rivoluzioni e silenzi

Varsavia

Una folla come quella in piazza a Varsavia farebbe invidia, in termini numerici, a chiunque ambisca vederla sotto al proprio balcone. Dico in termini numerici perché in termini di contenuto, invece, non sarebbe gratificante perché quella folla, soprattutto femminile, non sta delegando ad altri, come si vorrebbe, il diritto di scegliere al posto suo. Siamo nel 2020 d.C. ed il “d.C.” è importante perché sento parlare spesso di contestualizzare gli avvenimenti per non cadere nel qualunquismo, quindi è bene che ci si renda conto di cosa, 2020 anni d.C., tocchi ancora alla donna dover subire.
Questo avviene nel paese di papa Wojtyla e quello che è triste è il silenzio del rivoluzionario Francesco su un tale movimento di donne nei confronti di un argomento che dovrebbe essere ormai archiviato e nemmeno più discusso. Un argomento che ciclicamente torna a galla e sempre in modo vessatorio verso i diritti della donna. In fondo qualunque rivoluzione, da qualunque parte venga, è pur sempre e nient’altro che un’operazione squisitamente politica.
rivoluzioni e silenziultima modifica: 2020-11-02T16:36:44+01:00da arienpassant

14 pensieri riguardo “rivoluzioni e silenzi”

  1. Non starai scambiando papa Francesco per un super eroe? è solo una provocazione la mia, la risposta l’hai già fornita in chiusura del post, scrivendo “In fondo qualunque rivoluzione, da qualunque parte venga, è pur sempre e nient’altro che un’operazione squisitamente politica”.

  2. Altro che supereroe, in effetti se convieni con me che ogni rivoluzione non è altro che un’operazione politica, significa che anche il “rivoluzionario” Francesco fa solo politica. Ben altro che spiritualità. Quindi, se togliessimo l’ingerenza “spirituale” a faccende come il matrimonio, l’aborto, l’eutanasia o la morte assistita, ci eviteremmo tutti quegli utensili del pensiero (più volgarmente ‘seghe mentali’) che c’inventiamo al solo scopo di rendere più complicato il gioco della vita pur di trarne ciascuno il proprio utile.

  3. Come ho già scritto nel mio blog: meraviglioso. E nel dirlo sono seria. Fino alla fine dei nostri giorni non facciamo altro che complicarci la vita con l’intento, paradossale, di darle un senso, quel senso che non ha o che, ammesso che ci sia, è precluso all’umana comprensione. E questo al di là dei fini utilitaristici, senza tuttavia escluderli.

  4. Alla luce degli ultimi accadimenti ti do una notte per pensarci: cancelliamo Instabilitas loci o Arienpassant…sto morendo dal ridere, credimi…

  5. Cercando di essere seria…pensavo al mio amore per la lettura, e a quanto sarebbe facile per me discernere e poi decretare: “sì, sono la stessa persona, oppure “no, assolutamente inconciliabili”. E poi pensavo alla tua scrittura, alle sfumature che sai darle, ai canoni linguistici così spiccatamente maschili ( il che non significa non saper dare voce a un personaggio femminile) e un po’ mi avvilisce, quanta pochezza intorno. Però passare per l’autrice di un racconto come Rewind non mi dispiace affatto, e ritorno a sorridere:)

  6. Certo che per te, col tuo database di letture, discernere è un gioco da ragazzi. Rewind? Perché non l’hai scritto tu? Eddai, cerca di essere seria davvero… e continua a sorridere, non smettere 🙂

  7. C’è uno spunto molto interessante, nel mio blog, che riguarda il silenzio ed è tuo cioè mio 😉 va bene, ti concedo ancora un po’ di tempo, evidentemente starai dando corso a un post dei tuoi.

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