ART IS AN ATTITUDE

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Anche la Marescialla è una creatura di quella foresta selvaggia e cristiana, esce dalla pietra per spiccare i suoi voli temerari, ma si riconosce parte di quella totalità. La vita non è stata e non è facile per lei, come non lo è mai con i forti ossia con coloro che cercano di nascondere le loro debolezze, per non pesare sugli altri, e di dare invece conforto e vigore a questi ultimi. La vita è dura con chi vive consapevolmente, conscio della propria precarietà; è indulgente invece con i deboli o meglio con coloro che ostentano la loro debolezza per scaricare ogni peso sugli altri e vengono vezzeggiati, compianti, coccolati come anime nobili e belle. Perfino Gesù è stato ingiusto con Marta, trovava naturale che si affaccendasse per il pranzo, mentre Maria ascoltava beata e comoda la sua parola. Ma è stata Marta a proferire la più intensa professione di fede nel Cristo, forse più intensa di quella di Pietro.

Come è difficile essere una Marescialla, il mondo pretende sempre da lei la ripetizione di questo ruolo, non permette che lei abbia mal di denti o malinconia, getta tutto su quelle belle spalle che sembrano così forti. Anche quel cuore conosce invece la debolezza, talvolta trema e sente salire dal profondo i fantasmi della propria oscurità. Ma, come nelle allegorie del portale di Sankt Jacob a Regensburg, li ricaccia giù nell’informe, li incatena al loro torbido niente e li disarma. Notte serena e vita immortale, invoca la preghiera della sera. Se fossi stato più a lungo compagno di scuola della Marescialla, la mia conversione sarebbe forse cosa fatta”.