ART IS AN ATTITUDE

Sui cento anni dalla nascita di Pasolini


Il 5 marzo di cent'anni fa nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. Gli omaggi già si sprecano, e in sé non sarebbero un male, se solo non si impastoiassero nella retorica. Vi sono, ovviamente, alcune eccezioni come nel caso di Dacia Maraini e del suo Caro Pier Paolo, recensito entusiasticamente da Emanuele Trevi. Se lo dice lui, io mi fido, anche se mi domando fino a che punto si possa essere intellettualmente onesti, scrivendo per un giornale. Tuttavia il punto è un altro: c'è un paragrafo del suo articolo che mi ha riempita d'orgoglio, perché se è vero che mi piace essere minoranza, non posso prescindere dall'individuazione di qualcuno che la pensa come me. Cito:

"Personalmente, se ne avessi il potere, abolirei i centenari, non tanto perché sono il pretesto di una quantità impressionante di libri inutili e di eventi insulsi, ma perché producono citazioni. E le virgolette, paradossalmente, mentre garantiscono in modo notarile e incontestabile l'autenticità del pensiero, finiscono per tradirlo irrimediabilmente, sottraendolo al suo retroterra culturale ed esistenziale, riducendolo a uno slogan o a una formula pubblicitaria. Quando è il calendario a produrre la memoria, e non l'intelligenza, c'è sempre qualcosa di sospetto, e incombe il rischio di creare un Pasolini portatile, buono per chiunque lo voglia brandire contro i nemici immaginari, che segue a ruota lo stucchevole Dante pandemico dell'anno scorso."

(Caro Trevi, ti avrò citato con intelligenza?)