ART IS AN ATTITUDE

HEIMAT


Parlo poco e male. Forse perché pigra e sostanzialmente disinteressata a galleggiare sul chiacchiericcio. Osservare, invece, è la mia specialità. Subisco perfino l'attrazione delle cose inanimate: un muro scrostato o la polvere depositata dal tempo possono fare di me una filosofa. Si direbbe che esageri e si sarebbe nel giusto, a patto però di non sapere che sono i corti circuiti introspettivi a far scaturire visionarietà, poesia, sogno. Ovvio che se mi basta "un'inezia" per rendicontare l'invisibile, quando mi imbatto in qualcosa di manifestamente bello, congelo il flusso di coscienza e vinco facile: fanno tutto gli occhi! Come con queste foto di Ellen von Unwerth, che belle lo sono per davvero pur peccando di lesa maestà nei confronti del politicamente corretto - lampante il rimando allo stereotipo di donna caro all'immaginario boomer. Ma se per una volta ci liberassimo degli amplessi neuronali corretti, vedremmo Heidi, Hilda e Traudel per quello che sono: belle ragazze. Certo, diabolicamente belle. Ma non è mica obbligatorio cercare il diavolo nei dettagli, giusto?

P.S. E il latte che cola dalla bocca?

     Ah, quello... be', ma lo sanno tutti che certi strascichi infantili ci accompagnano fin nella tomba.