(h)ombre

ombre


Già, il cuore.
Però.
Siamo così certi che sia un posto così confortevole?
Io, non più.
Non che non mi facesse piacere entrare nel cuore di qualcuno, soprattutto in quello di una donna. Poi, un giorno, guardandomi attorno, capii che c’era tant’altra gente. Un grand hotel. Come si racconta, è vero: un ambiente caldo, accogliente, con i suoi divani rossi. Non solo gente. C’erano cose, lettere, libri, canzoni. C’erano però anche altre robe. Amori precedenti (e vabbuò), amori successivi (e vabbuò) ma, soprattutto uno, contemporaneo. E nun vabbuò perché ognuno è uno. In generale preferisco la condivisione alla proprietà ma, in amore, la condivisione è tradimento. E’ la crepa che puoi mettere in conto, non quella che scopri coperta dal quadro. Quella è truffa.
“Tu resterai sempre nel mio cuore”, un cazzo! Ma vaffanculo, se non lo fai tu, lo farò io. Te lo consumerò a morsi e graffi pur di uscirne perché, anche se fosse una suite, io con quello non ci divido la stanza!
(h)ombreultima modifica: 2019-04-28T16:42:28+02:00da arienpassant

4 pensieri riguardo “(h)ombre”

  1. Era un hotel a tre stelle, e “tu resterai sempre nel mio cuore” il patetico tentativo di uscirsene a testa alta, con lacrimuccia prêt-à-porter.

  2. Ecco, proprio quello che intendo io per amicizia. Non chi, girando il coltello nella piaga, ti fa notare quanto sei o sei stato stupido perché, per quello mi basto da solo, ma l’amicizia complice. Quella che ti dice che eri inciampato in una stronza e sono cose che possono succedere, senza farne un dramma. L’amicizia non è quella che ti deve ricucire la ferita, non le compete e nemmeno saprebbe farlo, è quella che te la lecca. Le mie amiche concordano con me su questo anche se non mi chiamano mai.

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