno buttato in Iraq e in Afghanistan, non ne avessero buttate un paio "intelligenti" a Karthoum qualche anno prima per prendere i due piccioncini (Al Bashir e Bin Laden) invece  di far scappare il secondo e chiudere un occhio, anzi tutti e due, sulle stragi perpetrate dal primo.

Tanto per fare un paragone, ci vogliono almeno 1000 torri gemelle per fare tanti morti quanti ce ne sono stati in Sudan da quando al Bashir e' al potere. Al suo confronto Osama e' un dilettante.

Adesso che john Garang e' morto, si crea uno spaventoso vuoto di potere nella SPLA  (il forte carisma di Garang impediva l'emergere di altre figure di primo piano). Il rischio e' che la storia ricominci da capo e si ritorni a sparare di nuovo. Solo un forte impegno della comunita' internazionale puo' evitare nuovi terribili spargimenti di sangue in quel martoriato paese. 

  

 
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Spese militari.

Post n°9 pubblicato il 31 Luglio 2005 da paperagiallafirenze

Circa il 2% del prodotto interno lordo mondiale è destinato alle spese militari. Il prodotti interno lordo mondiale nel 2004 è stato di circa 55 mila miliardi di dollari, circa 45 mila miliardi di euro, cioè 90 milioni di miliardi delle vecchie lire. Questo significa che 1.8 milioni di miliardi delle vecchie lire ogni anno vengono destinati alle spese militari. Ciò equivale circa al 60% del prodotto interno lordo italiano.

La classifica ( ripresa dal World Factbook, edito dalla CIA)  vede ai primi posti molti paesi mediorientali e africani:

Giordania 14.6%

Eritrea 13.4%

Oman 11.4%

Angola 10.6%

Qatar 10%

Arabia Saudita 10%

Israele 8.7%

Yemem 7.8%

Armenia 6.5%

Bahrein 6.3%

Gli Stati Uniti spendono il 3.3% del loro prodotto interno lordo per le spese militari, 370 miliardi di dollari, circa 600 mila miliardi delle vecchie lire. Quindi gli Stati Uniti da solo spendono un terzo delle spese militari mondiali. Si potrebbe dire che per ogni tre fucili (o bombe, o aerei, o navi da guerra, etc..) prodotti al mondo uno va all'esercito USA. 

Della Russia e dell'Iraq la CIA non ha (o non vuole dare dati) ,anche dalla corea del nord non ci sono dati ( ma si stima una percentuale altissima, interno al 15% del PIL).

La Cina spende in armi il 4.3% del PIL. Delle nazioni europee, chi spende di più sono la Grecia ( 4.3%) la Francia (2.6%) e l'Inghilterra (2.4%). L'Italia spende "solo" 1.5%...

 

 
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il rapporto di Amnesty international del 2005.

Post n°8 pubblicato il 31 Luglio 2005 da paperagiallafirenze
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Forse ne avete sentito parlare. Ma sicuramente i mass media ne hanno riportate solo alcune parti in funzione di ciò che, secondo loro, interessa di più ai loro lettori/telespettatori o, peggio, alla loro parte politica di riferimento.

I seguenti punti di "novità" sono stati evidenziati nella presentazione del report 2005.


1) Sudan: nel Darfur, il governo sudanese ha generato una catastrofe umanitaria. La comunità internazionale ha fatto troppo poco e si è mossa troppo tardi per arginare la crisi, tradendo centinaia di migliaia di persone

2) Haiti: individui responsabili di serie violazioni dei diritti umani sono stati autorizzati a riprendere posti di potere dal nuovo governo (appoggiato dagli USA e dalle nazioni unite)

3) Repubblica Democratica del Congo: nella zona orientale del paese non c'è stata nessuna risposta effettiva allo stupro sistematico di decine di migliaia di donne e bambini.

4) Afghanistan: nonostante si siano tenute elezioni presidenziali più o meno democratiche, il paese sta scivolando verso una spirale di illegalità ed instabilità.

5) Iraq: violenza endemica 

6) Russia: soldati dell'esercito russo hanno sistematicamente torturato e stuprato  centinaia di donne cecene con totale impunità

7) Zimbabwe: il governo ha lasciato centinaia di migliaia di suoi concittadini in condizioni di carestia, negando a zone intere del suo paese i necessari aiuti internazionali per ragioni politiche.

8) Il terrorismo internazionale ha raggiunto livelli di brutalità inaudite: si cita come esempio la strage di Madrid, il massacro di bambini a Beslan e le decapitazioni filmate in Iraq.
Tuttavia Amnesty International nota che i governi non vogliono prendere atto della mancanza di successi nella lotta al terrorismo, persistendo in strategie fallimentari ma politicamente convenienti. Quattro anni dopo l'11 settembre la promessa di rendere il mondo un posto più sicuro non è stata attuata.

Seguono poi alcune critiche all'amministrazione americana e ad altri paesi che non riporto per brevità ma che potete leggere su

http://news.amnesty.org/index/ENGPOL100062005






 
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