foraging

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Pur concordando con chi vorrebbe una maggiore discriminazione nell’uso di termini stranieri perché la nostra lingua non ha nulla da invidiare alle altre, devo anche dire che sono molti i casi nei quali essa ha invece proprio un bisogno disperato di altre lingue e, qui, c’entra ben poco la bellezza, perché senza nulla togliere alla nostra, provate a smentirmi usando un solo termine italiano che possa raccontare con la stessa bellezza, semplicità e immediatezza di foraging quell’attività che è la raccolta di vegetali di uso non comune.
Quindi, discriminiamo sì, ma a ragion veduta soprattutto quando, fra 5/600 anni, questo parlare utilizzando i termini più adatti ed al di là di stupidi nazionalpopulismi, qualcuno lo definirà anch’esso un dolce stil novo.
foragingultima modifica: 2020-09-28T12:54:14+02:00da arienpassant

9 pensieri riguardo “foraging”

  1. In altri casi ho sottolineato, proprio in questo blog, quanto fosse inopportuno il ricorso a un termine straniero a fronte di un vocabolario ricchissimo come il nostro. Ma questa volta sono decisamente in accordo con te: 1 (foraging) a 7 (raccolta di vegetali di uso non comune) è davvero troppo. Non è un discorso di parte, anche se, come per l’aggettivo plumbeo, foraging e il corrispettivo italiano mi appaiono un deja lu 🙂 n.b. non dimentico gli accenti di deja, è che sullo smartphone non li trovo

  2. Bello il dipinto scelto, oserei dire il ritratto della malinconia…sarà mica un Dante Gabriel Rossetti?

  3. I miei complimenti perché ci sei andata vicinissima. Anche lei una preraffaellita, movimento pittorico fra i cui fondatori c’era proprio il tuo Rossetti. Lei, invece, in parte contemporanea a lui, è “Marie Spartali, pittrice e modella inglese” che, cosciente della propria bellezza, arricchita in modo esponenziale da quella malinconia propria dei preraffaelliti, non venne meno al vezzo dell’autoritratto. Considerato che il preraffaellismo metteva al centro la sincerità ricamando assieme la bellezza semplice e sincera della natura e quella altrettanto semplice e sincera dei soggetti, potrei ipotizzare che la malinconia, loro comune denominatore, forse era dovuta proprio alla consapevolezza di quanto sarebbe stato complicato tenere assieme, nel tempo, le due cose. [il virgolettato è preso da Wikipedia].

  4. I tuoi dejà-vu/lu, conoscono la cicogna di tanti miei post e, spero, non ti dispiaccia. Per l’omissione di accenti, non crucciarti, il tuo smartphone, anche se s’impegna tantissimo, non riesce a starti dietro. Non è facile, perciò sii più comprensiva con lui.

  5. Lo sarò, ma non posso essere comprensiva con te che hai dimenticato un accento su déjà 🙂 (No, non mi dispiace affatto).

  6. Non so se ho capito il senso di tutto ciò. Perché ” non comune”, foraggiarsi è una operazione di tutto rispetto. Non comune se la tavola linnea non riconosce i vegetali o li mistifica in modo fraudolento, anzi opportunisticamente.. Deh! quelle rose che non colsi..?!

  7. Non mi pare che ci sia tanto da capire. Ad esempio, io preferisco “missione” a “mission” così come preferisco “foraging” a “foraggiamento” (sempreché significasse la stessa cosa) o “cardigan” a “giacca di maglia di lana, abbottonata sul davanti, con collo tondo o a V” oppure “jeans” a “pantalone in tela blablabla” e così via. In fondo non c’è nemmeno da aspettare i 5/600 anni di cui parlavo, perché il dolce stil novo si aggiorna da sempre e fottendosene degli stucchevoli nazionalpopulismi.

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