Banksy, Kate Moss
Andy Warhol, Marilyn Monroe
Al Palazzo della Cultura di Catania, i curatori della mostra Banksy-Andy Warhol mettono insieme più di cento opere dello street artist invisibile e del padre della Pop Art. Non un accostamento azzardato perché i due, benché agli antipodi a livello di intenti, riescono a dialogare. “Uno incarna il deismo, l’altro l’anonimato, scrivono De Gregori e Stagnitta in un saggio. “Ma per tutte e due vale la frase che le loro più grandi opere d’arte sono i personaggi che interpretano“. E così, la Kate Moss di Banksy parla alla Marilyn di Warhol, e la Campbell’s Soup, la minestra preferita da Warhol, dialoga con la Tesco Value Tomato Soup, anche se quest’ultima viene usata da Banksy per attaccare apertamente il consumismo.
“Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti” diceva Warhol, e Banksy risponde: “Ognuno nella vita avrà 15 minuti di anonimato”. Geniali e profetici.
Banksy, Hula Hop Girl –Warhol, Cover Lp Banana, Velvet Underground & Nico
Andy Warhol, Self Portrait
Andy Warhol, Red Lenin
Banksy, Abe Lincoln
Andy Warhol, One Dollar Signed
Banksy, D-Face Tenner Front
Ecco già qui posso aprire il cuore e non chiuderlo. 🙂
Di formazione sono un purista della forma, che dal mio modo di ragionare significa, elaborare le forme visibile, per estrarre la pura idea del bello o del concetto.
In questi due artisti, la forma è relativamente in secondo piano, per banksy proprio irrilevante, è il concetto la fonte e il risultato del processo creativo.
Artisti iperealisti come Carole Feuerman o Tjalf Sparnaay, tendono a stuzzicare il piacere degli occhi, il loro intento è stupire e provacare la sensazione di stare davanti a qualcosa di bello e straordinario.
Warhol ma anche Banksy, hanno invece il desiderio di ricalcare o meglio sottolineare, aspetti della società a loro scomodi o comodi, aliani o familiari. O definire un’idea comune, mettere il punto su un concetto. Il consumismo, la celebrità, sono relativi, conta che chi osserva si interroghi del perché esiste il consumismo, del perché la Monroe è famosa, tanto da finire in una tela.
Banksy ha poi portato il messaggio altro il suo significato… dichiarando guerra al mercato… ma rimandevi sempre legato. Lo sa che senza ciò che critica, non esisterebbe, per cui gioca su due fronti…
Va be forse ho esagerato… e annoiato te e chi ti legge o leggerà…
Comunque sono della zona, l’ho vista… il messaggio in se è notevole… la qualità artistica?… questione di gusti…
Buona giornata 🙂
Perdonami se m’intrometto, premetto che è sempre interessante e piacevole leggerti, però questo:
“Banksy ha poi portato il messaggio altro il suo significato… dichiarando guerra al mercato… ma rimandevi sempre legato. Lo sa che senza ciò che critica, non esisterebbe, per cui gioca su due fronti…”
si potrebbe affermare che se noi umani fossimo stati bambini meno discoli, non sarebbe stato necessario che il signore avesse mandato il figlio sulla Terra? Almeno così narra la leggenda. E sempre esasperando il concetto, anche il leggendario sa che senza i suoi bravi peccatori neanche lui esisterebbe. Gioca anche lui su due fronti? :))
E, sempre esasperando il concetto, se non esistesse qualcosa (non solo il mercato, ma qualunque altra cosa da criticare) non esisterebbero non solo i Banksy o Warhol, ma anche i Platone o Aristotele o Marx o Kant e fin qua, forse, non è che ne sentiremmo la mancanza, ma quello che mi angoscerebbe sarebbe che non esisterebbe più l’arte.
O più banalmente, visto che qualcosa da criticare esisterà sempre (e per fortuna), la rabbia è che l’artista riesce a farlo meglio di chiunque.
🙂
Non temere di annoiarmi, sono lettrice indefessa 🙂