What I saw on the road

kiki smith rapture

 Dal 14 febbraio al 2 giugno 2019 la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti ospita la prima mostra monografica italiana di Kiki Smith,  intitolata What I saw on the road. Le quaranta opere esposte comprendono dodici arazzi, una selezione di opere su carta, e sculture in bronzo, legno e argento.

kiki smith congregation

A differenza della produzione iniziale, incentrata su una sorta di riflessione legata al corpo femminile, qui Kiki Smith apre a una visionarietà di più ampio respiro, inglobando tutto ciò che accade al di fuori del corpo. Questa dunque la chiave di lettura del titolo della mostra, ovvero l’interazione tra ciò che si incontra lungo il cammino e l’esperienza personale. E a tal proposito l’artista precisa:

Continuo a fare opere figurative, ma meno relazionate al soggetto del «corpo». Penso che l’immagine femminile possa prendere una miriade di ruoli e significati e ciascuno ha il suo riverbero.  Può indirizzarsi ovunque e avere infinite possibilità di evocazione o indirizzo. Per quanto mi riguarda, quando ero giovane ero molto preoccupata di come esistere in un corpo. Ora potrei, nella mia vita, essere più preoccupata di come rimanere nel mio corpo un po’ più a lungo e di che cosa necessita il corpo che invecchia. Ma per la maggior parte il mio lavoro oggi è meno antropocentrico rispetto a quando ero giovane. Il mondo naturale è così sconosciuto e mi offre così tanto da scoprire!”.

Kiki-Smith-Underground-2012.-Courtesy-the-artist-e-Pace-Gallery

dall’alto:

Rapture

Congregation

Underground

What I saw on the roadultima modifica: 2019-05-16T20:09:18+02:00da hyponoia

3 pensieri riguardo “What I saw on the road”

  1. “A differenza della produzione iniziale, incentrata su una sorta di riflessione legata al corpo femminile, qui Kiki Smith apre a una visionarietà di più ampio respiro, inglobando tutto ciò che accade al di fuori del corpo.”

    Un po’ invidio la Kiki perché sembrerebbe che avendo finalmente capito quello che accade dentro, può dedicarsi anche al fuori. Io, invece, non avendoci ancora capito una mazza, continuo a lavorarci su quel che accade dentro.

    1. A chi lo dici…rimesto e rumino continuamente ma non ne sono venuta ancora a capo…o meglio, non c’è un capo perché manca il senso.

I commenti sono chiusi