Dylan Thomas, il poeta maledetto che sapeva che non si muore mai

sparrek

E morte non avrà dominio.
E i morti nudi saranno uno
Con l’uomo nel vento e la luna occidentale;
Quando le loro ossa saranno scarnificate e dissolte,
Avranno stelle ai gomiti e ai piedi;
Per quanto impazziti saranno savi,
Per quanto affondino nel mare torneranno a risorgere;
Per quanto gli amanti si perdano amore resterà;
E morte non avrà dominio.

E morte non avrà dominio.
Sotto i gorghi del mare
Giacendo a lungo non moriranno nel vento;
Torcendosi ai tormenti al cedere dei tèndini,
Legati a una ruota, pur non si romperanno;
Si spaccherà la fede in quelle mani,
E l’unicorno del peccato li passerà da parte a parte;
Strappati da ogni lato non si spaccheranno
E morte non avrà dominio.

E morte non avrà dominio.
Mai più possano i gabbiani gridargli agli orecchi
Né onde frangersi furiose sulle rive;
Dove fiore sbocciò possa fiore mai più
Sollevare il capo agli scrosci della pioggia;
Per quanto impazzite e morte come chiodi,
Le teste di quei tali martellano fra le margherite;
Irromperanno nel sole fin che il sole cadrà,
E morte non avrà dominio.

Dylan Thomas, E morte non avrà dominio

Catalogato come poète maudit, Dylan Thomas fu figura controversa benché amatissima, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “genio originale”. Ma se solo ci discostiamo dall’immagine del poeta bohemien e alcolista, scopriamo un poeta religioso che scriveva “for the love of Man and in praise of God“, e  la sua religiosità era tale che neppure la morte costituiva   motivo di turbamento perché credeva nell’eterno ciclo del vivere e del morire. A parziale risarcimento per il senso oscuro di molte sue liriche, valga questa citazione dello stesso Thomas:

 «Spesso lascio che un’immagine “si produca” in me emozionalmente, e quindi applico ad essa quanto posseggo di forza critica e intellettuale – lascio che questa immagine contraddica la prima, già sorta, e che una terza immagine generi dalle altre due insieme una quarta immagine contraddittoria, e lascio quindi che tutte restino in conflitto entro i limiti formali da me imposti… Dall’inevitabile conflitto delle immagini – inevitabile perché appartenente alla natura creativa, ricreativa distruttrice e contraddittoria del centro motivante, cioè del centro della lotta – cerco di pervenire a quella pace momentanea che è una poesia».

Where are you now?
Now that you’re up in Big Sleep

Dylan Thomas, il poeta maledetto che sapeva che non si muore maiultima modifica: 2019-03-25T08:16:13+01:00da hyponoia