La prima volta che ho letto di “assoluzione reale” è stata ne Il Processo di Kafka, la seconda volta fu nel dicembre del 2013 quando appresi che la regina d’Inghilterra la riconobbe ad Alan Turing. Era il 1952 d.C. quando, perché omosessuale, fu condannato a scegliersi una pena fra carcere o castrazione chimica. Non potendo tollerare di perdere la libertà, scelse la castrazione chimica. Due anni dopo, come accadde a Biancaneve, addentò una mela avvelenata e morì. Probabilmente fu suicidio. Tralasciando l’enormità di quest’uomo e glissando sulla barbarie medievale della castrazione chimica, mi soffermerei su quanto dichiarò il deputato Iain Stewart, attivista del movimento che aveva richiesto alla regina tale atto:
“Alan Turing contribuì alla conservazione della nostra libertà. Il suo nome doveva essere ripulito. Glielo dovevamo, come riconoscimento di quanto fece per il Paese e per il mondo libero”.
Ecco, una frase del genere, suscita sicuramente l’applauso del pensiero omologato. Peccato però che quel “glielo dovevamo” non riferito alla omosessualità, ma ai meriti patriottici di Turing. Se non erro, infatti, la regina del reame non emise lo stesso provvedimento di assoluzione reale verso tutte le migliaia di condannati al carcere o alla castrazione perché omosessuali, ma si limitò ad assolvere solo l’eroe. Come se un omosessuale eroe ed un omosessuale qualunque abbiano diritti diversi. Credo che quelle che davvero andrebbero ripulite siano quelle certezze di superiorità tutta occidentale. Checché ne pensasse la fallace Oriana.
1952 d.C.ultima modifica: 2020-04-13T22:27:01+02:00da
“la fallace Oriana” è una sottigliezza d.o.C.
sei meno smemorata di quanto dici… 🙂
In che senso?
questo è un post che avevo pubblicato nella mia precedente vita. anche allora apprezzasti quel “fallace Oriana”. Mi sbagliavo, nulla a che fare con la memoria, più con la coerenza. Ancora meglio 🙂 🙂
Perché mi sento messa sotto esame? 🙂
ops, scusami se ti ho dato questa sensazione. Tutt’altro. 🙂