Silvia, rimembri ancora
L’ira funesta che infiniti addusse
Lutti agli Achei
Il mare, i giochi, le fate
Un bacio a labbra salate
Un fuoco, quattro risate
Ti prego, impara a leggere il silenzio del mio cuore
è intelletto sottil d’amore intendere con gli occhi.
Ora sai quale aiuto si son dati i nostri occhi:
i miei han disegnato il tuo ritratto e i tuoi per me
sono finestre al petto mio, laddove il sole
si diletta ad occhieggiare per ammirare te:
ma agli occhi manca l’anima per nobilitare l’arte,
tracciano quel che vedono, ignari son del cuore.
Tu chiedi che ne è di quell’amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Bellissimi anzi di più, una gran figata, peccato che non li raccolga e li pubblichi. Come sottrarre qualcosa al patrimonio artistico da lasciare in eredità alle future generazioni, ma io sono fatto così.
Bel pot pourri
Leopardi, Omero, Baglioni, Shakespeare, e su Brecht potrei morire. Resta da capire da che tipo di stato confusionale sei stato assalito.
un bel pasticcio 🙂
Peccato, pensavo di averli scritti io.
Sono in stato confusionale perché non ho capito se Brecht ti piaccia o meno.
Come puoi farmi certe domande? altrove hai lodato la mia capacità di cogliere la bellezza, potevo forse negligerla in Brecht?
eh sì, sono proprio in confusione 🙁
Che posso fare per te?
Troppo buona, come si fa a non volerti bene…
un temerario pastiche?
solo un pasticcio.