Viaggio al termine della notte

Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline |

Arrivò il momento della partenza. Andammo verso la stazione un po’ prima dell’ora in cui tornava nella casa. In giornata ero andato a salutare Robinson. Non era contento nemmeno lui che lo lasciassi. Non la smettevo di lasciare tutti. Sulla banchina della stazione, aspettando il treno con Molly, passarono degli uomini che fecero finta di non conoscerla, ma bisbigliarono delle cose.
“Ecco che sei già lontano, Ferdinand. Tu fai, vero, Ferdinand, esattamente quello che hai voglia di fare! Ecco quel che importa… Ecco quello che conta…”.
Il treno è entrato in stazione. Non ero più molto sicuro della mia avventura quando ho visto la macchina. L’ho abbracciata Molly con tutto il coraggio che avevo allora nella carcassa. Avevo una gran pena, autentica, una volta tanto, per il mondo intero, per me, per lei, per tutti gli uomini.
È forse quello che si cerca nella vita, nient’altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi prima di morire.
Sono passati degli anni… Ho scritto spesso a Detroit e poi altrove a tutti gli indirizzi che mi ricordavo e dove potevano conoscerla, seguirla Molly. Non ho mai avuto risposta.
Il casotto è chiuso adesso. È tutto quello che ho potuto sapere. Buona, ammirevole Molly, vorrei se può ancora leggermi, da un posto che non conosco, che lei sapesse che l’amo ancora e sempre, a modo mio, che lei può venire qui quando vuole a dividere il mio pane e il mio destino furtivo. Se lei non è più bella, ebbene, tanto peggio! Ci arrangeremo! Ho conservato tanta della sua bellezza in me, così viva, così calda che ne ho ancora per tutti e due e per almeno vent’anni ancora, il tempo di arrivare alla fine.
Per lasciarla mi ci è voluta proprio della follia, della specie più brutta e fredda. Comunque, ho difeso la mia anima fino ad oggi e se la morte, domani, venisse a prendermi, non sarei, ne sono certo, mai tanto freddo, cialtrone, volgare come gli altri, per quel tanto di gentilezza e di sogno che Molly mi ha regalato nel corso di qualche mese in America.

Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte

“Personalmente Viaggio al termine della notte di Céline è ‘il libro’: forse non avrei mai scritto se non lo avessi letto. Céline sfascia quel galateo letterario che proprio Proust aveva portato al vertice massimo. Buttando dentro una specie di scrittura orale, di voce borbottante, fa esplodere tutto riaprendo i giochi. E soprattutto reintroduce un’emozione da parte del lettore che la grandissima maestria aveva un po’ fatto fuori. C’è poi un aspetto, già di Balzac e Flaubert, che però in Céline diventa selvaggio: il punto di vista sugli umani, che sono orrendi e commoventi. Proprio l’idea che un artigianato letterario raffinatissimo potesse generare una forza animale che ti aggredisce è stata decisiva per me e molti altri. A ciò si aggiunge che anche Céline è un personaggio orrendo, e questo ricorda che la letteratura non è una questione di buone maniere. A 18-19 anni dovetti rassegnarmi. Gli scrittori non sono belle persone: può succedere, ma non è detto. È un’eredità che i francesi custodiscono gelosamente. Se uno guarda figure come Michel Houellebecq o persino Emmanuel Carrère, non vede sforzi di apparire gradevoli, a loro non importa, anzi. Noi in Italia siamo più perbenisti, ma veniamo da una tradizione diversa”.

Alessandro Baricco

L’oscenità morale non esclude la bellezza. E poco importa se si manifesta a giochi fatti. Sempre bellezza è.

Viaggio al termine della notteultima modifica: 2023-04-21T13:04:25+02:00da hyponoia