Intelligence Day

elica

Fu nel settembre del 2079 che la più qualificata e riconosciuta rivista medica dell’epoca “Medicine, Drugs, Detergents for Washing Machines and Shaving Creams”, pubblicò i risultati della ricerca realizzata dall’eminente biologo Prof. A. P. Sant con la quale documentò la sensazionale scoperta della proteina dell’intelligenza individuata ed isolata nel DNA dell’uomo. Gli anni 80 di quel terzo millennio aprirono così scenari impensabili per la medicina e per la biologia molecolare, sia per curare patologie che per intervenire direttamente sull’intelligenza umana. Era, fra l’altro, anche la fine dei test sul Quoziente d’Intelligenza perché, da quel giorno, si poteva pesarlo con certezza con un banalissimo esame del sangue equivalente a quello col quale si contano le piastrine. Quella ricerca e scoperta fruttarono al Prof. A. P. Sant, il premio Nobel per la Medicina.
Entrando nel dettaglio, Sant spiegò che aveva impiegato 4 anni a portare a termine la ricerca e, solo un anno dopo averla iniziata, stava per rinunciarvi perché quella proteina, alla quale fu dato in suo onore, il nome di Santina, era quasi invisibile. “In effetti”, disse Sant, “essa è nascosta da altre 8 proteine che ne rendono complessa la visione. La natura e la funzione di queste ulteriori 8 proteine non sono ancora chiare.”
Nei mesi successivi fu tutto un fermento fra le verifiche sulla corrispondenza fra i vecchi test sul Quozione d’Intelligenza e l’esame del sangue che ne certificava il nuovo ovvero il Quoziente Scientifico d’Intelligenza. Inutile dire che il QSI assumeva una verità poco discutibile rispetto al precedente. Il fermento interessò il mondo della ricerca medica per utilizzare al meglio la scoperta e riversarne i benefici su cure innovative e mirate e si estese immediatamente anche alla farmacologia per la realizzazione di farmaci che migliorassero l’apprendimento e la sintesi razionale nel pensiero. En passant, per dare l’idea, nacquero farmaci così specifici e mirati che la domanda cautelativa “hai preso la pillola?” cominciò ad essere utilizzata anche verso i logorroici.
Il fermento trovò, invece, una fortissima resistenza in molti ambiti della cultura che insorsero fino al punto da chiedere che il potere legislativo intervenisse. La cosa accadde quando il conduttore di uno dei talk show più seguiti e famosi, proprio ad inizio trasmissione, chiese ai suoi ospiti se fossero d’accordo ad essere presentati oltre che con i loro titoli ed onoreficenze anche aggiungendo il loro QSI che era ormai scientificamente riconosciuto e certo. Apriti cielo! La trasmissione finì prima d’iniziare ed il conduttore sfuggì al linciaggio solo grazie all’intervento del servizio di vigilanza. Nei giorni successivi anche gli altri talk show proposero la stessa domanda ai loro ospiti, ma gli invitati rifiutarono di parteciparvi. Nei mesi successivi, la politica legiferò che il QSI doveva rientrare nella privacy delle persone.
Gli uomini che erano stati fermati dalla vigilanza furono invitati nuovamente al talk show ed il conduttore dopo averli presentati con i loro titoli ed onoreficenze, chiese a ciascuno di loro se volesse dichiarare anche il proprio QSI. Tutti dichiararono di avvalersi della legge sulla privacy.
Il conduttore ne prese atto ed affermò che tale legge era sicuramente opportuna ma, nel caso in cui una persona svolge un ruolo pubblico, laddove l’intelligenza non può essere riconosciuta e certificata da un diploma o da un’onorificenza, nascondere dietro la privacy una eventuale imbecillità certificata scientificamente, doveva considerarsi un’attentato alla comunità.
Inutile dire che, anche stavolta, il talk show, finì prima di cominciare e dovette intervenire nuovamente la vigilanza per salvare il conduttore.
Negli anni successivi fu il popolo a chiedere al legislatore che la legge sulla privacy del QSI fosse riscritta introducendo una specie di palloncino, tipo la verifica del tasso alcolemico, per evitare che persone con un QSI al di sotto di una certa soglia potessero rivestire cariche pubbliche. Intanto anche i popoli degli altri paesi avviarono petizioni in tal senso.
Fu il dibattito parlamentare a chiudere il contenzioso trovando la consacrazione unanime nelle parole dell’on. Panzarotti:

E’ indubitabile che la petizione popolare esprimi la grande preoccupazione nei confronti di tutte le cariche pubbliche che, in difetto di intelligenza possino esse stesse rivelarsi un attentato alle stesse istituzioni e al benessere pubblico. Un attentato anche più grande e violento fosse però il riconoscimento legale della legge proposta dal popolo perché se sarebbe vero che l’intelligenza dei parlamentari non è assoggettata a nessuna certificabilità né di titolo, né di Quoziente di Intelligenza, è anche vero che i parlamentari vengono stati delegati dal voto del popolo e, quindi, certificati proprio dalla credibilità e fiducia riconosciuteli dall’elettore. Dovessimo quindi chiederci, al di là della fiducia, se è l’intelligenza del parlamentare a essere sottoposta ad un concetto di soglia minima o, piuttosto, non dovesse essere sottoposti a quella soglia il diritto al voto dell’elettore? Perché se noi saremo l’effetto, l’elettore sono la causa. A questo punto però, qui si attenterebbe proprio ai principi costituzionali e, soprattutto, ai principi democrabili. Perciò fosse meglio se farebbimo attenzione!”

A questo punto fu una standing ovation che durò ben 32 minuti.
L’anno successivo, il Prof. A. P. Sant pubblicò i risultati della sua ricerca sulle proteine che nascondono la Santina. La ricerca dimostrò in modo inequivocabilmente scientifico che quelle 8 proteine avevano il compito di confondere la Santina ovvero l’intelligenza e, in parole semplici, esse rappresentavano le varie forme d’imbecillità presenti anch’esse nel DNA umano. Quelle otto proteine furono chiamate Parasantina1, Parasantina2 e così via fino alla 8. Il “para” stava ad indicare che erano proteine che funzionavano in modo parassita rispetto all’intelligenza.
Questa volta, la ricerca passò quasi inosservata, tant’è che al Prof. A. P. Sant non venne riconosciuto un secondo Nobel, mentre quello per la Pace fu riconosciuto proprio all’on. Panzarotti che, grazie al suo intervento parlamentare, tradotto in tutte le lingue del mondo, italiano compreso, divenne l’icona mondiale della democrazia. Discorso che, in sintesi, non aveva smentito che l’imbecillità, prevalente sull’intelligenza per ben otto proteine contro una, fosse un dato ormai scientificamente accertato ma, focalizzandosi sul voto come simbolo di democrazia, non aveva fatto altro che affermare che se il parlamentare fosse un imbecille, ne è comunque responsabile chi attraverso il voto gli ha riconosciuto fiducia e delega; colui che garantisce per lui ovvero quell’elettore che, anch’egli, dovrebbe assoggettarsi al palloncino del QSI per verificare la sua stessa imbecillità. Il cane che si morde la coda.
Qualche mese dopo il Prof. A. P. Sant si suicidò lasciando poche righe di commiato: “con la certezza scientificamente accertata che l’imbecillità prevale 8 a 1 sull’intelligenza, preferisco la morte ad una battaglia dove non avrei altra scelta se non quella di sottostare e convivere con l’imbecillità.”
Una settimana dopo il parlamento deliberò di realizzare un monumento che raffigurasse l’on. Panzarotti, malgrado fosse ancora in vita, ed incaricò una commissione per scegliere il monte idoneo sul quale scolpirne il busto.
Alcuni anni dopo la realizzazione di tale monumentale opera, alcuni vandali la imbrattarono verniciandole sopra un enorme “9 a 1” per affermare che si era riusciti ad andare oltre la scienza.

Intelligence Dayultima modifica: 2020-07-06T11:44:04+02:00da arienpassant

22 pensieri riguardo “Intelligence Day”

  1. E che vuoi che ti dica? questo è uno dei post più belli che tu abbia mai scritto, e sai perché? perché malgrado tu infierisca di brutto contro il genere umano, il lettore si diverte e non perché prevalga il lui il sadismo, ma perché costretto a riconoscere che le cose stanno proprio così, semplicemente così, anche se molti paiono non accorgersene. Detto ciò, il lettore intelligente può anche farsi questa domanda: ma io come me la caverei dialetticamente con l’autore di questo articolo?

  2. Qui hai davvero infierito “l’on. Panzarotti che, grazie al suo intervento parlamentare, tradotto in tutte le lingue del mondo, italiano compreso…” 🙂 Mi chiedo, Panzarotti come i panzarotti napoletani? lo hai voluto dileggiare ulteriormente affibbiandogli quel cognome?

  3. Se è intelligente al punto da “riconoscere che le cose stanno proprio così, semplicemente così, anche se molti paiono non accorgersene”, non è un lettore ma una lettrice e, dialetticamente, se la caverebbe alla grande.

  4. Che poi i panzarotti, o panzerotti, sono una delizia, mentre questo onorevole me lo immagino con la bocca umida di saliva, sovrappeso, con le mani sudate e incapaci di una vera stretta, con un outfit che scimmiotta, senza volerlo, un abito sartoriale, “forte” di un diploma preso in quelle scuole private che “basta che paghi” e con la moglie che magari ha fatto la comparsa nel reality Il salone delle meraviglie…:)

  5. Grazie per la fiducia, ma tu dialetticamente sei davvero forte, ed è una qualità che apprezzo molto negli uomini, purché non sfoci in logorrea 🙂

  6. se aggiungevi anche abbastanza pelato e col cranio sudato, era proprio come me lo sono immaginato io :)) ma la moglie no, nemmeno l’avevo immaginata ma, adesso, sì è proprio quella :))

  7. mannaggia, ma la pillola non l’hanno inventata ancora… fortunatamente, vale per me, solo tra il dire e lo scrivere c’è di mezzo il mare… agli orali facevo scena muta :)) e nella vita sono leggero e di poche parole 🙂

  8. “se aggiungevi anche abbastanza pelato e col cranio sudato, era proprio come me lo sono immaginato io”; ti giuro che lo avevo pensato, poi ho pensato che infierire non è cosa di cui andare fieri 🙂

  9. Guarda, dimmi che sei un marziano, giuralo, e io ti crederò, ma non dirmi “e nella vita sono leggero e di poche parole” perché è davvero come se mi dicessi “ti racconto quello che voglio, tanto sei una credulona” 🙂 Agli orali facevi scena muta? questo lo credo perché non ti immagino come uno studente assennato. P.S. Attento, “agli orali facevo scena muta” si presta a più interpretazioni…

  10. ahah, non devo giurartelo, sono così. Una discussione sociopolitica di un’ora (tipo blog) non la reggerei. Questo intendo per poche parole, preferisco glissare e cogliere uno spunto per passare all’ironia. Su una cosa sono uguale qua e fuori, di me ne parlo col contagocce 🙂

  11. ed io ti giuro che ti credo :)) “fieri” di “infierire” sarebbe sadismo… mmmm, non so se solo quando impugni la matita :))

  12. Ok, ora ho capito…e stando a quello che dici abbiamo un punto in comune, entrambi non amiamo parlare di noi stessi. Bene, io perchè temo di annoiare, e tu?

  13. io no, non per il timore di annoiare, direi per proteggermi perché parlando di sé è come autorizzare gli altri ad approfondire. Una ciliegia tira l’altra e ci sono cose che, non dico di aver rimosso, ma le ho chiuse a doppia mandata. Non cose da nascondere, eh. 🙂

  14. Ovviamente su questo punto concordo; tra l’altro perché due persone dovrebbero raccontarsi il passato se non necessario? Molto più interessante parlare del presente e, quando le condizioni lo permettono, tacere. L’alchimia, se presente, non ne risentirà 🙂

  15. è bello, sai, riaverti così… (perdona questa vena sentimentale)

    “Anche scimmia, adesso…”
    cerco di bilanciare, la melassa non s’addice né a te né a me 🙂

    (6 marzo 2020) Sentivo ieri in tv che l’asse terrestre potrebbe spostarsi, comportando variazioni temporali. Così per dire, riflettendo su questo arco di tempo su cui sei voluto tornare per ragioni che resteranno note solo a te “perché parlando di sé è come autorizzare gli altri ad approfondire. Una ciliegia tira l’altra e ci sono cose che, non dico di aver rimosso, ma le ho chiuse a doppia mandata. “

  16. 🙂
    No, è stato il messaggio del ministro dell’istruzione a farmi tornare in mente l’on. Panzarotti :))
    L’asse terrestre potrà spostarsi quanto gli pare ma, anche se si capovolgesse (cosa probabile anche se causerebbe una enormità di problemi), tu rimani la mia stella polare 🙂

  17. “No, è stato il messaggio del ministro dell’istruzione…”
    ah be’, non ci sarei mai arrivata anche perché guardo alle cose della politica con lo stesso interesse con cui guarderei un’ameba al microscopio 🙂
    ma parliamo di cose serie, secondo te è davvero possibile una terza guerra mondiale?

  18. Come sarebbe a dire se “è davvero possibile una terza guerra mondiale?”. Guarda che è cominciata già da due anni prima che la Russia invadesse l’Ucraina e noi ci siamo dentro fino al collo. Diciamo che chiamarla guerra “mondiale” è un po’ generico. Io la chiamerei “USA contro tutti” laddove “tutti” sono quelli che non le corrono dietro leccandole ossequiosamente il culo.
    Ricorda, stellina mia, che su questo pianeta non si muove foglia che USA non voglia e quando succede qualcosa di brutto scommetti ad occhi chiusi sugli Usa come mandanti.
    Fidati 🙂

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.