ART IS AN ATTITUDE

Sognatrici giapponesi e americane


"Da quanto tempo sarà che quando sono sola dormo in questo modo? Il sonno viene come l'avanzare della marea. Opporsi è impossibile. È un sonno così profondo che né lo squillo del telefono né il rumore delle auto che passano fuori mi arrivano all'orecchio. Nessun dolore, nessuna tristezza laggiù: solo il mondo del sonno dove precipito con un tonfo".

Banana Yoshimoto, Sonno profondo, 1996

"Sono passati giorni. Settimane. Qualche mese...I miei muscoli hanno cominciato ad atrofizzarsi. Le lenzuola del letto a ingiallire...Dormire, svegliarsi, tutto andava a collidere in un grigio, monotono viaggio in aereo attraverso le nuvole. Non parlavo dentro di me. Non c'era molto da dire. Per questo sapevo che il sonno aveva effetto: stavo diventando sempre meno attaccata alla vita. Se avessi continuato, pensavo, sarei scomparsa completamente per poi riapparire in una forma nuova. Questa era la mia speranza. Il sogno".

Ottessa Moshfegh, Il mio anno di riposo e oblio, 2019

Da chi fu recensita la Yoshimoto nel lontano 1996? Non ne ho idea. All'epoca compravo i libri dando un'occhiata a qualche pagina e rifiutando i titoli stregati o da bancarella. Nel corso del tempo, per questioni economiche, presi l'abitudine di  consultare la critica ma gli eruditi sono prezzolati per cui c'era poco da fidarsi. A onor del vero non sempre andò male, tuttavia aver sacrificato l'istinto da lettrice non fu una mossa intelligente. Come nelle faccende d'amore. L'uomo lo scegli col cuore, non in base alle stelle delle recensioni.

P.S. Ottessa Moshfegh è stata recensita, con entusiasmo, da Joyce Carol Oates. Potrei fidarmi ma non lo farò. Quelle poche righe in alto mi suggeriscono che il suo libro non gode di ottima salute. I miei 17 euro sì.