forse

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L’arte in tutte le sue forme ed espressioni, anche se venduta come tale, non può essere un mestiere. Non ho mai capito se sia lei ad inseguirti o tu ad inseguirla. Forse nessuna delle due. Forse inseguirla è il termine sbagliato o, forse, è giusto se inteso nel ricercarla ed ogni tanto coglierla. Forse funziona così anche l’amore.
“Forse” rimane comunque un avverbio del cazzo che sospende ogni cosa fra paradiso e inferno.
Il mestiere non è arte ma aiuta perché affina la tecnica e predispone a coglierla più spesso di chi non ce l’ha. La tecnica vale sia con i pennelli che con gli scalpelli che con la penna o lo spartito o le pentole e con quant’altro sia espressione. Da sola però non basta anzi serve a ben poco. Serve il vissuto. Le viscere. In termini percentuali, poi, se non è un vissuto di merda difficile che tocchi le vette più alte perché l’arte va ad impattare direttamente con la sensibilità di chi legge, ascolta, guarda, tocca, sfiora, lecca, assaggia. Gli ingredienti migliori sono un’infanzia drammatica, un padre alcolizzato, una mamma troia, droghe assunte con regolarità, amori inseguiti e mai raggiunti oppure amori travolgenti ma infelici. Se c’è qualche difetto fisico tipo sordità, gobba, schizofrenia, follia, ben venga. Fa pendant e aiuta.
Il punto però è un altro. L’inaffidabilità illusoria dell’arte. Proprio come l’amore, ogni tanto ti lascia a piedi. In verità, a piedi e quando meno te lo aspetti, può lasciarti anche la macchina, ma vuoi mettere sullo stesso piano l’arte, l’amore e pure la macchina? Sarebbe dissacratorio. Tornando al punto, dopo 22 post che  sono un vero must letterario, mi si è chiusa la vena per una decina di giorni. A dire il vero, nemmeno m’interessa stabilire se sia stata colpa dell’arte o mia perché stare bene dieci giorni al mese è già un bel vivere.
Forse sarà solo un caso che son stati dieci giorni in cui non vissi d’arte e non vissi d’amor, ma mi hanno fatto pensare che sulla vita scalcinata di tanti artisti ci si potrebbe scrivere un libro.
“Ancora uno?”
Certo ci si potrebbe buttare sulle fiabe ma, fra streghe, orchi, incantesimi, mele avvelenate, bambini disgraziati, non è che le cose vadano molto meglio.
Forse, giuro che è l’ultimo, quel “e tutti vissero felici e contenti” è riferito proprio al fatto che la fiaba sia arrivata alla fine.
E meno male.
forseultima modifica: 2019-01-23T14:00:24+01:00da arienpassant

11 pensieri riguardo “forse”

  1. Stai dicendo che chiudi i battenti? se è così è un vero peccato perché leggerti, anche a livello di commenti nel mio blog, è sempre stata un’esperienza interessante e piacevole…P.S. L’unica cosa che proprio non capisco è quel “meno male” finale.

  2. nooo, a parte che se chiudessi non lo farei sceneggiandomi come se fossi una star 🙂 e poi con quale coraggio potrei lasciarvi senza più i miei must letterari che scopro essere sempre più incomprensibili, eheh.
    “E meno male” che le fiabe arrivano alla fine con quel sadico “e adesso angioletti dormite sereni”… alla faccia del cazzo, dopo averli accompagnati al sonno con le streghe, i gatti e le volpi, biancaneve avvelenata e hansel e gretel sperduti nel bosco… mah 🙂

  3. …perchè non basta un cv da vita maledetta, per quel blocco che dici, un nuovo dramma sarebbe di spinta e perchè non una spinta d’amore? Non esiste uno spartiacque come lo descrivi tu, in entrambi le arti o discipline. E il punto è sapere cogliere ogni percezione, anche immobili. Ben trovato Arien

  4. Più che uno spartiacque, sono momenti di pausa. Incapacità a produrre o stare sul pezzo. Credo che da un lato sia fisiologico: quando stai bene, quando sei sereno è più difficile arteggiare, al massimo si può carteggiare. Parlo di arte vera, non dei miei must letterari e dei miei boxer. Per fare poesia o anche solo coglierla, anche stando immobili, hai bisogno che i ricettori siano ben vispi e spigoli da levigare, smussare. Sempre benvenuta Diz

  5. Allora ci saranno sottotensioni nel “mio quadro” comunque complimenti…la risposta è esatta; ho la mia citazione di riserva, che però, appunto tengo riservata. Buon proseguimento passo allo “scarabocchio”:).

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