strisce


Ciascuno di noi ha una radice culturale che generalmente viene semplificata in umanistica o scientifica. Restando con i piedi per terra, perché le mie radici sanno d’acqua e sale, se proprio volessi darmi un tono, tra umanistica o scientifica, propenderei per la seconda, ma solo per la sua desinenza. Di sicuro, alla mia formazione, a dispetto degli studi, hanno contribuito anche le strisce di Charlie Brown, del Mago Wiz e di B.C. Non ricordo se furono esse ad avvicinarsi a me o io ad esse. Forse la terza via, quella che più mi piace. Quando le orbite s’incrociano da sole e quello che doveva essere sarà oppure solo un incrocio qualunque nel cruciverba della vita.
C’era qualcosa di magico in quelle strisce e, credo, siano state proprio quelle ad educarmi alla vita sia nel modo di pensare che in quello di scrivere e di affrontarla. Uno schema estremamente semplice. Pochi frame, pochi passaggi.
(“Pochi frame, pochi passaggi anche quando scrivi?”)
(“Ho detto schema, strunz!”)
(“Touché?”)
(“Fanculati!”)
Quello che amavo più di tutti era Curls il riccio perché era il più simile al mio essere nel suo disarmante sarcasmo:

BC3

Degli altri amavo soprattutto quella poesia che sale e scende dall’altalena facendo a turno con la realtà, il surreale ed il disincanto:

bc2

Non un trasfert, ma solo quello specchiarmi in qualche affinità o, anche, in una striscia. Quell’incapacità di crescere o poca voglia di farlo. Nessuna paura o, forse, solo quella di allontanarmi troppo da ieri. Una roba concreta, il salvadanaio delle cose a cui mi affeziono ed alle quali voglio bene. Il domani, certo, m’incuriosisce ma è astratto. Il sentimento massimo che puoi provare verso di esso è solo la speranza. Il futuro non ha altri sentimenti.
Cambiar pelle non è cambiarsi d’abito ma lasciarsi dietro qualcosa. Non so se succeda a tutti gli animali ma la muta è malinconia. Se sono profondamente ateo è perché penso che le regole della natura non può averle scritte un dio.
(“Aridaje, sempre a dare addosso a un dio”)
(“Perché, c’erano già gli insegnanti?”)

strisceultima modifica: 2019-05-06T21:24:42+02:00da arienpassant

4 pensieri riguardo “strisce”

  1. Ok, ribadendo che leggo tanto e che quindi cimentarmi con il significato e il significante di ciò che vado leggendo non mi impressiona , ogni volta che leggo robe tue (brutta espressione, ma mi perdonerai causa pile in esaurimento) resto disorientata, piacevolmente disorientata; detto ciò, la prima cosa che mi è venuta in mente è che le strisce sono tue; poi, la desinenza cui accenni ti ossessiona un po’ o sbaglio? (vedi alla voce veryfica); la muta in chiave malinconica è condivisibile perché si dà l’addio a un tempo che si è irrimediabilmente interrotto e tutto quello che possiamo fare è conservarne un feticcio…e infine “la terza via” è quella che prediligo anch’io.

  2. A me no, le robe tue non mi disorientano. Mi sorprende la loro densità palpabile.
    Magari lo fossero, ma le ho fatte mie quelle strisce e si sono metabolizzate nel mio essere. Indubbiamente nell’oggi cammina già il domani. E’ nella dinamica del passo, un piede verso il domani e l’altro che lascia l’ieri portandosi qualche malinconica briciola nella suola. Quell’altra, invece, non la chiamerei ossessione. Pure l’analista me l’ha detto:
    “Piuttosto che ossessione, la chiamerei psicosi.”
    “Qual è la differenza?”
    “Nessuna, ma psicosi è più chic.”

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