Quando amiamo una figura lontana, la sua assenza diventa sorgente del dire; lo sanno bene i poeti, dai provenzali ai contemporanei, che nei loro versi accolgono la lingua del desiderio, fatta di sospiri e malinconiche attese, ma anche di promesse volte a vincere l'ostacolo della lontananza.
Noi che abitiamo il qui, e non abbiamo nome e cognome, siamo sottratti a ogni divenire, figure sublimate dall'incorporeità e talvolta da una menzogna di troppo.
Io abito la Possibilità.
Una casa più bella della prosa,
con molte più finestre,
superiore, quanto a porte.
Ha stanze che somigliano ai cedri,
un solo sguardo non le può cogliere.
E ha per tetto eterno
la volta del cielo.
I visitatori: i più preziosi.
La mia occupazione:
spalancare queste mani sottili
e raccogliervi il Paradiso.
Emily Dickinson